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UMBRIA

Governare una regione non può diventare un'avventura

08 Ottobre 2024, 12:24

Governare una regione non può diventare un'avventura

Il tempo delle lacrime. Attacca di là, minimizza di qua. La povera Stefania Proietti è cattolica, altrimenti le toccherebbe maledire chissà chi per il guaio in cui è capitata.
La candidatura alla presidenza dell’Umbria rischia di squassare il centrosinistra anche qui, dopo la Liguria. E tutto perché Giuseppe Conte non vuole più Matteo Renzi e i suoi in mezzo ai piedi.
La risposta più corretta sarebbe “ma quanti sono?”, come ha perfidamente notato il nostro direttore Sergio Casagrande nei giorni scorsi sui “pochi renziani umbri”. Però nessuno dei protagonisti del cinico teatrino di questa politica sinistra, incidentata, ammaccata si azzarderebbe a sillabare qualcosa di così reale.
Perché non si sa mai, c’è sempre un domani, e poi chissà come la prende Elly Schlein, ovvero colei che ha tentato di resuscitare l’ex premier che sta sul gozzo anche a Bonelli, Fratoianni e a tanta base del popolo dem.
Eppure, la lesione c’è. Anche se ci si affretta a far sapere che il simbolo di Italia Viva era già previsto che non ci fosse e che al massimo i candidati di Renzi sarebbero stati presenti in liste civiche, il problema si pone comunque. Anche in Liguria era così e Conte è andato a scovarli proprio nel mondo civico e li ha pizzicati, facendoli fuori.
Un’operazione che potrebbe avere riflessi devastanti pure in Emilia Romagna, dove Renzi rivendica la lista con tanto di simbolo “visto che siamo stati in maggioranza”. L’impressione è che al leader pentastellato, che con Bonaccini era all’opposizione, non gliene fregherà manco un po’ e sfodererà i suoi veti pure lì.
Insomma, a sinistra il guaio c’è e questo potrebbe, proprio in Umbria, rafforzare la coalizione di Donatella Tesei, che già se la gioca bene la carta del bis.
E in fondo la dice con cognizione di causa anche Riccardo Marchetti, segretario della Lega in regione. che randella come si deve: “Conte ha dichiarato la fine del campo largo, un fallimento annunciato dato che si tratta di forze politiche diametralmente opposte che tentano di far sintesi con l’unico obiettivo di racimolare voti, ma sui temi concreti hanno posizioni inconciliabili. Cosa ne sarà in Umbria del campo extra-large che sostiene Stefania Proietti e che vede i cattolici andare a braccetto con i promotori dell’utero in affitto, favorevoli anche alle adozioni gay? Per governare servono unità e concretezza: coalizzarsi solo nella speranza di ottenere maggiore consenso, senza porsi il problema di cosa accadrebbe poi alla prova dei fatti di amministrare, è da totali irresponsabili. Certo, non c’è da sorprendersi: l’unico obiettivo dell’ammucchiata della sinistra umbra non è lavorare a vantaggio dei cittadini, ma tentare di riappropriarsi dei ruoli di potere. E come li hanno gestiti in passato, è noto a tutti”.
Provate a metterci una pezza, verrebbe da dire. E proprio Casagrande è stato profetico: “Dagli scricchiolii alla frattura vera e propria il passo è stato brevissimo. E la battuta di Maurizio Gasparri lo sintetizza con sarcasmo pungente: più che un campo largo, quello in Umbria ormai somiglia a un campo santo”.
Anche perché sarà difficile l’incantesimo di rivederli tutti uniti, a sinistra. Perché qualunque sforzo ormai sarà vanificato da quanto si stanno dicendo l’uno contro l’altro fino alle ultime ore.
Quel che più temono da Schlein in giù, ormai è l’astensionismo che punisce sempre di più i partiti. Gli elettori, delusi, credono sempre meno. Una volta, il fenomeno colpiva solo chi governava, magari per promesse mancate. Oggi tocca a chi si oppone per palese incapacità a costruire un’alternativa.
Se l’apparire è più importante della sostanza, si capisce che così non si va più avanti. Ormai si fa a gara per i like sui social, ma si tratta di un consenso effimero, cosa ben diversa dai voti di cui si ha bisogno per poter andare a governare.
Timorosi dei sondaggi, certi partiti fanno la corsa sulle percentuali degli istituti specializzati. Poi, arriva il voto vero e spesso le previsioni vanno a sbattere. Meglio una campagna elettorale senza urla, ora, rispetto alla caciara degli anni passati. A sinistra probabilmente il problema non è la Proietti, che è una candidata con le sue idee, per alcuni versi anche apprezzabili. Ma i partiti che la sostengono esprimono opinioni e valori assolutamente opposti ai suoi. E ci si chiede come farebbero a riuscire a governare una regione come l’Umbria.
In bocca al lupo a tutti i candidati è doveroso, ma lo è anche la riflessione sui rischi che si potrebbero correre affidandosi all’avventura.

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