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Festival di Spoleto, il direttore artistico Daniele Cipriani presenta la squadra e la linea artistica

Sabrina Busiri Vici

14 Dicembre 2025, 22:42

Festival di Spoleto,  Daniele Cipriani presenta la sua squadra e la linea artistica

Daniele Cipriani, il neo direttore artistico del Due Mondi, da settembre puntualmente ogni settimana si ferma alcuni giorni a Spoleto al lavoro sul nuovo corso del festival. “Non era mai accaduto prima da parte di un direttore artistico”, svela il sindaco Andrea Sisti. Un nuovo corso che sabato 13 dicembre ha preso ufficialmente il via dal teatro Caio Melisso.


Il più giovane direttore artistico che il Festival spoletino abbia mai avuto, davanti a un teatro gremitissimo, ha voluto prendersi uno spazio di riflessione e dialogo con la città, le istituzioni e il pubblico per presentare i consulenti che lo affiancano nella direzione e le linee programmatiche del prossimo quinquennio a iniziare dalla 69esima edizione che si terrà dal 26 giugno al 12 luglio 2026. Con Cipriani, dunque, sul palco la pianista Beatrice Rana, consulente per la musica classica, e il regista teatrale Leo Muscato, per l’opera lirica e la prosa. E ancora, Andrea Sisti nella sua doppia veste di sindaco e presidente della Fondazione Due Mondi e la mecenate Maria Teresa Venturini Fendi. La conversazione è stata condotta dalla giornalista Leonetta Bentivoglio.
“Quando mi è stato proposto l’incarico di direttore artistico del Festival dei Due Mondi di Spoleto - ha esordito Cipriani -, prima dal ministro e poi dal presidente della Fondazione insieme a tutto il consiglio di amministrazione, ho avvertito immediatamente il peso e l’onore di una responsabilità enorme, legata a una storia profonda e prestigiosa, iniziata nel nel 1958 ad opera di Gian Carlo Menotti, e che ha segnato la storia culturale italiana e internazionale”. Cipriani ha poi spiegato che il suo mandato nasce dall’esigenza di rileggere il Festival dei Due Mondi con uno sguardo non nostalgico ma radicalmente orientato al futuro: da qui Radici che dà il titolo all’edizione 2026. “E la parola chiave che mi ha permesso di ripartire è stata visioni”. Il concetto stesso dei “due mondi”, originariamente pensato come ponte tra Italia e Stati Uniti, viene oggi reinterpretato come spazio unitario, capace di superare confini geografici e barriere culturali. Un’impostazione che si riflette nella volontà di costruire un Festival “democratico”. “Questo significa - ha proseguito il neo direttore artistico - lavorare non solo sulla programmazione, ma sull’unione delle arti. Il mio obiettivo è un festival democratico, accessibile, non elitario, capace di far dialogare la musica colta con quella popolare, la tradizione con la contemporaneità”.
Pur avendo una forte connotazione legata alla danza, Cipriani ha voluto sottolineare che opera, prosa, musica e danza convivranno in un progetto unitario, così come la musica colta dialogherà con quella popolare. “Il dialogo - ha sottolineato -, non è soltanto un principio teorico, ma il metodo operativo che ha guidato fin dall’inizio il mio inserimento a Spoleto e la costruzione della nuova squadra artistica”.
Leo Muscato, chiamato a valorizzare la produzione teatrale del Festival nel solco della sua tradizione, ma con una forte attenzione alla scena contemporanea ha voluto sottolineare anche il legame fortissimo della città con il suo festival e quanto una manifestazione di tale portata possa generare competenze poi rivendibili nel mondo.
Per la musica, Beatrice Rana, pianista di fama internazionale, ha evidenziato come la sua idea di programmazione musicale nasca da una concezione trasversale del linguaggio sonoro. “Menotti ha fondato questo Festival - dice Rana - guardando al futuro, alla contemporaneità, senza paura di provocare e persino di scandalizzare. Questo spirito è fondamentale. Oggi viviamo in un mondo che alza nuove barriere: il mio desiderio è che Spoleto diventi, durante il Festival, una vera capitale musicale internazionale, capace di accogliere artisti straordinari da tutto il mondo”.
Sul rapporto tra il Festival e la città, il sindaco ha ribadito il ruolo centrale del Due Mondi come motore di valorizzazione culturale, economica e sociale del territorio. Dal 1958 a oggi, ha ricordato, la manifestazione ha contribuito a costruire competenze, professionalità e un patrimonio di saperi che hanno reso Spoleto un punto di riferimento stabile nel panorama internazionale dello spettacolo dal vivo. Nel corso dell’incontro è stato inoltre sottolineato il valore del sostegno privato e del mecenatismo da parte di Maria Teresa Venturini Fendi, a conferma dell’importanza del contributo dei sostenitori che affiancano il Festival nel suo percorso di rilancio e consolidamento. “Un contributo e un mecenatismo da estendere anche ai giovani”, è il punto sottolineato da Venturini Fendi.
In cartellone
Tra le novità annunciate figura la nascita della Festival dei Due Mondi Academy, progetto dedicato ai giovani talenti che a partire dal 2026 selezionerà artisti da tutto il mondo in campo musicale, offrendo loro percorsi di alta formazione, occasioni di studio e possibilità di esibirsi durante il Festival, anche attraverso il coinvolgimento diretto della cittadinanza con forme di ospitalità diffusa.
La programmazione, già in larga parte definita, coinvolgerà circa mille artisti provenienti da più continenti e manterrà alcuni appuntamenti simbolo della tradizione, come il concerto finale in Piazza Duomo e il ritorno della grande opera lirica in apertura. Tutti gli spettacoli saranno presentati in prima assoluta, italiana o mondiale, riaffermando il ruolo di Spoleto come luogo di scoperta e di debutto.
Ancora top secret i nomi. Ma su tutto un annuncio: “Il 3 luglio non prendete impegni ci sarà un grande nome della musica mondiale, prima venuto in Italia soltanto una volta”, ha spoilerato Cipriani. Un nuovo corso - è stato detto -che affonda le proprie radici nella storia del Festival dei Due Mondi, ma che guarda con decisione al presente e al futuro, rilanciando Spoleto come crocevia internazionale delle arti contemporanee.


L'incontro si è concluso con l'evento in Duomo: all’ Elevazione spirituale di monsignor Marco Frisina, come ulteriore momento di condivisione e regalo alla città, destinato a diventare l’appuntamento tradizionale di inizio della stagione.

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