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L'altro ispettore, la prima puntata e le 7 curiosità sul romanzo che l'ha ispirata

Debutta su Rai 1 la prima puntata della serie tv diretta da Paola Randi

Claudia Boccucci

02 Dicembre 2025, 21:20

L'altro ispettore, la prima puntata e le 7 curiosità sul romanzo che l'ha ispirata

Va in onda questa sera - martedì 2 dicembre - la prima puntata della serie tv L'altro ispettore, la fiction diretta da Paola Randi e ispirata a fatti di cronaca realmente accaduti, raccontati nei romanzi di Pasquale Sgrò. Il caso che apre la miniserie dedicata al dramma delle morti sul lavoro riguarda la scomparsa di Karina, la 19 enne risucchiata da un orditoio in un cotonificio lucchese. L'episodio è liberamente ispirato al romanzo L'altro ispettore – Vietato pensare di Pasquale Sgrò, primo volume della trilogia con protagonista Domenico Dodaro.

La prima puntata è dedicata a Luana D'Orazio

Il romanzo si apre con la morte di una giovanissima operaia tessile uccisa da un orditoio privo di protezioni. Pasquale Sgrò ha dedicato esplicitamente il libro alla memoria di Luana D'Orazio, la 22enne morta il 3 maggio 2021 a Oste di Montemurlo (Prato) e mamma di un bambino di cinque anni. L'autore ha esteso la dedica anche alla madre di Luana, Emma Marrazzo, che continua a chiedere giustizia dopo che è stato recentemente assolto il tecnico manutentore.

Perchè è stato scelto il nome Karina nella serie

Nel libro la ragazza uccisa dall'orditoio si chiama Luana (come la vittima reale). Per la serie il nome è stato cambiato in Karina Bogdani per esigenze narrative e per maggiore rispetto verso la famiglia D'Orazio: "Abbiamo cercato di affrontare questi temi con la delicatezza che meritano in quanto dietro ci sono le tragedie delle famiglie", riporta la Nazione citando le parole degli autori della serie. 

Il protagonista condivide elementi della vita reale dell'autore

L'autore condivide due aspetti della vita del protagonista. Come lui infatti, anche Sgrò è stato un ispettore del lavoro e attualmente vive a Lucca, città in cui Domenico coltiva i rapporti con la madre, la figlia Mimì, sua sorella Lucrezia e Alessandro, l'amico di famiglia diventato paraplegico in seguito a un incidente in cantiere. 

La prima fiction italiana dedicata alla sicurezza sul lavoro

L'altro ispettore è la prima produzione Rai a focalizzarsi sulle "morti bianche" e la prevenzione, con casi ispirati a fatti realmente accaduti. Nella serie, l'urgenza di raccontare il dramma legato agli incidenti sul lavoro si riflette nella figura dell'ispettore "senza pistola" – l'altro ispettore, appunto – che combatte con le sole armi della competenza e dell'intuito. 

La serie ha il patrocinio della Presidenza del Consiglio e del Ministero del Lavoro

Per il suo valore di servizio pubblico è la prima fiction italiana sulla sicurezza sul lavoro a ricevere patrocini ufficiali da Presidenza del Consiglio, Ministero del Lavoro, INAIL e Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Il nome Mimì è un omaggio a Montalbano?

I due attori Alessio Vassallo (Domenico Dodaro) e Cesare Bocci (Alessandro) hanno interpretato entrambi il poliziotto Mimì Augello, uno in "Il giovane Montalbano" e l'altro in "Il commissario Montalbano". Non sembrava un caso dunque che la figlia di Dodaro nella serie si chiamasse proprio Mimì: "Pensavo lo avessero fatto apposta, ma mi hanno detto che era soltanto un caso. È stato divertente perché spesso, quando sul set chiamavano 'Mimì', ci giravamo anche noi due", rivelano gli attori a Tv, Sorrisi e Canzoni

L'aneddoto dell'autore sul set

Per rendere l'idea di quanto la serie lo abbia toccato nel profondo, Sgrò ha raccontato le sue impressioni sul set: "Quando stavano girando la serie nella parte di riprese che facevano a Roma, io sono andato a supervisionare il set nel momento in cui l'Ispettore 'Mimmo' Dodaro arriva in stazione. A un certo punto mi sono emozionato e sono scese le lacrime dagli occhi. La regista Paola Randi, accorgendosi del mio apparente disagio, mi chiese se andasse tutto bene o se mi sentissi male. Risposi che semplicemente ero molto emozionato perché in quelle scene rivedevo me stesso quarant’anni prima. Ho fatto l'Ispettore del lavoro e sono stato anche dirigente a Pistoia, e in quel giovane attore rivedevo il Pasquale Sgrò sempre di corsa e indaffarato di molti anni addietro", riporta Arteventi News

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