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Il personaggio

Alessandro Gassman, dalla storia del padre Vittorio all'amore per la moglie Sabrina Knaflitz, fino al mancato incontro con Madonna: "Le ho detto no due volte"

L'attore torna in prima serata su Rai 1 con la terza stagione di "Un Porfessore"

Claudia Boccucci

27 Novembre 2025, 21:20

Alessandro Gassman, dalla storia del padre Vittorio all'amore per la moglie Sabrina Knaflitz, fino al mancato incontro con Madonna: "Le ho detto no due volte"

Alessandro Gassman

Cresciuto a pane e cinema fin da bambino, Alessandro Gassman - oggi 60enne - ha passato una vita senza "mai contare" i film in cui ha recitato: "Ho lavorato senza sosta, con l'idea di non essere all'altezza e non meritare quello che avevo. Essendo figlio di uomo che ha sempre vinto qualunque gara, era inevitabile. Specie facendo lo stesso mestiere", ha rivelato in un'intervista al Corriere della Sera, in cui ha ripercorso i legami con la sua famiglia d'origine e l'affetto che lo lega - da 32 anni - alla moglie e collega Sabrina Knaflitz, da cui ha avuto il figlio Leo

Era destinato a seguire le orme di papà Vittorio, che per lui aveva in mente un percorso ben preciso: " Prima mi ha fatto fare il militare, poi, l'attrezzista di scena. Quindi, mi ha buttato sul palco con lui, in Affabulazione di Pasolini: non volevo, non mi è piaciuto, ero terrorizzato, ogni giorno era come buttarmi col paracadute. Dopo, però, mi è rimasta la sensazione che il teatro era una bella famiglia. Allora ho cercato storie più divertenti e lì è nato il sodalizio con Gianmarco Tognazzi". 

Gli insegnamenti del padre Vittorio e la storia della famiglia paterna 

Suo padre ci aveva visto lungo, Alessandro Gassman infatti deve proprio a lui un insegnamento che ancora oggi porta con sè: "La consapevolezza di essere particolarmente fortunato. Io mi sveglio la mattina e dico: ammazza che fortuna, faccio un mestiere che mi piace, ben pagato, ho una moglie che amo e mi ama, un figlio che si comporta bene, non ho problemi economici. Me l'ha insegnato con un addestramento militare, con durezza, però con grande amore". Il padre, per metà tedesco "nasce da Heinrich Gassmann, ingegnere sismico tedesco che in Italia conobbe nonna, ebrea". Parte da qui il racconto sulle origini della sua famiglia paterna: "Nonno muore che papà aveva 14 anni, lasciando da sola a Roma una vedova ebrea con due figli nel 1938, anno grave. Due cugine di nonna vengono deportate ad Auschwitz e uccise. Lei si salva perché papà era nella nazionale di pallacanestro. L'addestramento militare nasce da quella vedova spaventata che, per uscire da una situazione disperata, punta sui figli, spingendoli a primeggiare. Papà a scuola aveva tutti dieci: nonna non avrebbe accettato un nove. Lei aveva sognato di fare l'attrice e, quando papà si iscrisse a Giurisprudenza, lo iscrisse a forza all'Accademia di arte drammatica. Nonna riuscì a salvarsi attraverso i figli, ma papà ha finito la vita male, depresso, in seguito a quelle esperienze". 

 

L'amore per la moglie Sabrina Knaflitz

Ripercorrendo i momenti che hanno dato una svolta alla sua vita, l'attore cita il primo incontro con la moglie Sabrina Knaflitz: "Mi sopporta da 32 anni, senza di lei la mia vita sarebbe stata peggiore. È la persona che mi fa più ridere al mondo e quella con cui litigo più spesso al mondo, però non riesco a immaginare la vita senza averla accanto. Credo che sia reciproco, anche se stare accanto a chi fa il mio mestiere è difficile: puoi essere stressato, abbattuto o ipereccitato, sei via per tanto, non si possono fare progetti".

(Alessandro Gassman e Sabrina Knaflitz)

L'incontro mancato con Madonna

Tra la lista degli incontri memorabili, Gassman ricorda con grande affetto il suo padrino di battesimo Ettore Scola: "A casa nostra, lui, Monicelli e Dino Risi c'erano tutti i giorni. Avere Gigi Proietti protagonista del Premio, la mia seconda regia, è stato un onore. Mi manca tanto. Vanessa Redgrave con cui ho fatto Un mese al lago di John Irvin è un essere umano straordinario: già all'epoca, lavorava su un Romeo e Giulietta israeliani e palestinesi e aveva ospitato in casa dei rifugiati bosniaci". E parlando invece di incontri mai avuti, il Corriere cita Madonna e le occasioni 'perse' a causa di altri impegni professionali: "Mi fece chiamare (dal coreografo Luca Tommassini, ndr) per girare uno spot con lei, senza che sapessi questo retroscena. Ma ero in tournée e rifiutai. Tutti a dirmi: scemo, ci devi andare, quella è Madonna... Andò Raoul Bova, in ripiego. E poi, Madonna mi chiamò per il remake diTravolti da un insolito destino... e non andai perché avevo un altro film. Non l'ho mai incontrata. In generale, ho perso molte occasioni perché ho sempre occupato tutti gli spazi". 

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