IL PERSONAGGIO
Giacomo Urtis
Da eterosessuale a uomo omosessuale fino a donna eterosessuale: il percorso di Giacomo Urtis, chirurgo estetico dei vip, ha raggiunto una svolta decisiva. Intervistato da Chi, Genny ha raccontato della sua transizione di genere: "Alla fine lo ho provate tutte per poi arrivare all'epilogo per me più naturale. Ma ci sono arrivata per gradi, sono solo 2-3 anni che esco vestito da donna".
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La trasformazione è passata anche attraverso la chirurgia: Urtis ha recentemente subito un intervento al seno, una mastoplastica additiva che le ha dato un corpo più femminile. "Avendo una cosa in più cambia tutta la prospettiva, diciamo. Ma imparerò piano piano. Di seno ho voluto una terza, niente di troppo grosso, anche perché frequento ambienti di un certo tipo, a Milano, e non mi andava di apparire troppo provocante", ha raccontato. Pur considerando l’operazione un passo importante verso una trasformazione definitiva, Genny ammette di non sapere ancora se completarla: "Certe decisioni richiedono tanto tempo per maturare dentro. Per il momento, le persone che mi avvicinano si avvicinano a una trans. È delicato da spiegare. Forse non sono ancora pronta ad affrontare psicologicamente tutto quanto".
Dal 2013 a oggi, Genny ha compiuto un cambiamento profondo, sia esteriore sia interiore: "Dentro mi sento sempre me stessa, la me stessa che mi sono sempre sentita. C’era un disallineamento tra il corpo e quella che ero io, infatti con i miei fidanzati ho sempre fatto la parte della femmina". Ma il percorso non è stato privo di difficoltà: "C'è chi ha bisogno di tempo per accettarti e chi ti abbandona". Anche l’ultimo fidanzato le ha causato dolore: "Mi denigrava e mi ingannava, addirittura conviveva con un'altra in Sicilia".
Non sono mancate critiche dai social, ma le difficoltà maggiori Genny le ha vissute in famiglia: "Come figlio unico di una famiglia molto cattolica, non era facile che i miei accettassero la mia, diciamo, disforia di genere". La madre le è stata vicina, mentre il padre non ha mai accettato un orientamento diverso dall’eterosessualità: "Quando vede i ragazzi che mi guardano si imbarazza, se mi vesto troppo da donna peggio. Mia mamma invece no, lei mi rammenda pure le calze. Eppure dovrebbero entrambi essere contenti, faccio tante cose, ho aperto cliniche, ho fatto tv, ho cantato anche a livelli alti, abito con loro, li accudisco, li faccio vivere in una villa a Milano, sono il figlio perfetto, ma un "bravo", o "brava", da mio padre mai. Sempre la faccia triste".
In Italia la transizione di genere è regolata principalmente dalla legge 164/1982, che permette la rettifica del sesso e del nome all’anagrafe tramite un percorso giuridico e medico, senza obbligo di intervento chirurgico. La modifica anagrafica è possibile attraverso richiesta in tribunale con documentazione psicodiagnostica e medica che attesti il percorso di affermazione di genere e la volontà irreversibile di cambiare sesso anagrafico; una sentenza dispone poi il cambiamento su tutti i documenti ufficiali.
Negli ultimi anni, la Corte Costituzionale ha decretato che per la rettifica del genere sui documenti non è più necessario aver subito interventi chirurgici demolitivi o ricostruttivi, basta la decisione personale supportata da percorso medico e psicologico. Le operazioni chirurgiche sono comunque possibili con autorizzazione; le terapie ormonali richiedono il cosiddetto nulla osta medico.
Nel 2025 sono stati proposti nuovi disegni di legge con regole più restrittive, soprattutto per i minori: questi prevedono diagnosi obbligatorie, registri nazionali e maggior controllo statale sui farmaci per la disforia di genere, oltre all’intervento di comitati etici nazionali. Allo stato attuale, sono in fase di dibattito parlamentare e non ancora pienamente applicati.
Il terzo genere sui documenti e la piena tutela contro discriminazioni non sono ancora riconosciuti nell’ordinamento italiano, anche se alcune sentenze incoraggiano la riforma legislativa per una maggiore inclusività e protezione dei diritti delle persone transgender.
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