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Lino Guanciale: "Per strada mi chiamano commissario. Ho fatto il test di medicina ma poi non mi sono iscritto. Cosa vorrei per mio figlio? Un mondo che sappia ascoltarlo"

L'attore torna stasera su Rai 1 con la terza stagione della fiction "Il Commissario Ricciardi"

Claudia Boccucci

10 Novembre 2025, 20:50

Lino Guanciale: "Per strada mi chiamano commissario. Ho fatto il test di medicina ma poi non mi sono iscritto. Cosa vorrei per mio figlio? Un mondo che sappia ascoltarlo"

Lino Guanciale

"Qualche tempo fa un tassista mi ha urlato passando: 'Ciao commissario'. Non può far che piacere", rivela Lino Guanciale a Repubblica, a poche ore dall'uscita della terza stagione della fiction "Il Commissario Ricciardi", in onda stasera - lunedì 10 novembre - alle 21.30 su Rai 1. "Il protagonista parla a un pubblico trasversale ed è bellissimo pensare che i personaggi lascino un segno negli spettatori", aggiunge l'attore. Diviso tra cinema, teatro e famiglia, all'età di 46 anni per Lino Guanciale sono ancora tanti i progetti in cantiere. Niente anno sabbatico, al contrario di quelli che erano i suoi piani per il 2025: "Tante cose sono arrivate in maniera inaspettata ma è stato molto bello farle", rivela Guanciale. 

Il sogno di fare l'attore

"Alle superiori non avevo le idee chiare", confessa l'attore rimarcando la sua passione per la scrittura che al tempo lo spinse a prediligere il mondo del giornalismo. I suoi genitori avrebbero voluto che diventasse un medico ma il camice bianco non si abbinava al sogno di una carriera artistica: "L'idea di entrare nel mondo dello spettacolo mi spaventava, così i miei mi dissero: 'Se fai il medico potrai sempre fare come Jannacci ed essere anche un artista'. Pensai che non sarebbe stato male. Passai il test di medicina, ma poi all'ultimo gli ho detto che non mi sarei iscritto. Ci rimasero un po' male, ma mi sono sempre stati vicini". 

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L'amore per la politica

Non solo scrittura e medicina, a tentare più volte l'attore è sempre stata anche la politica che lui stesso dichiara di fare "da sempre". "L'impegno politico è quotidiano e riguarda anche il lavoro che fai in rapporto alla collettività. Da giovane ero uno scout e ho sempre pensato all'importanza di cercare di rendere il mondo un posto migliore", spiega Guanciale. La responsabilità che si assume riguarda in primo luogo la sua regione, l'Abruzzo, a cui l'attore rimane particolarmente legato: "Dalle mie parti ci sono molti giovani che sono andati via per mancanza di opportunità. Soltanto tornando ad ascoltarli possiamo contrastare il disinteresse politico che dilaga nel nostro Paese". 

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Il futuro per il figlio Pietro

Ed è in questa chiave politica che Guanciale trova la risposta a cosa si immagina per il figlio Pietro, che ha da poco compiuto 4 anni. "Mi auguro un futuro pieno di partecipazione. Mi auguro che si trovi davanti un mondo pronto ad ascoltarlo. Un mondo in cui determinate questioni legate alla legge del più forte siano superate e che lui faccia la sua parte. E soprattutto che non si vergogni mai di dire come la pensa", conclude l'attore. 

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