RECENSIONE
La vita va così
Da dove si comincia per dire che un film è bello? Dalla storia che racconta, certo, ma anche dagli attori scelti a pennello e da quel senso di verità che riesce a toccare le corde più profonde. Tutto questo si ritrova in La vita va così, il nuovo film di Riccardo Milani che, dopo averci condotto in Abruzzo con Un mondo a parte, ci porta stavolta nella Sardegna più autentica e ruvida, quella dei pastori, delle pietre e del mare da difendere.
Il film, distribuito da Medusa Film e PiperFilm, ha inaugurato la Festa del Cinema di Roma e arriva ora nelle sale italiane, con un cast corale che unisce talento e verità: Giuseppe Ignazio Loi, pastore sardo nel film e nella vita, Virginia Raffaele, Aldo Baglio, Diego Abatantuono e Geppi Cucciari.
Visualizza questo post su Instagram
Il protagonista, Efisio Mulas (Giuseppe Ignazio Loi), è un pastore del Sulcis che si oppone alla costruzione di un resort di lusso sulla sua terra. Un uomo solo contro tutti, che rifiuta di vendere il proprio furriadroxiu — tipico insediamento agropastorale monofamiliare — difendendo fino all’ultimo metro il luogo dove ha vissuto e pascolato i suoi animali.
Efisio è ispirato a un personaggio realmente esistito: Ovidio Marras, pastore di Teulada diventato simbolo di resistenza contro la speculazione edilizia in Sardegna. Marras, morto nel 2024 a 93 anni, rifiutò per oltre sedici anni offerte milionarie da parte di imprenditori decisi a costruire un resort a Capo Malfatano. Si parlava di cifre astronomiche, fino a dodici milioni di euro, ma lui non cedette mai.
Nel 2016 la Cassazione gli diede ragione, ordinando la demolizione delle strutture abusive e bloccando il progetto. La sua battaglia, solitaria ma ferma, è oggi ricordata come un punto di svolta nella tutela del territorio sardo.
Milani rielabora la vicenda di Marras trasformandola in una parabola universale sulla difesa delle radici, sulla dignità e sul senso di appartenenza. Nel film, la grande impresa immobiliare Greatti, guidata dal carismatico presidente interpretato da Diego Abatantuono, decide di costruire un resort green — o presunto tale — sulla splendida spiaggia di Bellesamanna, chiaro riferimento a Tuerredda.
La comunità locale si spacca: da un lato chi sogna i nuovi posti di lavoro, dall’altro chi teme di perdere per sempre la propria identità. Efisio, ostinato e fiero, è l’ultimo baluardo di una Sardegna che non si piega, sostenuto solo dalla figlia Francesca (Virginia Raffaele) e dalla giudice Giovanna (Geppi Cucciari), cresciuta in quei luoghi e chiamata a dirimere la contesa.
Accanto a loro, Aldo Baglio è Mariano, il capo cantiere pragmatico e disincantato: un uomo che rappresenta la parte del mondo che “va avanti”, mentre Efisio resta fermo, fedele ai suoi valori.
Tra i temi più forti del film, emerge la critica all’impresa sostenibile di facciata, quella che si veste di verde ma nasconde il cemento sotto la vernice ecologica. Milani mostra senza sconti come l’idea di sviluppo possa tradursi in devastazione, e come la parola futuro — evocata già nella scena iniziale del film, durante il Capodanno del 1999 — finisca spesso per travolgere ciò che di autentico resta del passato.
Visualizza questo post su Instagram
Nel brindisi di inizio millennio, il presidente Greatti (Abatantuono) raccomanda ai figli di "fare attenzione, perché sta arrivando il futuro". E il futuro, come sempre, è arrivato, ma alla fine il ricco presidente comprende che fuori possiamo cambiare molto velocemente rispetto alla nostra anima e per questo forse, tutto questo futuro, non piace nemmeno a lui. Il presidente inoltre arriva alla conclusione che la ragione e l'ideale giusto per cui combattere, non hanno prezzo e che un umile pastore, può vincere e mettere a tacere anche chi "profuma di ricco".
Gran parte delle riprese è stata realizzata nella spiaggia di Tuerredda, a Teulada, tra Capo Malfatano e Capo Spartivento, nella costa sud-occidentale della Sardegna. Un luogo di bellezza quasi sacra, che nel film diventa simbolo di tutto ciò che rischiamo di perdere in nome del profitto. Chi volesse visitarla può raggiungerla facilmente da Cagliari in poco più di un’ora d’auto percorrendo la SS195 fino a Chia e poi la SP71. Nei mesi estivi l’accesso è contingentato per tutelare l’ambiente: conviene arrivare presto o prenotare in anticipo.
A dare voce e ritmo al film c’è la musica di Moses Concas, armonicista sardo di fama internazionale, vincitore di Italia’s Got Talent e noto per il suo stile inconfondibile, sospeso tra tradizione e beatbox.
Visualizza questo post su Instagram
Nato a Quartu Sant’Elena nel 1988, Concas ha trasformato il respiro in suono, fondendo l’anima antica della Sardegna con le sonorità urbane del mondo. La sua armonica, protagonista della colonna sonora, accompagna il percorso di Efisio come un battito: sincero, ostinato, indomito.
Il finale del film è un inno alla libertà. Efisio, che per una vita ha guardato il mare senza entrarci, alla fine si tuffa. Così com’è, con le mutande, senza formalità. È il gesto simbolico di un uomo che ha difeso la propria terra ma ha anche imparato a lasciarsi andare, a riconciliarsi con la natura che lo circonda.
La vita va così è un film che parla chiaro, come il suo protagonista. Milani firma una storia di resistenza e identità che restituisce dignità alla parola radici. Non è solo il ritratto di un uomo, ma di un popolo intero che non si arrende. Un racconto che unisce cinema, memoria e verità e non è sicuramente la solita commedia all'italiana come qualcuno sostiene.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy