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Noi del Rione Sanità, parla il vero don Giuseppe: "La storia d'amore con Manuela? Tutto reale. Non ho mai temuto la Camorra"

Ilaria Albanesi

06 Novembre 2025, 21:00

Noi del Rione Sanità, parla il vero don Giuseppe: "La storia d'amore con Manuela? Tutto vero. Non ho mai temuto la Camorra"

Noi del Rione Sanità è arrivato al suo ultimo episodio. La fiction di Rai 1 è ispirata all'omonimo libro di don Antonio Loffredo, che nel 2006 fondò una cooperativa sociale con il sogno di trasformare un quartiere malfamato e dimenticato, in un nuovo polo culturale e turistico. Alla sua figura si ispira il protagonista della serie, Don Giuseppe Santoro (interpretato da Carmine Recano), un prete visionario con la vocazione di salvare le anime attraverso azioni concrete. 

L'ultima puntata è incentrata "sulle Catacombe di San Gennaro, dove tutto è cominciato. Poi, il viaggio con i ragazzi. Nei dialoghi, Recano fa uscire le parole ai ragazzi che ragionano come se fossero già imprenditori". A parlare al Corriere della Sera è lo stesso don Antonio Loffredo, che in un'intervista ha ripercorso la sua vita, il suo impegno sociale e le tematiche principali affrontate dalla serie Rai.

Don Antonio ha, innanzitutto, parlato di cosa lo ha colpito della fiction: "Pur non conoscendo quel genere, mi ha incuriosito: sono storie che parlano al cuore e trasmettono speranza. In questa fiction su Napoli per la prima volta si rompe lo stereotipo del vittimismo e si mostra una città che reagisce e combatte la camorra, offrendo un'immagine nuova e positiva".

Il parroco ha raccontato della sua esperienza con la criminalità organizzata: "Sono stato abbastanza fortunato, in 25 anni sono cambiate molte famiglie e con tutte c’è stata sempre molta chiarezza: ho fatto il prete in un’epoca nella quale già erano morti i preti cosiddetti anti-camorra e la criminalità aveva già metabolizzato che mettersi contro un sacerdote equivaleva a fare un autogol. Non ho mai temuto la morte".

"Non mi sono mai sentito minacciato - ha continuato -. Perché quello che faccio è 'per', non 'contro' qualcuno. Non ho mai pensato che quest'azione potesse ritorcersi contro di me. Faccio il prete per aiutare le persone. Ma è chiaro che ci sono anche effetti collaterali".

E sulle cose verenon raccontate dalla fiction: "Quando conosci la storia cerchi il vero come in un documentario, ma qui realtà e fantasia si fondono: il ragazzo che voleva vendicare il fratello esiste davvero ma non è mai arrivato a comprare una pistola; il sacrestano Lello pure, anche se diverso, ed è stato il mio Virgilio. Suor Celeste è la nostra suor Rosetta, il mio 'vice-parroco' per anni. Frammenti di vite reali intrecciati per esigenze di fiction".

Tra le cose realmente successe, l'intuizione di seppellire le urne cinerarie dei morti in chiesa: "Quella è vera, mi è venuta proprio quando è morto Lello, intorno al 2010. Era già diffusa la cremazione, la moglie mi chiese se poteva disperdere le ceneri in mare perché lui amava pescare e così mi venne l’idea della chiesa, ora ce ne sono circa mille". Ma anche la rimozione dell'altarino: "È successo, ho convinto la moglie del boss che non era il caso di fare l'altarino al figlio perché sarebbe rimasto per strada, molto più degno stare in chiesa. A patto che non si mettessero fiori e non si pagasse, ho fatto firmare un regolamento".

Un altro passaggio realmente accaduto, la richiesta da parte della Camorra a don Antonio di vestirsi da prete per essere riconosciuto: "È successo nel primo mese; mi chiamarono per un'estrema unzione. Arrivai vestito normale e due guardaspalle mi chiesero chi fossi. Quando spiegai che ero un prete, mi rimproverarono: 'Siete un prete? E così venite? E chi vi conosce?'. Effettivamente nessuno mi riconosceva e così accettai il consiglio. Comprai una talare e cambiò tutto, entrai in sintonia con la gente".

Centrale nella serie il personaggio di Manuela - interpretata da Nicole Grimaudo -, ex promessa sposa del parroco, da lui abbandonata quasi sull'altare: "Sì, ero fidanzato - ha confermato don Antonio -. È successo prima che entrassi in Seminario, era molto bella come la Grimaudo. Ho deluso lei e mio padre che mi voleva imprenditore come lui". 

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