IL CASO
Evelina Sgarbi è stata accolta nello studio di Verissimo dalla conduttrice Silvia Toffanin per parlare delle condizioni di suo padre Vittorio. La figlia ha avuto modo di incontrarlo durante un'udienza, in cui il tribunale civile di Roma si è riservato la decisione di valutare se Vittorio Sgarbi abbia bisogno o meno di un amministratore di sostegno, come richiesto da Evelina. "L'ho visto come immaginavo di vederlo. Sta male, se non peggio di quello che mi aspettassi - ha riferito a Silvia Toffanin - La parola giusta è lobotomizzato: presente fisicamente, in grado di comporre una frase ma con molta fatica, assistito, secondo me indotto a dire delle cose, è completamente plagiato. Una situazione che mi ha pesato. Sempre molto magro, un po' meno rispetto a come lo avevo visto in ospedale. Mi ha parlato? Quasi a forza, non mi ha detto nemmeno ciao. Fosse stato un incubo sarebbe stato meglio. C'è stato un momento in cui siamo stati soli, gli ho chiesto se stesse bene. È un'altra persona".
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"Penso sia impossibile - ha continuato Evelina - che riesca a tornare come prima. Lui è d'accordo, se così si può dire, a venire accudito dalle persone che le stanno attorno. Se una persona è poco lucida, per usare un eufemismo, e in quella poca lucidità è d'accordo con le persone che lo gestiscono, puoi fare poco. Non mi sono state date le cartelle cliniche, io voglio dati certi e fare chiarezza. Voglio che mi sia detto come lo trattano, che medicinali gli vengono somministrati".
"Per come l'ho visto, penso che non ci sia assolutamente modo che torni come prima", ha aggiunto Evelina.
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