Moda
Un raffinato tailleur bianco candido con giacca strutturata e un pantalone dritto che mostra tutta l'austerità che si respira nella prestigiosa Università di Yale. Ad aprire il film è una Julia Roberts sicura di sè nei panni di Alma, una docente di filosofia che nel corso del film rivela inedite fragilità, frutto di una generazione dominata dagli uomini, in cui per una donna il merito era un privilegio da conquistare con fatica. Accanto a lei c'è la giovane Maggie (Ayo Edebiri), la brillante studentessa figlia di una GenZ che rifiuta il silenzio davanti alle molestie sessuali subite dal professor Hank (Andrew Garfield) - con cui Alma condivide un rapporto speciale. Le dinamiche intrecciate dei personaggi di After the Hunt si fondono con tutto il guardaroba del film, curato dalla costumista italiana Giulia Piersanti. Dai toni inizialmente sofisticati, i protagonisti si evolvono insieme al loro stile, creando una connessione tra la propria personalità e l'urgenza di apparire.
I segreti rivelati dai look di Julia Roberts
Ispirato ai power suit degli anni '90 della stessa Roberts (si pensi ai blazer doppiopetto con spalle Armani e pantaloni a righine), i look di Alma diventano man mano sempre più difficili da decifrare: "È una donna upper-class, intelligente e pratica, che lavora in un mondo maschile. Ho bilanciato eleganza e casual daywear, con blazer e camicie button-down abbinate a jeans, ma senza cardigan comodi o abiti fluenti. Linee taglienti per trasmettere costrizione, sapendo che nasconde un segreto", racconta Piersanti a ELLE. Man mano che la trama si infittisce – con Alma a un bivio tra lealtà e verità – il suo guardaroba si evolve. I blazer oversize e le camicie bianche cedono il passo a dettagli più cozy e leggeri, come a simboleggiare "che il segreto è emerso", nota la costumista. I vestiti armano la protagonista contro le pressioni istituzionali, ma ne rivelano la vulnerabilità, trasformando il tailleur in metafora di una "power dressing" repressa.

(Julia Roberts nei panni di Alma)
L'ossessione di Maggie
Il look di Maggie è un omaggio distorto a quello di Alma: blazer oversize neri su t-shirt bianche e pantaloni denim bianchi quasi identici, ma adattati in chiave più giovane, rilassata (e volutamente più economica) – shorts al posto dei pantaloni e l'utilizzo di cardigan per un tocco girlish. "Maggie copia Alma nel guardaroba, vuole emularla ed essere come lei. Ma lo fa in modo più vicino alla sua personalità, con fit boyish e styling diversi", spiega Piersanti. Questa emulazione si presenta come una palese lettera d'amore camuffata da ricatto, che si evolve in un gioco pericoloso basato sulle dinamiche mentore-allieva e le aspettative di potere.
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(Ayo Edebiri interpreta Maggie)
La palette muta
Blu scuri, grigi tetri e i marroni profondi rispecchiano quella "gray area" di dubbi e accuse. Eppure, l'evoluzione di Maggie è palese. Nel climax, indossa un blazer per intimidire il suo aggressore, mentre nella scena finale opta per un outfit vibrante e stampato di Wales Bonner, rompendo con l'imitazione. "Ha fatto pace con se stessa, non cerca più di essere Alma: dovevo renderlo davvero diverso dal resto del film", dice la costumista.
Hank, dal rigore al caos interiore
Il professor Hank di Andrew Garfield inizia con giacche abbottonate e camicie ben stirate, un'immagine di rigore accademico che nasconde il suo carisma "scruffy". Piersanti lo veste con basics vissuti – camicie Oxford sgualcite, blazer di corda, Levi’s thriftati e stivali da trekking – ispirandosi a figure come il giovane Harrison Ford e Paul Auster. "Tutti sono più costretti, ma lui è più disordinato e sexy. Si cava d'impaccio perché è attraente e lo sa", osserva la costumista al New York Times. Quando l'accusa piomba su di lui, il look si fa più confusionario: flanella e denim tumblerati, simbolo di un conflitto interiore che si riversa sui colleghi. Questo contrasto con l'austerità femminile – "lui casual e umile, loro buttoned-up" – evidenzia come i costumi dialoghino, giocando con la mascolinità performativa e il suo lato predatorio. In un film che esplora il "darker side" dell'Ivy League, Hank incarna come anche il disordine possa essere un'arma di seduzione.

(Andrew Garfield nel ruolo di Hank)
Giulia Piersanti, la moda come lente sulle dinamiche umane
Giulia Piersanti, head of knitwear per Céline oltre che costumista, ha approcciato After the Hunt con una precisione che Guadagnino ha lodato per la sua capacità di catturare "comportamenti sociali complessi". "Non ci sono trend nei costumi: Alma potrebbe appartenere a epoche diverse, è senza tempo", afferma in un'intervista a W Magazine. I blazer fungono da "armatura" per tutti, con fit oversize e tessuti assorbenti la luce per adattarsi alla fotografia cupa del film. L'ispirazione arriva dalle icone Carolyn Bessette, Joan Didion e Diane Keaton per le donne; per gli uomini, David Lynch e Philip Glass. In un campus dove l'abito fa il monaco – o il mostro – Piersanti usa la moda per osservare: "Anche chi dice 'non mi importa dei vestiti' sta scegliendo. Osservo sempre per capire perché le persone si vestono così". Il risultato è un guardaroba che disseziona e rivela le intenzioni più profonde: power suits come facciata di mascolinità, emulazioni come ribellione, disordine come confessione.
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