CURIOSITA'
Chi apre Google ogni giorno non sa mai cosa aspettarsi: un volto, un anniversario, una scoperta o, come oggi, una formula matematica. Il Doodle del 22 ottobre 2025 celebra l’equazione di secondo grado, trasformando un semplice logo in un racconto di curiosità e creatività. Un’idea nata per caso e cresciuta grazie a Dennis Hwang, che da giovane stagista è diventato uno dei volti più riconosciuti dell’arte digitale di Google.
22 ottobre. Chi ha googlato stamattina avrà certamente notato il Doodle matematico dedicato all’equazione di secondo grado: la famosa formula che rappresenta le parabole sul piano cartesiano ax² + bx + c = 0. Il Doodle è animato e raffigura un pallone da basket che compie una curva tra razzi e numeri. Cliccando sull’immagine, si apre la nuova AI Mode di Google, che spiega passo passo il significato e le applicazioni dell’equazione con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. La formula quadratica è solo l’ultima arrivata in casa Doodle: ricordiamo infatti quelli dedicati a Leonardo da Vinci, Frida Kahlo e molti altri. Questi scarabocchi cambiano a seconda del Paese e della ricorrenza che si vuole celebrare, ma non è detto che spariscano subito: a volte restano lì per giorni, e questo è un motivo in più per godersi la sorpresa quando, all’improvviso, cambiano di nuovo volto.
La storia dei Doodle (dall’inglese “scarabocchi”) inizia nel 1998, quando i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, impegnati al festival del Burning Man nel deserto del Nevada, temevano di non poter presidiare il sito durante la loro assenza. Decisero così di creare un piccolo Doodle per segnalarlo: un omino stilizzato, simbolo del festival, da inserire sopra la seconda “o” del logo Google. Era un messaggio semplice ma ironico per gli utenti: “Torniamo presto, siamo fuori ufficio”. Quel racconto, iniziato per caso, nel 2000 divenne tutta un’altra storia grazie a Dennis Hwang, allora semplice stagista, a cui venne affidato l’incarico di creare i Doodle.
Il suo primo lavoro fu il Doodle dedicato al Bastille Day (Festa nazionale francese), realizzato con fuochi d’artificio rossi e blu sopra il logo di Google e una piccola bandiera francese sulla lettera “L”. Un semplice disegno che ebbe un successo immediato. Da lì Google capì che quei piccoli “scarabocchi” potevano diventare un modo unico per comunicare cultura e curiosità in modo visivo. Fu poi la volta di Van Gogh, Leonardo da Vinci, i mattoncini Lego, fino ad arrivare all’8 ottobre 2010, quando Google commemorò la nascita di John Lennon. In quell’occasione il Doodle divenne animato: cliccando sul logo, gli utenti potevano vedere un breve video musicale con la celebre canzone Imagine dell’ex Beatles.
Questo Doodle segnò l’inizio dell’era dei Doodle animati e interattivi, che da allora si sono evoluti fino a diventare vere e proprie esperienze immersive sulla homepage di Google.
Una carrellata dei Doodle più significativi dal 2000 a oggi:
Dennis Hwang, il papà del primo Doodle ufficiale (Bastille Day 2000), ha proseguito la sua carriera in Google come webmaster internazionale ed è stato responsabile della progettazione di molti altri Doodle importanti, fino a realizzarne circa 50 all’anno. Ha contribuito anche alla progettazione del logo di Gmail. Nel 2015 ha lasciato Google e attualmente lavora per Niantic, l’azienda celebre per Pokémon GO. La sua esperienza è stata fondamentale per i suoi passi successivi nella realizzazione professionale: “Il lavoro sui Doodle mi ha aperto porte che non avrei mai pensato di trovare, cambiando la mia carriera e facendomi crescere professionalmente. Sono grato a Google per aver creduto in me e per avermi sostenuto in questo percorso”.
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