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Ecco le tre abitudini del mattino che molti italiani condividono (e che non sempre sono un piacere)

Clementina Civitavecchia

20 Ottobre 2025, 13:53

Ecco le tre abitudini del mattino che molti italiani condividono (e che non sempre sono un piacere)

Gli italiani sono un popolo che vive di riti e micro-abitudini. Nelle pubblicità si raccontano spesso come amanti della lentezza, magari in un mulino immerso nel silenzio, ma la verità è molto più vicina a Fantozzi. Tra le sveglie multiple e il buio che sembra notte fonda, le prime cose a cui si pensa, prima ancora del caffè, sono: cane, figli e cappuccino al bar.

Il cane

Tutto comincia spesso con lui: il cane. In Italia ci sono oltre 10 milioni di cani domestici (dati Eurispes 2024), e quasi la metà dei proprietari dichiara di portarli fuori prima ancora di fare colazione. La scena è sempre la stessa: occhi lucidi che ti fissano dal lato del letto e musetto dolce che supplica un po’ di attenzione. A quel punto, niente da fare: ci si infila un cappotto sopra il pigiama, si recupera il guinzaglio e si esce dopo l’ennesima discussione familiare su “a chi tocca oggi”. Magari non è una bella giornata: nebbia e pioggerellina ti accolgono (si fa per dire) appena uscito di casa. Mentre il cane annusa ogni filo d’erba, la mente del proprietario inizia a vagare tra riunioni, orari, scadenze, mutuo, lavatrici e quell’email che andava mandata ieri. Eppure, paradossalmente, per molti questa è la parte più terapeutica della giornata: secondo l’Enpa, il 62% dei proprietari dice di sentirsi “più calmo” dopo la passeggiata mattutina.

I figli

Il secondo fronte si apre in casa, dove iniziano le operazioni di risveglio bambini. C’è chi tenta l’approccio soft con luci soffuse e musichette allegre e chi decide di affrontare subito la questione spalancando le finestre producendo gelo artico. Compiuta questa operazione, parte la fase due: la colazione. In teoria, dovrebbe essere sana e uguale per tutti; nella pratica è un tavolo che sembra l’espositore di un autogrill: merendine, biscotti, cereali diversi per ogni figlio, latte caldo, latte freddo, succhi, tazze preferite e qualcuno che protesta perché manca la sua. Poi c’è la toilette e i solleciti dietro la porta. Poi è la volta dell’inseguimento dei vestiti lasciati in giro “da una settimana” e dello zaino. Lo zaino è un capitolo a parte: si apre, si controlla e si scopre che mancano i compiti di matematica. Infine si esce di casa, ricordandosi delle chiavi solo quando si è già sulle scale. In base ai dati del Censis, oltre il 70% dei bambini italiani delle scuole primarie viene accompagnato in auto dai genitori. E nonostante la tensione e i bisticci di alcuni minuti prima, scatta sempre l’abbraccio o il bacio al volo: “ci vediamo stasera, viene nonna a prenderti!”.

Il bar

A quel punto, finalmente, arriva il momento più atteso: la colazione al bar. Un rito che resiste a tutto. Secondo Fipe-Confcommercio, quasi il 30% degli italiani fa colazione fuori casa almeno tre volte a settimana. In Italia ci sono oltre 150 mila bar, uno ogni 380 abitanti: praticamente più dei farmacisti e quasi quanto i tabaccai. Il comparto “colazione al bar” genera un giro d’affari che supera i 5 miliardi di euro l’anno e coinvolge circa 350 mila addetti tra baristi, fornitori e pasticcerie. Cappuccino e cornetto, caffè al bancone: la ricompensa dopo il risveglio e la carica prima di iniziare davvero la giornata. È il momento in cui si tira il fiato, ci si specchia nella vetrata appannata e si scopre di avere la cravatta storta, il rossetto sbavato o una molletta dimenticata tra i capelli.

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