TELEVISIONE
Veronica Panarello e Roberta Bruzzone
Il 29 novembre 2014, un delitto sconvolgente accadde a Santa Croce Camerina, piccolo comune in provincia di Ragusa. Quel giorno il piccolo Lorys Andrea Stival, di soli otto anni, venne ucciso dalla madre Veronica Panarello. Una vicenda che ha scosso l'opinione pubblica italiana per l'efferatezza del gesto e per le molteplici versioni contraddittorie fornite dall'assassina nel corso delle indagini.
La criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone guiderà stasera in tv giovedì 16 ottobre in seconda serata su Rai 2 gli spettatori attraverso la complessa psicologia dei protagonisti, esplorando i tratti del narcisismo patologico e i comportamenti tossici che spesso sfuggono all’occhio comune. In questa puntata si analizza come Veronica Panarello, madre e autrice dell’omicidio del figlio, incarna alcuni di questi tratti, offrendo uno sguardo inquietante ma prezioso sulla mente del narcisista maligno.
Intorno alle 13.00 del 29 novembre 2014, Veronica Panarello, all'epoca ventisei anni, si presentò alla stazione dei Carabinieri di Santa Croce Camerina per denunciare la scomparsa del figlio Lorys. La donna dichiarò di aver accompagnato il bambino a scuola quella mattina, presso l'istituto Psaumide, ma le insegnanti smentirono immediatamente: Lorys non si era mai presentato in classe.
Le ricerche iniziarono subito e si estesero rapidamente dalle strade del centro alle periferie del paese. Nel pomeriggio, intorno alle 16.00, un pensionato del posto, Orazio Fidone, trovò il corpo senza vita del bambino gettato in un canalone nei pressi del Mulino Vecchio, nell'estrema periferia del paese. Veronica venne condotta sul luogo del ritrovamento e confermò che si trattava del figlio.
L'autopsia rivelò che Lorys era morto per strangolamento tra le 8.30 e le 10.00 del mattino, ucciso con fascette di plastica da elettricista strette attorno al collo. Il corpo presentava anche altri segni di violenza. Inizialmente le indagini seguirono diverse piste, ma ben presto si concentrarono esclusivamente sulla madre.
Un particolare insospettì subito gli investigatori: Veronica aveva dichiarato di aver consegnato a Lorys delle fascette di plastica quel giorno, sostenendo che il figlio gliele avesse chieste per un'attività scolastica. Ma anche questa affermazione fu smentita dalle maestre. Il 18 dicembre 2014, mentre si celebravano i funerali del piccolo nella chiesa principale del paese, Veronica Panarello era già in custodia cautelare con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere.
Per quasi un anno, Veronica si dichiarò del tutto estranea ai fatti, ribadendo di aver lasciato il figlio davanti alla scuola. Tuttavia, le telecamere di sorveglianza smentirono questa versione. Dopo dieci mesi di carcerazione, la donna cominciò a rilasciare affermazioni diverse e poco verosimili.
La prima versione raccontava di un capriccio del bambino, che non voleva andare a scuola, scatenando una reazione violenta da parte della madre. Successivamente fornì una nuova versione: mentre lei lavava i panni in bagno, Lorys, giocando con le fascette, se le sarebbe strette al collo da solo soffocandosi. La madre avrebbe tentato di soccorrerlo troppo tardi e, temendo la reazione del marito Davide Stival, avrebbe caricato il figlio morto in macchina per gettarlo nel canalone.
Nel 2016 arrivò un'ulteriore versione ancora più inquietante: Veronica accusò il suocero Andrea Stival di essere l'assassino. Dichiarò di aver avuto una relazione clandestina con lui e che Lorys, scoperta la tresca, avrebbe minacciato di raccontare tutto al padre. Per questo, secondo la donna, il nonno lo avrebbe ucciso strangolandolo con un cavo elettrico. Andrea Stival respinse tutte le accuse, definendole calunnie e annunciando querela.
La perizia psichiatrica ordinata dal Tribunale di Ragusa, depositata dopo sette colloqui clinici e diversi test psicodiagnostici, delineò un profilo complesso e inquietante. I periti Eugenio Aguglia e Roberto Catanesi conclusero che Veronica Panarello era pienamente capace di intendere e di volere sia al momento del delitto sia durante il processo.
La perizia evidenziò una personalità disarmonica, fragile e immatura, con una tendenza a manipolare la realtà attraverso meccanismi consci istrionici e onnipotenti. Durante i colloqui con gli esperti, la donna passava dalla commozione al sorriso, assumendo atteggiamenti teatrali e fuori luogo rispetto al contesto. In un'occasione aprì un siparietto sulle scarpe di due consulenti, in un'altra citò la favola del cigno e del brutto anatroccolo per descrivere la presunta gelosia della sorella Antonella nei suoi confronti.
I periti la definirono egocentrica, bugiarda e manipolatrice, con un protagonismo esagerato. Emergeva inoltre un rapporto distorto con Lorys, trattato più come un amico che come un figlio, un legame emotivamente compromesso che avrebbe contribuito alla tragedia.
Il 17 ottobre 2016, al termine del processo con rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica, Veronica Panarello venne condannata a trent'anni di reclusione per omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Il Tribunale dispose anche cinque anni di libertà vigilata e il risarcimento delle parti civili: 350.000 euro al marito Davide e 100.000 euro a ciascuno dei suoceri.
Il 5 luglio 2018 la Corte d'Assise d'Appello di Catania confermò la condanna. Veronica, appresa la sentenza, rivolse minacce terribili al suocero Andrea Stival: "Prega Dio che io ti trovi morto, perché ti ammazzo con le mie mani quando esco". Il 21 novembre 2019 la Corte Suprema di Cassazione rese definitiva la condanna a trent'anni. Nel 2021, Veronica fu condannata anche a due anni di reclusione per calunnia e diffamazione nei confronti del suocero Andrea Stival. La sentenza venne confermata in appello il 17 ottobre 2023.
Attualmente Veronica Panarello, trentasei anni, sconta la pena nel carcere di Torino, dove è reclusa dal dicembre 2014. Nel 2020 ha perso la patria potestà sull'altro figlio, Diego, fratello minore di Lorys, affidato esclusivamente al padre Davide Stival. I rapporti tra i due coniugi si sono interrotti definitivamente dopo la condanna, portando alla separazione.
In carcere, Veronica ha intrapreso un percorso di studi per diventare operatrice socio sanitaria, nella speranza di costruirsi un futuro professionale una volta scontata gran parte della pena. Tuttavia, nonostante le ammissioni parziali di colpevolezza, la donna non ha mai confessato il vero movente dell'omicidio del piccolo Lorys, lasciando ancora molti interrogativi aperti su quella tragica mattina del 29 novembre 2014.
A dieci anni dalla tragedia, la comunità di Santa Croce Camerina continua a ricordare il piccolo Lorys con messe commemorative e manifesti funebri affissi per le strade del paese. Il padre Davide Stival, insieme al figlio Diego, ha scritto lettere toccanti per ricordare il bambino, tenendo viva la memoria di un'innocenza spezzata troppo presto.
Il caso di Lorys Stival ha ispirato documentari televisivi, tra cui "Il piccolo Lorys" andato in onda su Sky nel 2018 e "Il caso Lorys Stival" trasmesso da Rai 2 nel novembre 2023, nell'ambito del ciclo "Delitti in famiglia" curato dal giornalista Stefano Nazzi. Una vicenda che continua a interrogare l'opinione pubblica sul mistero della mente umana e sull'abisso in cui può sprofondare anche l'amore materno.
Fonti:
Wikipedia – “Delitto di Santa Croce Camerina”
Corriere della Sera – Cronache, “Loris, la Cassazione conferma 30 anni di carcere per la madre Veronica Panarello”
Fanpage.it – “La vita di Veronica Panarello oggi”
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy