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In occasione del nuovo venerdì 17 di ottobre, l’Italia si conferma Paese di superstizioni e riti scaramantici, secondo il Rapporto Antiplagio 2025 e l’Indice di Superstizione Regionale (ISR) pubblicato da Casinos.com. Il dossier fotografa le abitudini degli italiani tra consulti da veggenti, spese milionarie, amuleti e curiosità digitale: un fenomeno che in Umbria mantiene una sua forza culturale, in equilibrio fra tradizione popolare e nuove ricerche online.
L’Umbria si posiziona al 13° posto nella classifica dell’ISR, con un punteggio di 51,75, in una graduatoria dominata dalla Campania e che vede il Trentino-Alto Adige fanalino di coda. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Antiplagio, nella regione si spendono ogni anno circa 7 milioni di euro per consulti in presenza da veggenti, medium e guaritori, in un mercato che conta centinaia di operatori locali.
Nell’era digitale, anche in Umbria superstizione e curiosità si intrecciano. Le ricerche Google sulla parola oroscopo raggiungono un punteggio di 90/100, segno che gli umbri attribuiscono grande importanza agli astri e alle previsioni quotidiane. Meno elevato – ma comunque significativo – l’interesse per malocchio (75/100) e portafortuna (56/100): amuleti e gesti propiziatori come corni rossi, ferri di cavallo e tocchi scaramantici continuano a essere presenti nella vita quotidiana, specie nei piccoli centri della regione.
Nel quadro nazionale, l’Umbria si distingue non solo per la continuità della tradizione scaramantica, ma anche per la diffusione di pratiche di protezione dalla sfortuna. Rispetto al Sud, dove il fenomeno si esprime con numeri più rilevanti e picchi di truffe (basti pensare ai 54.000 casi registrati a Napoli), l’Umbria si mantiene su livelli più bassi ma caratterizzati da un interesse stabile. La Regione dimostra così una scaramanzia vissuta con sobrietà, ma radicata.
Fonte:
https://www.casinos.com/it/news/veggenti-rituali-portafortuna-classifica-regioni-piu-superstiziose
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