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Blanca e Liguori di nuovo insieme tra indagini e vecchi sentimenti: scopri i benefici dei cani guida e della pet therapy

Per ricevere un cane guida è necessario essere cittadini italiani, avere una certificazione di cecità assoluta e buone capacità di orientamento e mobilità. Dopo la selezione, la persona viene invitata a un corso di due settimane presso la scuola, dove impara a gestire il cane, conosce i comandi e costruisce con lui un’intesa solida. È un periodo intenso, fatto di fiducia reciproca e scoperta, al termine del quale nasce una coppia inseparabile

Annalisa Ercolani

13 Ottobre 2025, 09:40

Blanca e Liguori di nuovo insieme tra indagini e vecchi sentimenti: scopri i benefici dei cani guida e della pet therapy

Blanca e Cane 3

Torna stasera in tv su Rai 1 Blanca. Nel nuovo episodio, il tentato omicidio di un giovane tirocinante del Centro Recupero Animali Marini, apre un nuovo caso per Blanca e Liguori, chiamati a indagare fianco a fianco dopo che il ragazzo è precipitato da un tetto in circostanze misteriose. Lavorare insieme riaccende inevitabilmente i sentimenti dell’ispettore per la collega, ma Blanca, stavolta, ha la testa altrove.

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Insieme a Domenico, infatti, è sempre più coinvolta nella ricerca del bambino legato a Valya, un mistero che si fa ogni giorno più fitto. Tra i due cresce la complicità, mentre Eva, gelosa e decisa a non perdere Domenico, osserva con crescente tensione. Un intreccio di passioni e segreti che promette di sconvolgere gli equilibri del gruppo e di portare Blanca a un passo da una verità pericolosa.

La protagonista è interpretata dall'attrice Maria Chiara Giannetta, consulente di polizia, non vedente da quando aveva 13 anni. Dopo la scomparsa di Linneo Blanca, deve imparare a gestire un nuovo fedele amico, Cane 3, e quest'anno più che mai dovrà superare le sue paure. 

I cani guida: compagni di vita, non semplici ausili

I cani guida per persone cieche e ipovedenti sono tra gli ausili più preziosi per garantire autonomia e sicurezza nella vita quotidiana. Ma definirli ausili è quasi riduttivo. Questi straordinari animali sono veri e propri angeli custodi, compagni fedeli che diventano gli occhi e la fiducia di chi non può contare sulla vista.

Le origini di un legame straordinario

La storia dei cani guida affonda le radici nella Germania della Prima Guerra Mondiale, dove nacquero le prime scuole destinate ad addestrare cani per i soldati rimasti ciechi in battaglia. In Italia, l’avventura iniziò nel 1929, quando a Scandicci vennero consegnati i primi tre cani guida della Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi, la più antica ancora attiva nel mondo.

L’iniziativa nacque grazie all’Unione Italiana Ciechi, fondata a Genova nel 1920, che si ispirò al modello svizzero di Dorothy Eustis, pioniera americana del settore. Da allora, la scuola di Firenze è diventata un punto di riferimento internazionale, al pari della storica “Seeing Eye” statunitense.

Le razze del cuore: Labrador, Golden e Pastore Tedesco

Non tutti i cani hanno le qualità necessarie per diventare guide. Servono equilibrio, docilità, resistenza fisica e un’intelligenza fuori dal comune. Il Labrador Retriever è oggi la razza più diffusa: gentile, empatico, facilmente addestrabile e instancabile nel lavoro. Accanto a lui, il Golden Retriever, dal carattere mite e sensibile, risponde meglio ai metodi di addestramento più dolci.
Il Pastore Tedesco, invece, è il veterano della categoria: è stato il primo a essere impiegato come cane da assistenza e rimane ancora oggi simbolo di dedizione e coraggio. Tutte e tre le razze condividono doti eccezionali: forza fisica, capacità di concentrazione, sensibilità verso l’uomo e un’intelligenza che permette loro di prendere decisioni autonome, quando serve, anche disobbedendo a un comando per evitare un pericolo.

Come nasce un cane guida

Il percorso comincia quando il cucciolo ha appena tre mesi. In questa fase viene affidato a una famiglia volontaria, i cosiddetti “puppy walker”, che si occupano della sua educazione e socializzazione per circa un anno. In quel periodo, il cane impara a conoscere ambienti diversi, a comportarsi correttamente in pubblico e a gestire suoni, rumori e distrazioni.

Verso i dodici mesi il giovane cane torna al centro per affrontare la formazione specialistica, che dura circa sei o sette mesi. Qui inizia un addestramento rigoroso ma basato su metodi gentili: niente coercizione, solo rinforzi positivi. Il cane impara a riconoscere ostacoli, scale, dislivelli, attraversamenti pedonali, porte e mezzi pubblici.
È una preparazione lenta, progressiva, che parte dai percorsi interni per arrivare, passo dopo passo, alle strade affollate e al traffico cittadino.

I compiti di un cane guida

Una volta completata la formazione, il cane è pronto a trasformarsi negli occhi del suo futuro compagno umano. Il suo ruolo non è solo quello di “condurre”, ma di proteggere, anticipare e rassicurare. Guida intorno agli ostacoli, riconosce marciapiedi, attraversamenti e porte, ma sa anche fermarsi di fronte a un pericolo — una macchina che arriva, un gradino improvviso, un ostacolo sospeso all’altezza della testa.

Accanto alla funzione pratica c’è però una dimensione più profonda: quella emotiva. Il cane guida diventa un punto di riferimento affettivo, un compagno costante che dà sicurezza, conforto e stabilità psicologica. È una presenza discreta ma fondamentale, capace di restituire libertà e dignità a chi spesso ha dovuto imparare a dipendere dagli altri.

Diritti e tutela in Italia

La legge italiana tutela con chiarezza i cani guida e le persone che li accompagnano. La Legge n. 37 del 1974, aggiornata nel 2006, garantisce a questi animali accesso libero a tutti i luoghi pubblici, inclusi mezzi di trasporto, ristoranti e alberghi. Non è richiesto l’uso della museruola, salvo casi specifici, e non è dovuto alcun biglietto sui mezzi pubblici. Chi ostacola l’ingresso di un cane guida può incorrere in sanzioni amministrative fino a 2.500 euro. Perfino il Codice della Strada consente al cane di viaggiare accanto al padrone sul sedile posteriore, riconoscendone la particolare funzione.

Come Ottenere un Cane Guida

Per ricevere un cane guida è necessario essere cittadini italiani, avere una certificazione di cecità assoluta e buone capacità di orientamento e mobilità. Dopo la selezione, la persona viene invitata a un corso di due settimane presso la scuola, dove impara a gestire il cane, conosce i comandi e costruisce con lui un’intesa solida. È un periodo intenso, fatto di fiducia reciproca e scoperta, al termine del quale nasce una coppia inseparabile.

Le richieste, però, superano di gran lunga le disponibilità: in media, le liste d’attesa possono arrivare fino a tre anni. C’è chi si iscrive a più scuole contemporaneamente pur di abbreviare i tempi. Eppure, chi ha avuto la fortuna di ricevere il proprio cane guida racconta che l’attesa è nulla rispetto a ciò che si guadagna: autonomia, indipendenza e una nuova vita.

Pet Therapy: un aiuto concreto per corpo e mente

La pet therapy per persone cieche e ipovedenti è una pratica terapeutica che unisce scienza, empatia e relazione. Non si tratta semplicemente di stare meglio grazie alla compagnia di un animale, ma di un vero e proprio intervento strutturato, riconosciuto a livello medico e psicologico, capace di migliorare l’autonomia, la fiducia in sé e il benessere generale di chi vive una disabilità visiva. A differenza dei cani guida, che hanno il compito pratico di accompagnare la persona cieca nella vita quotidiana, la pet therapy si concentra sugli aspetti emotivi e relazionali, aiutando a ritrovare equilibrio, sicurezza e partecipazione sociale.

Un legame che cura

Gli Interventi Assistiti con Animali, conosciuti come IAA, si basano sull’incontro tra una persona e un animale appositamente addestrato, guidato da un team di professionisti. È una relazione mediata e strutturata, ma al tempo stesso naturale: il contatto con l’animale, la sua presenza costante e non giudicante, diventano un canale privilegiato per lavorare su emozioni, stimolazione sensoriale e capacità relazionali.

Per chi non vede, il legame con un cane o un gatto può trasformarsi in una vera palestra di fiducia. Accarezzare l’animale, ascoltarne i movimenti, prendersene cura o semplicemente riconoscerne la presenza nello spazio intorno a sé aiuta a sviluppare una percezione più consapevole del corpo e dell’ambiente. È una forma di stimolazione cognitiva e sensoriale che coinvolge tatto, udito e memoria, e che favorisce anche la concentrazione e la calma interiore.

Un’integrazione, non un sostituto

È importante ricordare che la pet therapy non sostituisce l’aiuto dei cani guida, ma lo integra. Mentre i cani guida rappresentano un supporto permanente per la mobilità e l’autonomia quotidiana, la pet therapy ha una funzione terapeutica e temporanea, strutturata in cicli di incontri che mirano al miglioramento del benessere complessivo.

Gli animali da terapia non hanno libero accesso agli spazi pubblici come i cani guida, ma operano in contesti controllati — centri specializzati, scuole, ospedali o associazioni — dove l’ambiente è sicuro e adatto alla relazione uomo-animale.

Accessibilità e sostegno

In Italia, i cani guida vengono forniti gratuitamente alle persone non vedenti, grazie al lavoro di associazioni e centri specializzati. La pet therapy, invece, può prevedere costi variabili, a seconda del tipo di percorso e della struttura che lo offre. Diverse realtà, come l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI), promuovono programmi di pet therapy gratuiti o a tariffe agevolate, rendendo questo tipo di intervento sempre più accessibile.

Fonte:

www.cazampa.it

www.uiciverona.it

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