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In un'epoca in cui i confini tra finzione e realtà si fanno sempre più sottili, il film thriller Ti vorrei come mia figlia (titolo originale The Replacement Daughter), diretto da Conor O'Brien e trasmesso stasera - sabato 11 ottobre - su Rai 2, cattura l'attenzione del pubblico esplorando i lati più oscuri dell'ossessione materna e della manipolazione affettiva.
La trama romanzata avvolge di mistero gli eventi reali che hanno ispirato Ti vorrei come mia figlia. In un racconto che mette in guardia sui pericoli delle dinamiche familiari tossiche, il thriller ruota attorno al personaggio di Jessica, una giovane brillante e piena di sogni - interpretata da Karis Cameron - la cui vita viene sconvolta quando la madre Liza (Melanie Scrofano) rimane vittima di un misterioso investimento da parte di un pirata della strada e finisce in coma. Rimasta sola e vulnerabile, Jessica accetta l'aiuto di Eva (Tamara Duarte), una donna facoltosa che sembra offrirle rifugio e affetto in un momento di disperazione. Tuttavia, l'apparente benevolenza di Eva nasconde un piano sinistro. La donna, che ha perso la propria figlia in circostanze tragiche, vede in Jessica la "sostituta" perfetta per colmare il vuoto lasciato dal lutto. Quello che inizia come un gesto di solidarietà si trasforma presto in un incubo di controllo, inganni e isolamento, con Jessica intrappolata in una relazione parassitaria che minaccia la sua identità e la sua libertà.
Nonostante non ci siano precise informazioni sulla storia che ha ispirato la nascita del film, il regista Conor O'Brien si sarebbe conformato a un approccio comune nei thriller psicologici di Lifetime, il canale che ha prodotto il film, noto per adattare storie tratte da fatti di cronaca per esplorare i temi del lutto irrisolto, l'ossessione e le vulnerabilità emotive. Nonostante la mancanza di riferimenti precisi, il film tocca corde universali, ispirandosi probabilmente a un mix di eventi documentati che coinvolgono figure materne ossessive. Ti vorrei come mia figlia invita a riflettere sulle fragilità umane, sul confine tra amore e possesso, e sull'importanza di riconoscere i segnali di una relazione tossica. Con una durata di 88 minuti, il film è stato elogiato per le performance del cast, inclusa Tamara Duarte nel ruolo della manipolatrice Eva, e per la regia intenta a mantenere il pubblico incollato allo schermo fino al colpo di scena finale.
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