PERUGIA
Federico Buffa e Alessandro Nidi al pianoforte
Federico Buffa incanta l'Auditorium di San Francesco al prato nel segno di Michael Jordan. L’avvocato inaugura la stagione 2025/2026 del Sanfra con lo spettacolo “Number 23. Vita e splendori di MJ”. Il pubblico si è accomodato sulle note iconiche di Sirius, il tema dell’ingresso sul parquet dei Chicago Bulls negli anni ’90. Il primo a salire sul palco, al cospetto di un Auditorium completamente sold-out, è stato il musicista Alessandro Nidi, che al pianoforte ha accompagnato il monologo di Buffa per tutta l’ora e mezza dello spettacolo.
A Perugia ha scelto di portare il ritratto di uno dei più grandi sportivi di tutti i tempi. Lo storyteller ha esordito parlando di un antico proverbio giapponese secondo cui l’uomo ha tre cuori: uno sulle labbra, perché il mondo lo veda; un altro nel petto, da mostrare agli amici; e infine uno segreto, nel profondo, a cui nessuno arriva. È da qui che parte per raccontare la storia di Micheal Jeffrey Jordan, soffermandosi in particolare sull’infanzia e l’adolescenza, che hanno avuto una grande importanza nel lungo processo che lo ha portato a diventare leggenda.
Dal rapporto speciale e allo stesso tempo complesso con il padre James alla sua fonte d’ispirazione più grande, la stella degli Harlem Globetrotters Meadowlark Lemon, originario del North Carolina, luogo che si rivelerà una tappa fondamentale della carriera cestistica di Jordan. È infatti all’Università del North Carolina che muove i primi passi nel mondo del basket; un college con un passato contraddistinto dalla discriminazione razziale.
E il racconto dell’avvocato non può non soffermarsi su una figura che ha cambiato la storia dello sport in Usa, l’allenatore John McLendon (il primo coach afroamericano in un’università prevalentemente bianca) che con “The secret game” contro Duke University portò nel 1944 alla prima partita in cui neri e bianchi si sfidarono sullo stesso campo. È grazie a lui se MJ negli anni ’80 approderà in un college all’avanguardia e tra i migliori in ottica NCAA.
Poi l’avvocato si concentra sulla parte più nota del racconto: gli anni da dominatore in NBA, i primi tre titoli, il ritiro dopo la morte del padre, la breve avventura nel baseball e il ritorno in quelli che saranno i Chicago Bulls più forti di tutti i tempi. Le parole di Buffa sono inframezzate dalle clip più celebri del numero 23, come il canestro del sesto titolo in Gara 6 delle Finals ’98 contro gli Utah Jazz.
Se l’avvocato ha potuto raccontarlo in diretta al Delta Center di Salt Lake City come telecronista di Tele+, mercoledì lo ha riproposto alla platea perugina, spezzando il polso come MJ nel “Last shot” e concludendo con la frase più iconica della stella NBA: “I limiti, come le paure, spesso sono solo delle illusioni”.
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