ZODIACO E NATURA
A ottobre la luna transita nello Scorpione (23 ottobre-21 novembre), il segno più affascinante e misterioso dello zodiaco. Passionale e diffidente, di lui si dice: “Non attacca per primo, ma se lo fai arrabbiare…”. Come il suo simbolo astrologico, lo scorpione terreno possiede le stesse caratteristiche: fascino e pericolo. Ma non è solo una creatura misteriosa e temuta, oggi lo scorpione è al centro di un mercato mondiale che va dalla ricerca scientifica alla cosmetica. In alcune parti del mondo esistono vere e proprie fattorie di scorpioni, nate con lo scopo di estrarre il loro preziosissimo veleno. E c’è anche chi preferisce allevarli come animali esotici da compagnia.
Con i suoi 400 milioni di anni di storia evolutiva, lo scorpione è uno degli artropodi più vecchi della Terra. Come i ragni e le zecche, appartiene alla classe degli aracnidi. Nonostante le sue dimensioni ridotte, ha un corpo complesso con due grandi chele frontali per catturare e trattenere le prede, un addome segmentato e la sua tipica coda arcuata che termina con un aculeo velenoso. Alcune specie, sotto luce ultravioletta, emettono una fluorescenza blu-verde che secondo alcuni esperti potrebbe dipendere dalla composizione della loro pelle, ma il motivo esatto è ancora oggetto di studio. Ad oggi conosciamo circa 2.000 specie distribuite in tutto il mondo, che si sono abituate a diversi tipi di habitat, come le foreste tropicali e i deserti. Lo scorpione è attivo soprattutto di notte, quando va a caccia di insetti e piccoli vertebrati che cattura con le chele e uccide con una dose calibrata di veleno. Una delle caratteristiche più affascinanti è la capacità dello scorpione di scegliere le sostanze che compongono il veleno in base alla preda e di regolare la quantità da iniettare: questo comportamento è noto come venom metering. Proprio per la sua combinazione unica, il veleno dello scorpione potrebbe trovare applicazione in campo medico e cosmetico, soprattutto per le sue proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e rigenerative. In natura, uno scorpione possiede mediamente tra 0,5 e 2 milligrammi di veleno, ma con tecniche estrattive specifiche è possibile ottenere quantità superiori: è ciò che accade nelle fattorie intensive, che producono veleno da commercializzare in tutto il mondo, sollevando però numerose polemiche da parte delle associazioni animaliste.
Il metodo più diffuso per l’estrazione, o mungitura, è quello elettrico, anche se considerato il più discusso e invasivo. Si basa sull’applicazione di leggere scariche nella zona del telson (la punta della coda) per stimolare il rilascio del veleno. Esiste anche il metodo manuale, meno utilizzato e più rischioso per gli operatori: in questo caso si utilizzano aghi o pinzette per indurre la secrezione velenifera. Infine, si stanno sviluppando procedure più innovative, come il robot VES-4 progettato in Iran che consente un’estrazione più rapida e precisa. Nel mondo, le fattorie di scorpioni stanno moltiplicandosi. I paesi con la maggiore produzione sono la Cina, l’India e il Medio Oriente. La più rinomata è probabilmente quella turca, a Sanliurfa, dove si allevano circa 20.000 esemplari. Qui il veleno viene estratto manualmente, poi essiccato e inviato in diversi paesi, dove alcuni suoi componenti (in particolare i peptidi) vengono impiegati per produrre cosmetici o per la sperimentazione clinica.
Secondo il sito Scorpion Venom Market, il veleno viene venduto per scopi di ricerca a prezzi molto variabili: si parte da circa 250 dollari per piccole quantità e si può arrivare a 50.000 dollari, a seconda della specie e della purezza. Anche aziende chimiche rinomate, come Sigma-Aldrich, vendono il veleno del Leiurus quinquestriatus, conosciuto come “scorpione della morte”: 10 milligrammi costano circa 1.070 dollari. L’estrazione del veleno è una pratica dibattuta perché, oltre ad essere invasiva, solleva il problema della tutela delle specie. In alcuni paesi, come l’India, l’attività è regolamentata: chi vuole aprire una fattoria deve ottenere permessi e seguire protocolli precisi per garantire il benessere di questi animali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) raccomanda di rispettare linee guida etologiche e sanitarie, affinché le pratiche siano compatibili con il rispetto della biodiversità.
Il fascino di questi animali misteriosi spinge alcuni appassionati ad allevarli in casa. Sembrerebbe che prendersi cura di loro non sia particolarmente complesso, a patto di scegliere la specie giusta. Il Pandinus imperator è tra le più adatte ai principianti: è imponente e, nonostante il suo aspetto inquietante, ha un carattere docile. Per allevarne uno servono un terrario adeguato e insetti vivi per nutrirlo. Il terrario va mantenuto pulito, con una temperatura tra i 25 e i 30 gradi e un livello di umidità adeguato. È importante inserire anche nascondigli e appigli per consentirgli di arrampicarsi. Gli scorpioni si nutrono di grilli, cavallette e scarafaggi che imitano la loro dieta naturale. Per prevenire carenze, è consigliato arricchire questi insetti con vitamine e minerali prima di offrirli come pasto. Essendo animali schivi, vanno maneggiati con estrema cautela, utilizzando pinzette e guanti: non sono da coccolare e la manipolazione va limitata ai soli casi necessari. Infine, è sempre bene informarsi sulle corrette manovre di primo soccorso nel caso si venisse punti: sebbene la maggior parte dei morsi di scorpione non sia letale per un adulto sano, possono verificarsi reazioni allergiche impreviste.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy