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Anne Hathaway, qual è stato il ruolo più difficile della sua carriera. "Ho dovuto accettare di essere una principiante"

L'attrice racconta il lavoro dietro la protagonista del film "Mother Mary", in uscita alla fine di quest'anno

Claudia Boccucci

07 Ottobre 2025, 15:35

Anne Hathaway, qual è stato il ruolo più difficile della sua carriera. "Ho dovuto accettare di essere una principiante"

Anne Hathaway

"Ho dovuto accettare di essere una principiante", esordisce così l'attrice Anne Hathaway nel presentarci il duro lavoro che si cela dietro al personaggio protagonista di Mother Mary, il nuovo film di David Lowery che uscirà a fine 2025. Madre Maria è il ruolo che Hathaway ha sempre sognato e, al contempo, la sfida più grande che ha dovuto affrontare finora nella sua carriera, riporta Vogue. La trasformazione in una musicista che abbandona il suo tour per per cercare una vecchia amica attiva nel mondo della moda (interpretata da Michaela Coel) è stato un arduo compito per l'attrice statutinente. "Ciò che mi ha colpito subito, leggendo la sceneggiatura, è che non si può 'interpretare' Madre Maria", dice Hathaway in un'intervista alla testata di moda, lasciando intendere che questa volta il personaggio di Madre Maria richiedeva un approccio differente rispetto ai ruoli interpretati finora. 

Il lavoro dietro al personaggio

È stato un vero e proprio processo di trasformazione fatto di due anni di allenamento quotidiano di danza (dalle 8 alle 18), più le lezioni di canto e le lunghe riprese a Colonia e dintorni. Il risultato è stata una nuova consapevolezza rivelatasi necessaria per immedesimarsi in una credibile pop star mondiale. "L'umiltà di presentarsi ogni giorno sapendo che farai schifo. E deve andare bene. Non sei 'cattiva'. Sei solo una principiante. Ho dovuto liberarmi di alcune cose da cui era difficile sganciarsi. È stato un bene. Ma è stato difficile, come possono essere dure le esperienze di trasformazione". Le fitte lezioni di danza con la coreografa Dani Vitale grazie alle quali Hathaway ha "imparato a respirare". "Il mio corpo era così bloccato che non riuscivo letteralmente a fare un respiro profondo. Cercavo di aprire quello spazio da anni e pensavo fosse fisicamente impossibile. Tutto il mio respiro era bloccato", aggiunge l'attrice. 

Il contrasto tra Madre Maria e Anne Hathaway

"Ricordo quel primo giorno, pensai: ' Oh no. Perché è come una bambola, capisci? Così carina, così aggraziata.' Ho pensato: ' Oddio, devo spezzare questa persona '", ricorda la coreografa. La gentilezza fuori dall'ordinario fa di Anne Hathaway un'attrice e una persona "incredibilmente gentile". "Sembra un elogio superficiale, ma passare del tempo con lei mi ha fatto dubitare di aver mai incontrato una persona veramente gentile. "Conosco molte persone gentili , ma si può essere gentili e a volte anche sarcastici, impazienti, offesi, distaccati e così via. Ma Anne Hathaway è gentile e simpatica, e continuavo ad aspettare che la sua maschera cadesse, che facesse qualcosa di non gentile, ma non l'ha mai fatto. Non dal momento in cui mi ha accolto con il tipo di abbraccio muscoloso solitamente riservato a una persona cara perduta da tempo", si legge su Vogue

(Anne Hathaway sul set di Mother Mary. Foto da Instagram)

La lezione imparata da James Gray 

Nonostante la carriera iniziata fin da adolescente, per Hathaway ci sono ancora momenti in cui una principiante nel cinema. "Quando lavoravo con James Gray su Armageddon Time, mi diceva: 'Non cercare mai di centrare il punto'", ricorda Hathaway. In altre parole, non pianificare la tua performance; non puntare sui ritmi emotivi. "E quando imponi la tua forma a una performance, quando c'è quell'impalcatura, è meno rischioso. Ma quello che James voleva era un certo grado di trasparenza. E quell'esperienza è stata fondamentale, spiega l'attrice. 

La sequenza cruciale in cui "la troupe scoppiò a piangere"

La scena di punta arriva verso la parte finale del film, in cui Hathaway "a un certo punto è crollata e ha detto: 'Devo scusarmi, perché credo che quello che uscirà da me ti farà male'. E Michaela le ha preso le mani e ha detto: 'Ti amo, mi fido di te'. Abbiamo girato quella scena in diverse fasi per circa una settimana", ricorda il regista. "È un lavoro molto coraggioso quello che ha fatto .- rimarca Coel .- Guardate quel ballo nella stalla: è spaventoso. La fisicità che ha dovuto imparare per prepararsi a questo lavoro – e non siamo solo noi nella stalla, ma anche la troupe, i produttori, e quindi ovviamente quella giornata è stata terrificante, un piccolo mostro sulla sua spalla, ma nessuno se ne è accorto fino alla prima ripresa. E poi continuare a farlo, ripresa dopo ripresa". "La troupe, questi enormi tedeschi, scoppiarono tutti a piangere quando finì - aggiunge la coreografa .- Fu una giornata pazzesca. Voglio dire, tutti furono messi alla prova. Ma ci unì tutti molto uniti. È come se David avesse fondato una setta per caso".

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