Spettacolo
Occhi verde intenso, capelli scuri e tutta la spontaneità che i riflettori non hanno mai intaccato. Melissa Satta, ospite in una puntata del podcast One More Time condotto da Luca Casadei, ripercorre i momenti salienti della sua adolescenza, rivelando dettagli inediti e aneddoti curiosi. Una bellezza disarmante, di cui la modella non è sempre stata consapevole: "All'inizio sarei dovuta essere un maschio, credo di essermi sentita un maschio fino ai 15 anni. Mi piaceva fare le cose da maschi e vestirmi come tale. Adoravo giocare a calcio, girare a piedi scalzi, con i capelli corti e le ginocchia sbucciate. Volevo chiamarmi Alex... I fidanzati non mi interessavano, ero magra e senza forme. Tutti mi chiamavo 'Olivia'."
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Oggi, a distanza di vent'anni, "mi sento orgogliosa di tutte le cose che ho raggiunto e sono riuscita a mettere insieme", continua la modella. Il grazie più grande va a se stessa e a ciò che ha imparato dalla sua famiglia: "Non ho mai visto sperperare i miei genitori, attaccarsi alle cose futili. Ho avuto un buon esempio in casa e questo mi ha aiutato a gestirmi. Da quando ho iniziato a lavorare, a 19 anni, non ho più chiesto soldi a nessuno". Nonostante "i miei compagni stessero bene economicamente, ho sempre fatto tutto da sola", aggiunge. E conclude: "Essere indipendente è ciò che ti rende al 100% libero".
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