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Notte di San Lorenzo e i miti legati alle stelle cadenti: perché si esprime un desiderio quando se ne vede una

Ilaria Albanesi

07 Agosto 2025, 20:30

Notte di San Lorenzo e i segreti delle stelle cadenti: perché si esprime un desiderio quando se ne vede una

"E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale. Oh! D'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!" - recitava Giovanni Pascoli in X Agosto. E ora che la magica notte di San Lorenzo si sta avvicinando, come da tradizione milioni di persone si affacceranno nel buio di sabato 10 agosto per scrutare il cielo stellato alla ricerca della fortuna, con la speranza di cogliere una fugace stella cadente ed esprimere un desiderio. Ma perché è nata questa tradizione?

Innanzitutto, il termine stelle cadenti è, in realtà, improprio. Si tratta, infatti, di meteore - ovvero piccoli frammenti di roccia e polvere che, avvicinandosi alla terra, entrano nella sua atmosfera a velocità impressionanti: si riscaldano fino all'incandescenza, producendo una scia luminosa. Sebbene le stelle cadenti siano visibili tutto l'anno, la frequenza aumenta in certi periodi quando il nostro pianeta attraversa regioni particolarmente affollate di polvere e rocce - come accade, quindi, nel periodo di San Lorenzo.
 

Miti e credenze: l'antico Egitto

Nell'antico Egitto si pensava che il cielo fosse il corpo della dea della nascita Nut e che le stelle della volta celeste non fossero altro che i defunti - prima solo dei sovrani e dei faraoni, poi, a partire dal Medio Regno, anche degli uomini comuni. In questo contesto le stelle cadenti non erano identificate come stelle - per gli Egizi non era concepibile che i propri defunti precipitassero dalla volta. Tuttavia - secondo varie ipotesi - è possibile che le meteore venissero intese come doni dal cielo: teoria avvalorata dalla presenza di silica glass - sabbia fusa in seguito alla caduta della stella cadente - nella tomba di Tutankhamon.

Nut con il corpo arcuato simboleggia la volta celeste

L'antica Grecia

Nell'antica Grecia le stelle cadenti sono associate al mito di Fetonte, la caduta del figlio di Helios - il Dio del sole. Secondo la leggenda, Fetonte, desideroso di guidare il carro del sole, ottenne il permesso del padre ma non riuscì a controllarlo, rischiando di incendiare la Terra. Zeus, per evitare il peggio, lo colpì con un fulmine, facendolo precipitare nel fiume Eridano. Le scie luminose che seguirono la sua caduta, sono state interpretate come stelle cadenti. 

La caduta di Fetonte di Peter Paul Rubens

L'antica Roma

Nel mondo dell'antica Roma, il mese di Agosto era dedicato all'imperatore Augusto. Date le numerose feste legate al mondo dell'agricoltura dedicate a Inuo - la divinità della fecondazione - , e Acca Larentia (celebrata proprio il 10 agosto) -  che rappresenta la Natura -, la pioggia di stelle era un buon presagio di fertilità.

 

Il Cristianesimo

Nella cultura cristiana la notte del 10 agosto è legata alla figura di San Lorenzo - in una transizione dalla festa pagana di Acca Larentia al Cristianesimo. Il Santo era uno dei dieci diaconi di Roma, martire dopo l'editto emanato dall'imperatore Valeriano. Secondo l'agiografia del santo, la sua morte avvenne il 10 agosto del 258 d.c. (anno dell'editto) nelle catacombe di Pretestato, dove fu arso vivo sulle braci ardenti. Le stelle cadenti erano associate alle scintille della graticola dove il santo morì.

Nonostante il collegamento con la morte di San Lorenzo, le stelle cadente mantennero il significato di buon auspicio già presente nella tradizione pagana. 

Quando nasce l'usanza di esprimere un desiderio

L'usanza di esprimere una un desiderio ogni volta che si vede una stella cadente nasce attorno all'anno zero - dalla tradizione cristiana della stella cometa che guida i Magi verso la grotta dove nasce Gesù.

La consuetudine affonda le radici nell'etimologia stessa della parola desiderio: il termine deriva dal latino de-sidera, vale a dire mancanza di stelle. Desiderare significare dunque percepire l'assenza delle stelle, bramare qualcosa di irraggiungibile. Nel De Bello GallicoCesare racconta dei desiderantes - i soldati che, a fine battaglia, attendevano sotto le stelle il ritorno dei compagni, spesso invano. Ma il desiderio era anche quello dei marinai, che scrutavano il cielo notturno per orientarsi, sognando il ritorno a casa. 

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