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"Vietato morire": i paesi in Italia e nel mondo in cui la morte è illegale

Federico Giovagnoli

31 Luglio 2025, 13:13

"Vietato morire": i paesi in Italia e nel mondo in cui la morte è illegale

La morte è ancora un tabù per molti. Accettare la propria finitezza è qualcosa di terrificante per quanto inevitabile. Non si può mettere al bando La Certa - usando le parole di Caparezza - ma qualcuno, in giro per il mondo, lo ha fatto davvero. Questi sono alcuni dei posti in cui è vietato morire.


Sellia, foto di Cammino Basiliano

Sorto tra i fiumi Simeri e Alli, Sellia è un piccolo borgo collinare nella provincia di Catanzaro. Malgrado le sue dimensioni ridotte, il paese è ricco di musei e di opifici, rendendola una gemma nascosta della Presila Catanzarese. Purtroppo lo spopolamento affligge il paesino. Per far fronte all'immenso problema, nel 2015 il sindaco del tempo Davide Zicchinella ha espressamente stabilito, con un'ordinanza, "il divieto di ammalarsi all'interno del comune" e, di conseguenza, di morire. La notizia ha fatto il giro del mondo. Il Guardian riporta le parole dell'ex primo cittadino: "Per legge, non potevo [vietare di morire] direttamente. Non si può ordinare un'impossibilità per legge. Ma la mia intenzione è combattere la morte".


Il Lago di Falciano del Massico

Sellia non è l'unico posto nel nostro paese che ha dichiarato guerra al tristo mietitore. Dalla Calabria ci spostiamo in Campania, precisamente a Falciano del Massico. In questo comune di circa 3400 abitanti, dal 2012 la morte è persona non grata. "È vietato, con effetto immediato, a tutti i cittadini residenti nel comune di Falciano del Massico, e a chiunque transiti per il suo territorio, di varcare il confine della vita terrena e di entrare nell'aldilà". La motivazione di questa ordinanza è però legata a un problema urgente: il cimitero locale, che si trova nel territorio del vicino comune di Carinola, è saturo. Senza spazio nel camposanto, morire diventa un problema insormontabile. Un tentativo estremo di convincere le autorità competenti ad agire.


Una vista di Lanjarón

Uscendo dai nostri confini, sono molti i luoghi in cui, per i più disparati motivi, non è consentito morire. I villaggi di Sarpourenx in Francia e di Lanjarón in Spagna hanno messo al bando la morte per le stesse motivazioni di Falciano del Massico. "
Io sono solo un sindaco. Sopra di me c’è Dio, che alla fine è colui che gestisce le cose", così si espresse l’ex primo cittadino José Rubio quando nel 1999 chiuse le porte del suo paesino andaluso alla morte.

I casi più particolari che hanno portato a impedire per legge il passaggio a miglior vita sono quello di Longyearbyen in Norvegia e quelli delle isole di Delos in Grecia e di Itsukushima in Giappone.


Longyearbyen (foto di Bjørn Christian Tørrissen)

La città norvegese, il cui nome si deve a 
John Munroe Longyear, imprenditore statunitense che sbarcò nel 1901 su quella che era al tempo l'isola più a nord del mondo conosciuto, ha vietato la morte a causa del permafrost sin dal 1950. Il terreno permanentemente gelato, a causa delle temperature subartiche, impedisce la decomposizione dei corpi sepolti.

Infine DelosItsukushima non permettono né alla morte né alla vita di varcare le loro soglie per lo stesso motivo: la loro profonda spiritualità.


L'isola di Delos a sinistra (foto di Bernard Gagnon) e l'isola di Itsukushima a destra

A Delos, culla della cultura e della mitologia greca, è proibito nascere e morire da più di 2500 anni. Sin dall'antica Grecia, le donne in dolce attesa e i malati terminali venivano portati nella vicina isola di Renea per non contaminare l'illibatezza di Delos. 

Itsukushima, completamente sprovvista di centri ospedalieri e di cimiteri, deve la sua sacralità allo Shintoismo. Dal 1878 è categoricamente vietato nascere e morire qui, per evitare l’inquinamento spirituale di uno dei posti più affascinanti e incantevole del Sol Levante.

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