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Complesso templare

A Perugia San Bevignate avrà (forse) la sua giornata celebrativa. Passa la proposta

Sabrina Busiri Vici

29 Luglio 2025, 06:17

San Bevignate

Una giornata dedicata a Bevignate, il “quasi santo” perugino del Duecento: l’idea l’ha lanciata Cesare Carini, consigliere del gruppo Pensa Perugia, e la quarta commissione consiliare ha detto sì. Con 15 voti favorevoli è stato approvato l’ordine del giorno che punta a celebrare ogni 14 maggio – data della nascita – una figura centrale nella memoria storica della città.

Non un santo ufficiale, ma comunque venerato a tal punto da ottenere nel 1453 una canonizzazione “laica”, con tanto di festa civica e astensione dal lavoro. Al centro della proposta, anche la valorizzazione della chiesa di San Bevignate, uno dei più importanti complessi templari d’Europa, edificato a partire dal 1256 su richiesta del cavaliere Bonvicino. “Un’occasione per far conoscere Bevignate e la sua epoca, il secolo d’oro di Perugia”, ha spiegato Carini, ricordando che il Comune è capofila italiano della Templars Route European Federation, impegnata a ottenere il riconoscimento del tracciato come Itinerario Culturale Europeo.

In commissione sono intervenuti anche la storica Sonia Merli, che ha ripercorso la vicenda del quasi santo recuperata dagli studi di Padre Ugolino Nicolini, e l’assessore alla cultura Fabrizio Croce, favorevole all’idea: “È una figura che merita attenzione e una parte importante della nostra storia”. Più d’un consigliere ha ricordato l’urgenza di riportare al centro il complesso di San Bevignate: tra questi, Nilo Arcudi, che ha seguito da amministratore i lavori di recupero, e Leonardo Varasano, che ha chiesto di armonizzare la proposta con i progetti già avviati. Non solo templari nella seduta: si è parlato anche dell’abbazia benedettina di Mugnano, ormai ridotta a rudere nonostante secoli di storia alle spalle. L’ordine del giorno, firmato da Varasano e Augusto Peltristo, chiede al Comune di rilanciare il dialogo con l’Ordine di Malta, attuale proprietario dell’immobile. L’obiettivo è chiaro: salvarla dal degrado, promuoverne il recupero o, perché no, acquisirla. “È un bene che appartiene a tutta la città”, ha detto l’ex sindaco Mario Valentini. Dal 2023 qualche passo è stato fatto: Niccolò Ragni (Pd) ha avviato una nuova interlocuzione, ottenendo almeno la rimozione dei detriti dalla facciata. Ma i problemi restano. “Serve una strategia chiara, anche con il coinvolgimento di soggetti privati”, ha detto Stefano Nuzzo (M5s). Intanto, una novità: secondo Varasano, lo Smom starebbe valutando la vendita del bene. A settembre se ne riparlerà in Commissione, forse con sviluppi concreti.

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