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Jovanotti in bici sul Monte Fumaiolo dove nasce il Tevere: "Una volta mio padre mi portò qui"

Il cantante sui social: "A Roma il Tevere è grande, ma qua è solo un filo d’acqua. Mio padre mi disse: guarda, questo è il fiume che passa sotto casa nostra. È piccolo, ma crescerà. E diventerà grande, maestoso. Non capii subito il senso di quel gesto, ma da allora mi è rimasto dentro"

Annalisa Ercolani

27 Luglio 2025, 18:05

Jovanotti in bici sul Monte Fumaiolo dove nasce il Tevere: "Una volta mio padre mi portò qui"

Jovanotti al Monte Fumaiolo

Un ritorno simbolico, tra le radici dell’Italia e quelle della propria storia personale. Jovanotti ha fatto tappa al Monte Fumaiolo, dove nasce il Tevere, per dare inizio a un viaggio che è molto più di una pedalata. È un percorso di rinascita. Nel video pubblicato sui suoi social, il cantautore racconta un ricordo d’infanzia legato proprio a quel luogo, in bilico tra Toscana, Romagna e Umbria: "Una volta mio padre mi portò qui. A Roma il Tevere è grande, ma qua è solo un filo d’acqua. Mi disse: guarda, questo è il fiume che passa sotto casa nostra. È piccolo, ma crescerà. E diventerà grande, maestoso. Non capii subito il senso di quel gesto, ma da allora mi è rimasto dentro".

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Quella lezione, ricevuta da bambino, oggi si trasforma in un gesto concreto. Dopo due anni dall’incidente in bici, che lo ha costretto a fermarsi per mesi, Jovanotti è tornato in sella. 770 chilometri, da percorrere uno per ogni giorno trascorso da quel trauma. Una strada fatta di fatica, ricordi e nuova consapevolezza, che lo porterà fino al No Borders Music Festival, dove sabato 26 luglio ha tenuto il suo attesissimo bike concert.

Il Monte Fumaiolo, situato nel comune di Verghereto, al confine con l’Umbria, è da sempre uno dei luoghi simbolici più affascinanti dell’Appennino: da lì sgorgano le prime gocce del Tevere, il fiume sacro ai destini di Roma, ma anche simbolo della forza che nasce dall’umiltà, dalla pazienza e dalla costanza. Quella stessa forza che ora guida Lorenzo Cherubini in questo viaggio tutto suo. Un ritorno alle origini, tra le curve dell’Appennino e i ricordi di un padre che, con una gita silenziosa, gli insegnò a guardare lontano.

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