Anniversario
Dario Fo a San Francesco al Prato
“Buongiorno. Mi spiace sinceramente di non essere presente lì con voi ma mi è proprio impossibile farlo. Però confido nel fatto che con i mezzi della moderna tecnica risolveranno il problema”. A parlare nel video realizzato da Mattea Fo e Stefano Bertea per la presentazione del programma delle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di Dario Fo è proprio lui, il Premio Nobel, rivolto dallo schermo ad una platea di giornalisti, di amministratori pubblici e di addetti ai lavori, nella Sala Capitini della Galleria Nazionale dell’Umbria, chiamati a raccolta per conoscere i dettagli di un evento che durerà un anno intero.
Si è trattato di una magia dell’Intelligenza Artificiale? No. E’ solo una frase che Dario ha detto in passato, in occasione di un invito ad un Salone del Libro dove non aveva potuto partecipare, che però ha fatto venire veramente i brividi a tutti i presenti. Nel trailer, oltre al suo incipit mozzafiato, si è proseguito poi con brevi interventi eccellenti in sua memoria (Eugenio Barba, Marco Travaglio, Gianni Minà, Roberto Vecchioni, Ornella Vanoni e tanti altri) e spezzoni di alcuni dei suoi più celebri spettacoli. E si è concluso con la scritta “Dario 100” sovraimpressa ad una sua immagine di spalle che guarda verso la platea di un teatro vuoto, una sorta di addio che non è un addio definitivo ma un invito a seguirlo ovunque voglia ancora andare con le sue opere, sia teatrali, sia letterarie, sia artistiche.
E infatti per i suoi 100 anni ci porterà, nel corso di un anno, dal marzo 2026 al marzo 2027, in 100 Paesi del mondo, dall’Africa all’Australia, all’India e anche in 100 città italiane, un progetto faraonico che già dal suo annuncio, fatto ieri dalla nipote Mattea e dal marito Stefano Bertea alla Sala Capitini di Palazzo dei Priori, lascia strabiliati. “Perché mai” si stupisce Mattea: “Bisogna tener conto che mentre era in vita ha realizzato 7 mila produzioni in 78 Paesi del mondo. E che le sue opere sono state tradotte in 54 lingue diverse. Dario e Franca sono stati gli autori più rappresentati nel mondo”.
L’enorme archivio (12mila pezzi), fatto di documenti e di testi minuziosamente raccolti e catalogati da Franca Rame (3 mila faldoni) e i tanti dipinti di Fo, piccoli e grandi, comprese le enormi scenografie, al momento si trovano a Verona perché a Perugia non si era trovato, al tempo della sua morte, un posto abbastanza grande da accoglierli tutti. Nell’anno del centenario comunque arriveranno in buona parte e si divideranno tra Palazzo della Penna a Perugia, la Rocca Albornoziana di Spoleto e il Palazzo Ducale di Gubbio.
Una scelta importante fatta dalla Fondazione Fo Rame perché mentre i testi (molti anche con una nuova edizione), le commedie, la satira di Dario ha dilagato per anni nei teatri, sul grande schermo, sulla stampa, nelle aule universitarie e nelle piazze, della sua passione per la pittura, a suo dire la primaria visto che si era diplomato all’Accademia di Brera, si è sempre parlato molto meno, ed è quindi arrivato il momento di dedicargli l’attenzione che merita.
Delizioso il piccolo aneddoto-ricordo fatto dall’assessore regionale Tommaso Bori. “Ero da giovane in un’aula universitaria” ha poi raccontato Bori “presente anche Dario Fo come ospite, quando uno studente ha posto una domanda sullo sfruttamento dell’acqua. Un politico presente all’evento lo ha interrotto dicendo: non parliamo di acqua ora, abbiamo qui la fortuna di avere il premio Nobel, parliamo di lui e delle sue opere. A quel punto Fo è intervenuto deciso: No, invece, parliamo proprio di acqua pubblica. Era una personalità sferica straordinaria: dipingeva, recitava, scriveva, faceva testi di canzoni. E a modo suo faceva politica”.
Stefano Bertea ha poi spiegato a grosse linee il programma delle celebrazioni mondiali del centenario, a partire dall’impegno delle Università: “Tutte gli Atenei romani, uniti, realizzeranno un grande convegno che si sposterà in tutta Italia. Molte le commedia che verranno messe in scena un po’ ovunque, anche quelle che non venivano più proposte da anni, a dimostrazione di quanto la sua scrittura sia ancora drammaticamente attuale, a cominciare da ‘Morte accidentale di un anarchico’ e da ‘Sotto paga! Non si paga!’. Persino il personale femminile dell’ospedale di Nuova Deli ci ha mandato a chiedere di poter leggere pubblicamente Lo stupro di Franca Rame”.
“La cultura fa bene alla salute” ha ricordato dal canto suo la sindaca Ferdinandi “tant’è che le città più culturalmente avanzate sono quelle che stanno meglio. Voglio sottolineare il fatto che questo centenario è un capolavoro anche perché ci permette di fare rete, cosa che oggi come oggi, consente di realizzare progetti molto più belli. Nessuno ormai può più andare avanti da solo, daremo, insieme alla Fondazione, qualcosa di unico alla città”. Ed ha aggiunto: “Non ci troviamo qui nella Sala dell’Orologio dedicata a Capitini per caso. Loro due avevano prospettive e linguaggi diversi ma sapevano entrambi ricucire il rapporto tra la gente e il potere. Mettevano il cittadino al centro. Dario lo faceva con la satira che usava come grimaldello per poter dire che il Re è nudo e Capitini restituiva agli offesi la possibilità di essere liberi”.
L’assessore comunale Pierini, sedicente attore mancato, ha invece ricordato come Dario Fo si sentisse “un attore dilettante e un pittore professionista” che fissava i propri pensieri con le immagini. E come la sintonia con Capitini passasse dall’uso del corpo e della parola nel portare avanti ognuno le proprie idee.
Presente alla conferenza stampa anche l’assessore alla cultura di Gubbio Paola Salciarini, città che per troppi anni si è dimenticata della Libera Università di Alcatraz fondata da Jacopo Fo. “Oggi riprendiamo un percorso” ha detto “iniziato lo scorso anno con la concessione di una opera pittorica di Dario Fo. Attualmente, dal punto di vista sociale, collaboriamo con il progetto Kore dedicato alle donne vittime di violenza”.
A conclusione dell’incontro il padrone di casa D’Orazio ha annunciato che coinvolti nel centenario saranno tutti i musei nazionali dell’Umbria e che le iniziative previste a Spoleto verranno messe in piedi anche con la collaborazione del Festival del Due Mondi.
L’assessore Bori ha anticipato che la Regione ha fatto richiesta al Salone del Libro di Torino di essere la Nazione Ospite del prossimo anno: “Speriamo venga accettata, saremo così al centro del Salone e Dario Fo con noi”.
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