Gubbio
Saggista, educatore, critico cinematografico e animatore di riviste illustri quali "La Terra vista dalla Luna", "Ombre Rosse", "Linea d’Ombra" e "Lo Straniero", quest'ultima sotto la sua direzione per circa vent'anni. Goffredo Fofi era nato a Gubbio, nel 1937, da una famiglia socialista di umili origini dove però non mancavano mai libri, giornali e uscite al cinema. Così tra gli orrori della guerra con la strage dei Quaranta Martiri avvenuta da parte dei nazisti nella sua città natale, crebbe anche una spasmodica passione letteraria.
Bocciato in quarta ginnasio, poi una volta preso il diploma a diciotto anni, si trasferì in Sicilia per unirsi alle battaglie di Danilo Dolci, anche detto il «Gandhi italiano», in soccorso dei poveri siciliani in stato di abbandono. Dopo l'esperienza sicula si trasferì a Torino, dove continuò a occuparsi dei problemi del popolo del Sud. Ben presto dovette fare i conti con la delusione del Sessantotto. Secondo l'intellettuale, il positivo slancio iniziale rivoluzionario stava scivolando in fretta nei vizi della sinistra di stampo leninista.
A lui si deve la prima ricognizione dell'indimenticabile Totò. Goffredo Fofi, insieme a Franca Faldini, compagna di vita dell'attore napoletano, pubblicò nel 1968 il saggio "Totò. L’uomo e la maschera". L'opera, incentrata sull'analisi "totoniana" dell'arte comica, è stata riveduta e aggiornata nel corso del tempo, ridando a Totò il suo posto d'onore nella storia del cinema italiano.
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