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Dexter Resurrection: la serie torna l'11 luglio con un cast stellare, tra cui Uma Thurman e Peter Dinklage. Ma la domanda è: Brian Moser, interpretato da Christian Camargo, è davvero sparito per sempre?

In esclusiva Christian Camargo, attore e volto inquietante della prima stagione, ci racconta il suo rapporto con Brian Moser, il fascino oscuro dei killer, la sua nuova vita nel deserto…e nel suo sorriso leggiamo la risposta alla domanda che tutti si fanno

07 Luglio 2025, 14:31

Dexter Resurrection: la serie torna l'11 luglio con un cast stellare, tra cui Uma Thurman e Peter Dinklage. Ma la domanda è: Brian Moser, interpretato da Christian Camargo, è davvero sparito per sempr

Dexter Resurrection debutta l’11 luglio su Paramount+. Michael C. Hall torna nei panni di Dexter Morgan, l’ematologo forense con un istinto omicida che incanala uccidendo solo criminali. Al suo fianco, due new entry: Uma Thurman e Peter Dinklage (Tyrion de Il Trono di Spade), quest’ultimo interpreta un miliardario affascinato dai serial killer, dalla morale ambigua e dall’apparenza filantropica. Nell’ultimo episodio di Dexter: New Blood, il protagonista era stato ucciso da suo figlio Harrison. Nella nuova stagione, è ancora vivo. Si trova a New York, in missione per ritrovare quel figlio perduto. Dieci nuovi episodi che promettono colpi di scena e vecchi fantasmi. E tra quei fantasmi, uno in particolare continua a perseguitare i fan della prima serie: Brian Moser, lo spietato fratellastro che faceva a pezzi le sue vittime senza alcun codice. Dimenticarlo? Impossibile. Lo abbiamo odiato, temuto, e in fondo persino compreso. A interpretarlo era Christian Camargo, attore magnetico e fuori dagli schemi. Lo abbiamo raggiunto a Joshua Tree, dove vive, in un luogo unico. Camargo, in esclusiva, parla di lui, di Brian, e se avrete voglia di arrivare in fondo all’intervista, magari potrete scoprire se tornerà davvero nella nuova stagione.

 

La psicologia oscura di Bryan Moser

Brian è tutto ciò che Dexter reprime. Non ha regole, non ha freni. Ma ha un passato comune. Stessa infanzia, stesso trauma. Solo che lui… si lascia andare. Christian, come sei riuscito a entrare nella testa di Brian Moser? Come si fa a interpretare un serial killer?

"Gioco con la domanda: cosa succederebbe se? Parto da situazioni molto lontane dalla mia esperienza, poi aggiungo quella formula magica: e se fosse accaduto a me? Chi sarei diventato? Che persona sarei oggi? Quello che mi affascina dei personaggi estremi è che esistono davvero. Non sono solo invenzioni. Mi chiedo: perché fanno quello che fanno? Qual è la psicologia dietro gesti tanto orribili? E alla fine scopro che cercano le stesse cose che cerchiamo tutti: essere visti, essere ascoltati. Io non giudico e non giustifico. Mi limito a prendere i fatti e a giocarci con il 'cosa succederebbe se'. Penso che Brian Moser provasse piacere in quello che faceva. Amava essere sé stesso. Il problema è che essere sé stesso significava distruggere gli altri. E, se vogliamo dirla tutta, non è poi così diverso da certe figure politiche di oggi".

Il codice

Un mese di addestramento per diventare cieco

Altro villain. Tamacti Jun: un guerriero con una missione. In See, interpreti un uomo cieco in un mondo distopico dove nessuno vede. Tamacti Jun è cieco, ma guida, combatte, comanda come il più spietato dei vedenti. Cecità e resilienza sono così reali.

"Ho avuto un insegnante straordinario: Joe Strechay, consulente e produttore della serie. È stato lui a guidarci nell’addestramento alla cecità. Per un mese intero abbiamo lavorato con bastoni e armi, imparando a muoverci come persone non vedenti. Avere quel tempo a disposizione è stato fondamentale per entrare davvero nel personaggio".

Dracula. Quando si fa il tifo per il cattivo

La serie Penny Dreadful è un gioiello gotico: mostri, miti, e una Londra vittoriana oscura. Tu sei stato un Dracula diverso da tutti gli altri: intenso, magnetico, profondamente umano e innamorato. Credo che in molti abbiano tifato per te. Com'è stato indossare il suo mantello senza inciampare nello stereotipo?

"Interpretarlo è stato bellissimo. Il vero obiettivo, quando reciti, è padroneggiare tutti gli strumenti del mestiere… e poi dimenticarli. Lasciarsi andare al gioco. Oggi, purtroppo, molti attori interpretano soltanto sé stessi, senza nemmeno passare attraverso l’apprendimento di un mestiere. È quello che spesso cercano i casting: qualcuno che è già il personaggio pensato da un altro. Ma così si perde l’immaginazione, il lavoro creativo condiviso tra attore, regista e autore. Abbiamo smarrito il senso del racconto. È tempo di tornare alla recitazione autentica".

Riscrivere la storia dei nativi con Jason Momoa

Parliamo di The Last Manhunt, che hai diretto e interpretato con Jason Momoa. Qui racconti la vera storia di due giovani amanti nativi in fuga nel deserto, perseguitati da una profonda ingiustizia. Com’è stato restituire la verità alla storia?

"All’inizio avrei dovuto solo recitare. Il progetto era di Jason Momoa. Poi, la vita lo ha portato altrove e mi ha chiesto di prendermene cura. Così è nata una vera collaborazione tra noi. Volevamo raccontare nel modo giusto una storia che aveva ferito profondamente le tribù del Joshua Tree: i Chemehuevi e i Serrano. La versione originale dei fatti era stata distorta, manipolata. La nostra missione era ristabilire la verità. E ce l’abbiamo fatta. La proiezione del film per le comunità native, a Palm Springs, è stata l’esperienza più intensa — e al tempo stesso più spaventosa — della mia carriera. Dopo il film, silenzio assoluto. Poi un’ovazione. Sapevamo che l’America bianca forse non avrebbe capito. Ma loro sì. E l’abbiamo fatto per loro".

Coltivare dovrebbe essere obbligatorio quanto il militare

Torniamo a te, Christian. Hai scelto di vivere a Joshua Tree, nel pieno del deserto del Mojave. Non è una scelta comune per un attore. Cosa ti ha spinto lì? E cosa rappresenta per te quel luogo?

"Spazio. È questo che trovo lì. Mi connette alle piante — e non parlo di sostanze, ma proprio della terra, delle radici. Non servono droghe per entrare in contatto con la vita nella sua forma più profonda. Coltivare cibo ti insegna tantissimo sul ciclo della vita. Se tutti fossero costretti a farlo per un anno, il pianeta guarirebbe. Costringiamo le persone a fare il militare… perché non insegnare loro a coltivare? La fede, per me, nasce da lì: dal legame diretto con ciò che ci nutre. Tutti i nostri problemi cominciano quando ci allontaniamo dalla fonte. E quella fonte è il cibo".

Dall’11 settembre alla malattia: trasformare il dolore in una fattoria rigenerativa

Sei il proprietario di SunEver Farm. Una fattoria rigenerativa. Un progetto che nasce dalla tua storia personale. Ti va di raccontarcela?

"È una lunga storia, ma cercherò di essere breve. Ero a New York durante l’11 settembre e ho lavorato come volontario a Ground Zero per cinque mesi. Purtroppo, nel 2015, mi è stato diagnosticato un cancro legato all’esposizione. È stato allora che è cominciato il mio percorso verso il cibo e la terra. Gli ulivi sono diventati la mia medicina. Coltivare è entrato a far parte di me. Mi sono detto: quando starò meglio - e sapevo che ce l’avrei fatta - tornerò alla terra. Se fossi riuscito a far crescere ulivi nel deserto, il loro olio sarebbe stato straordinario. E così è stato. Oggi ne produciamo piccole quantità, ma quell’olio è davvero oro. Ho imparato anche a raccogliere l’acqua e a rigenerare il suolo. SunEver Farm è un frutteto rigenerativo, basato su un sistema complesso di raccolta e gestione delle risorse idriche. L’obiettivo è l’autosufficienza. È un esperimento nato da un periodo buio, e proprio come una pianta che affonda le radici in un compost pesante, è diventato qualcosa di profondamente vitale. Una metafora perfetta".

Il teatro. Nulla di duraturo si costruisce su fondamenta fragili.

Hai una formazione teatrale alla Juilliard. Come si riflette tutto questo nel tuo lavoro sullo schermo?

"Potrei scriverci un libro. E forse un giorno lo farò. Nulla di duraturo si costruisce su fondamenta fragili. Il teatro, e la formazione alla Juilliard,  mi hanno dato basi solide, esperienze profonde e la forza per affrontare le tempeste di questo mestiere. Oggi non trovi più il mestiere nei social, negli influencer o tra le celebrità. Lo trovi sul palco. È un lavoro durissimo, spesso mal retribuito. Ma non l’ho mai vissuto come un peso".

Da Bernini alla fantascienza

E oggi, su cosa stai lavorando?

"Negli ultimi 18 mesi ho fondato una casa di produzione insieme al mio partner Peter Resnick: si chiama Two Chairs Films. Produciamo progetti che lasciano il segno, dai documentari alle serie. In questo momento stiamo lavorando a una serie sci-fi  (di fantascienza) che gireremo il prossimo anno. Scrivo, dirigo, produco… e forse reciterò anche. All’università studiavo storia dell’arte, e uno dei miei termini preferiti è in tedesco: Gesamtkunstwerk, ovvero “opera d’arte totale”. Bernini ne è l’esempio perfetto: scolpiva, recitava, dirigeva, disegnava, scriveva. Manipolava la materia e sé stesso per creare capolavori. Lui è il mio riferimento artistico. Sto cercando di fare la mia versione - molto più semplice, certo - ambientata in un’America distopica che, a ben vedere, assomiglia già molto a quella reale. Restate sintonizzati".

Brian Moser: il suo  ruolo nella rinascita di Dexter

Veniamo alla domanda che alcuni stanno aspettando. L’11 luglio arriva Dexter Resurrection. Secondo alcuni rumors, Brian Moser,  l’inquietante Ice Truck Killer, potrebbe riapparire. Un video su TikTok ha fatto esplodere le teorie. Come tornerà? Flashback? Allucinazioni? Fantasmi? Questa volta la risposta è muta. Ma, a giudicare dal sorriso di Christian, tutto è possibile.  E a noi non resta che aspettare. E guardare.

Where’s Camargo? 

Se siete a caccia di serie sorprendenti, ecco una lista da segnare subito.

Tutte hanno un filo conduttore: Christian Camargo, maestro nel rendere irresistibili anche i cattivi più inquietanti.

 

  • Penny Dreadful. I mostri in una Londra vittoriana: Frankenstein, Dorian Grey, Dracula, Dottor Jekyll, il lupo mannaro, Vanessa Ives

 

  • The Last Manhunt. Western storico e politico

 

  • See. Un mondo di ciechi dove la vista è potereTriller psicologico cult.

 

  • Wormwood. Docu-thriller che ricostruisce il mistero attorno alla morte di Frank Olson, scienziato militare coinvolto negli esperimenti segreti della CIA con l’LSD.

 

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