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La giacca di Zelensky, le mani del re: cosa resta davvero dell’incontro a Windsor

Niente mimetica né dichiarazioni solenni: un incontro tutto fatto di gesti. E per re Carlo è la via più potente per fare politica

Ambra Costanzi

23 Giugno 2025, 22:28

La giacca di Zelensky, le mani del re: cosa resta davvero dell’incontro a Windsor

Re Carlo con Zelensky a Windsor 8LaPresse)

Una giacca scura, nessuna divisa militare. Una camminata lenta, fianco a fianco, lungo i corridoi di Windsor. E un gesto che vale più di un comunicato: la mano del re che sfiora il braccio del presidente ucraino, in un contatto che rompe il protocollo e racconta più di mille parole. L’incontro tra Carlo III e Volodymyr Zelensky, avvenuto oggi lunedì 23 giugno nella residenza reale, è stato prima di tutto una messa in scena del potere dei segni.

Come riportato dal Times, da People e da Reuters, nessuna dichiarazione ufficiale è stata rilasciata. Nessuna foto davanti alle bandiere, nessuna stretta di mano teatrale. Solo immagini sobrie, selezionate, in cui ogni dettaglio sembrava studiato per comunicare vicinanza, autorevolezza e sostegno. Zelensky ha scelto un abito formale ma semplice, abbandonando la consueta mimetica con cui si era presentato nei precedenti viaggi istituzionali. Carlo, da parte sua, ha accolto il presidente non come un ospite qualsiasi, ma come un interlocutore personale.
Un re che si fa corpo diplomatico.
Il gesto del braccio sfiorato, la stretta di mano tenuta per alcuni secondi in più del previsto, l’assenza di stampa durante il colloquio, durato circa un’ora, e l’atmosfera quasi confidenziale trasmessa dalle immagini rivelano un preciso stile comunicativo: la diplomazia dei gesti. Uno stile che Carlo ha scelto più volte, con Macron, Biden e altri capi di Stato, ma che in questo caso assume un significato ulteriore. Perché arriva alla vigilia del vertice NATO all’Aia e perché mostra un Regno Unito che sa ancora esercitare potere attraverso l'eleganza del silenzio.

Re Carlo parla con i gesti: tre precedenti che raccontano il suo stile

Non è la prima volta che re Carlo usa il corpo, il contesto e il silenzio per mandare messaggi politici. Ecco tre occasioni in cui i gesti hanno detto tutto.

  • Marzo 2023 – Emmanuel Macron a Windsor
    Ricevuto in forma privata, con un brindisi informale nella St. George’s Hall. Niente conferenze né passerelle: l’intesa franco-britannica passa per un pranzo riservato.
  • Luglio 2023 – Joe Biden in visita
    Mentre il governo cambiava rotta sulla guerra in Ucraina, Carlo accoglie il presidente americano con tono paterno. Gli offre il tè a Windsor, mentre parlano di clima e difesa. Nessun annuncio, ma la foto in giardino fa il giro del mondo.
  • Novembre 2022 – Presidente del Sudafrica
    Al primo banchetto di Stato da re, Carlo sceglie di mettere accanto a sé il leader africano. È il suo modo per sottolineare il peso delle ex colonie nel nuovo Commonwealth.

Un filo rosso unisce tutte queste occasioni: re Carlo preferisce i gesti lenti alle parole forti. E nella monarchia del XXI secolo, è forse il modo più efficace per restare rilevanti.

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