Il caso
Londra si prepara alla guerra mondiale
Il Regno Unito non si nasconde più: si sta preparando a un'eventuale guerra su vasta scala. Con un piano che punta a rimettere in moto l’apparato bellico nazionale, Londra si muove verso uno scenario da Guerra Fredda 2.0. Altro che deterrenza: qui si parla di testate nucleari, eserciti di cittadini e munizioni prodotte a ciclo continuo.
Il messaggio è chiaro: il conflitto non è più un'ipotesi remota.
La nuova Strategic Defence Review 2025 – adottata in toto dal governo – segna una svolta. Secondo quanto riporta Reuters, la parola d’ordine è “prontezza alla guerra”. Non più solo peacekeeping o operazioni NATO: il Regno Unito si prepara a combattere e vincere.
L’elenco delle mosse è lungo e pesante:
12 sottomarini nucleari d’attacco in arrivo con il programma SSN-AUKUS, in collaborazione con USA e Australia;
15 miliardi di sterline investiti nel programma Astraea per nuove testate atomiche;
6 fabbriche di munizioni sempre attive, finanziate con oltre 1,5 miliardi di sterline (Economic Times);
Fino a 7.000 missili a lungo raggio di produzione nazionale già ordinati (The Sun);
Un nuovo comando per la guerra cibernetica e elettromagnetica.
E non è tutto.
Il Capo di Stato Maggiore, generale Patrick Sanders, non ha usato giri di parole: “Le guerre si vincono con eserciti di cittadini”. Lo ha detto pubblicamente, e lo ha ribadito ai vertici della difesa. Un messaggio forte, riportato dalla BBC, che lascia intravedere l’ipotesi concreta di una mobilitazione civile se la situazione geopolitica dovesse peggiorare.
Intanto, l’esercito regolare crescerà: si punta a 76.000 soldati full-time, il massimo dagli anni 2000.
La guerra del futuro si combatte anche dall’alto e dietro uno schermo. Il piano prevede 1 miliardo di sterline per un nuovo sistema di difesa aerea nazionale, mentre crescono gli investimenti nei sistemi anti-drone e nella cyberdifesa, in risposta alla pressione russa e cinese.
Il primo ministro Keir Starmer ha confermato che il budget della difesa salirà al 2,5% del PIL entro il 2027, con obiettivo 3% nel prossimo mandato. Una cifra enorme, che supera i livelli della Guerra Fredda.
Non mancano le critiche: il Guardian parla di “lista dei desideri senza coperture”, mentre il Financial Times avverte che il piano potrebbe costare oltre 68 miliardi di sterline.
Non è più tempo di diplomazie timide. Londra ha scelto la via del riarmo. La strategia è chiara: deterrenza, sì, ma con le armi già cariche. Il Regno Unito si prepara al peggio, e non fa nulla per nasconderlo.
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