IL CASO
Liliana Resinovich
A oltre due anni dal ritrovamento del corpo di Liliana Resinovich, la donna scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e rinvenuta cadavere il mese successivo, il caso si arricchisce di un nuovo capitolo. Nella giornata di ieri, la Procura di Trieste ha disposto una serie di nuovi accertamenti irripetibili sul corpo della donna, affidati a un’équipe di altissimo profilo composta da cinque esperti di fama nazionale.
Visualizza questo post su Instagram
Il pool di specialisti è guidato dalla professoressa Cristina Cattaneo, medico legale tra le voci più autorevoli del settore, già impegnata in numerose indagini di rilievo. Con lei lavoreranno Stefano Tambuzzi, Elena Pilli, Rosario Casamassima e Oscar Ghizzoni, tutti figure di spicco nel campo della medicina legale, della genetica e delle scienze forensi. L’obiettivo è fare luce su una vicenda che, tra ipotesi di suicidio, sospetti di omicidio e polemiche mediatiche, continua a sollevare dubbi e interrogativi. In particolare, l’indagine si concentrerà su tracce biologiche e materiali rinvenuti sul corpo e sugli indumenti della donna, che fu trovata avvolta in sacchi di plastica in una zona boscosa della periferia triestina.
Negli ultimi mesi, il marito della vittima, Sebastiano Visintin, è finito formalmente sotto inchiesta con l’accusa di omicidio. Nonostante ciò, il caso resta privo di certezze definitive. Ampiamente seguito da trasmissioni televisive come Chi l’ha visto? e Quarto Grado, il giallo Resinovich è diventato uno dei cold case italiani più seguiti dal pubblico, anche per via di numerosi colpi di scena e per la complessità delle indagini.
Una delle questioni più discusse riguarda la frattura di una vertebra toracica rilevata durante il secondo esame autoptico. Secondo un tecnico anatomopatologo, si sarebbe trattato di un danno accidentale causato nelle fasi immediatamente successive al ritrovamento del cadavere. Ma la famiglia di Liliana contesta questa versione, parlando apertamente di falso e chiedendo ulteriori verifiche. Al momento, però, la Procura non ha incaricato alcun radiologo forense, facendo ipotizzare che la frattura non sia al centro dei nuovi accertamenti. Le attenzioni sembrano rivolte piuttosto a indizi che rafforzerebbero l’ipotesi dell’aggressione, scartando l’idea iniziale di una semplice caduta accidentale.
Nel team guidato dalla Cattaneo figurano Elena Pilli, biologa forense specializzata in cold case – ha lavorato, tra gli altri, ai casi di Yara Gambirasio, Serena Mollicone, Melania Rea ed Elisa Claps – e Oscar Ghizzoni, chimico ed ex ufficiale del RIS, esperto in analisi di tracce e sostanze. L’indagine sarà guidata dal sostituto procuratore Ilaria Iozzi, che ha richiesto una perizia tecnica a tutto campo, nella speranza di colmare i vuoti lasciati dalle prime indagini e fornire, finalmente, una risposta alla domanda che da oltre due anni attende una risposta: Liliana è stata uccisa?
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy