il personaggio
Sergio Marchionne è stato uno dei più discussi e influenti manager del settore automobilistico mondiale. La sua storia lo ha portato a diventare una delle figure più rinomate al mondo, un leader capace di rappresentare non solo l’industria automobilistica italiana, ma anche quella internazionale.
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Nato a Chieti, in Abruzzo, il 17 giugno 1952, emigra con la famiglia in Canada all’età di 14 anni. La sua formazione, di stampo anglosassone, avrà un impatto decisivo sulla futura carriera manageriale. Marchionne consegue una laurea in Filosofia all’Università di Toronto, una in Giurisprudenza alla Osgoode Hall Law School of York University e un Master in Business Administration presso la University of Windsor. La sua carriera prende il via nel 1983, quando inizia a lavorare come avvocato commercialista per Deloitte Touche. Ricopre poi ruoli dirigenziali in diverse aziende, tra cui Acklands, Lawson Group e Lonza Group Ltd.
La svolta arriva nel 2002, quando viene nominato amministratore delegato della SGS di Ginevra, leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica e certificazione. In quegli anni l’azienda attraversava una fase difficile, ma Marchionne riuscì a risanarla, attirando così l’attenzione dell’azionista di riferimento di SGS, Umberto Agnelli.
Dopo l’esperienza in SGS, il 1° giugno 2004 Marchionne viene nominato amministratore delegato del Gruppo Fiat. All’epoca l’azienda era in profonda crisi e mancava una guida solida. I suoi primi interventi puntano allo snellimento della struttura dirigenziale: eliminò intere linee di comando e scelse personalmente i suoi collaboratori con l’obiettivo di "creare un gruppo di persone che si ascoltano, si confrontano e si scambiano conoscenze e idee".
Inoltre, Marchionne si impegnò a sanare le inefficienze della rete produttiva, avviando un’ampia ristrutturazione degli stabilimenti con l’obiettivo di rendere le fabbriche più decorose e di ottimizzare gli impianti di produzione.
Con l’accordo di San Valentino del 14 febbraio 2005, General Motors – che si preparava ad acquisire l’azienda della famiglia Agnelli – interruppe le trattative. In quell’occasione, Marchionne dimostrò tutta la sua abilità strategica: riuscì a ottenere 2 miliardi di dollari da GM come penale, riportando in attivo il bilancio del 2005.
A partire dal 2007, Fiat avviò la produzione di nuovi modelli. Il primo e più simbolico fu il lancio della nuova 500, accompagnato dallo slogan "La nuova Fiat appartiene a tutti noi". In questo modo Marchionne diede concretezza ai valori fondanti della nuova Fiat: impegno e responsabilità, ormai radicati nella classe manageriale del gruppo torinese.
Nonostante i risultati positivi, Marchionne sapeva che il solo mercato nazionale non sarebbe bastato per garantire la sopravvivenza del gruppo nel lungo periodo. Nel 2009 iniziarono le trattative per l’acquisizione di Chrysler, storica casa automobilistica americana colpita dalla crisi. L’alleanza fu così rilevante da essere annunciata direttamente dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nella speranza di rilanciare sia Detroit che l’intero settore automobilistico americano.
Nonostante lo scetticismo iniziale, il modello di business di Marchionne si rivelò vincente. Nel 2011, Chrysler raggiunse tutti gli obiettivi e divenne il settimo costruttore mondiale. Il rilancio segnò anche una rinascita per la città di Detroit.
Sergio Marchionne durante una visita ufficiale alla Jefferson North Assembly Plant (JNAP) di Detroit, nel 2011
Nel 2014, Marchionne portò a termine l’acquisizione e il 1° agosto il consiglio di amministrazione di Fiat approvò la nascita della FCA – Fiat Chrysler Automobiles.
Nello stesso anno in cui diede vita a FCA, Marchionne assunse anche la presidenza della Ferrari, sostituendo Luca Cordero di Montezemolo il 13 ottobre 2014. Arrivò a Maranello dopo una stagione deludente: nel 2014 la Scuderia non ottenne nemmeno una vittoria e collezionò solo due podi (Fernando Alonso 3° in Cina e 2° in Ungheria).
Anche in questo caso, l’intervento di Marchionne fu radicale. Sotto la sua presidenza, le Rosse conquistarono 12 vittorie nei GP e 60 podi totali dal 2015, sua prima stagione alla guida.
Fu il settimo presidente della storia della Ferrari, ereditando un ruolo pesante: 14 titoli mondiali tra piloti e costruttori conquistati da Montezemolo in 23 anni.
Il 21 luglio 2018, a causa di un improvviso peggioramento delle condizioni di salute, il consiglio di amministrazione di FCA fu convocato d’urgenza ed esonerò Marchionne da tutti gli incarichi. Al suo posto fu nominato Michael Manley, fino ad allora Presidente e AD di Jeep.
Sergio Marchionne morì pochi giorni dopo, il 25 luglio 2018, presso l’ospedale di Zurigo. Le cause della malattia sono rimaste riservate.
Sergio Marchionne aveva due figli, Alessio Giacomo - classe 1989 - e Jonathan Tyler - nato nel 1994 -, entrambi nati dal primo matrimonio con l'ex moglie Orlandina. Dal 2012 era legato sentimentalmente a Manuela Battezzato, manager conosciuta nella FCA.
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