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Acconciature di Stato e hot dog proibiti: la dittatura quotidiana di Kim Jong Un

Mentre il mondo guarda ai missili, il vero controllo è sui dettagli: dai nomi vietati ai capelli approvati, fino ai piatti proibiti. La Corea del Nord è una prigione. Anche nel look

Ambra Costanzi

07 Maggio 2025, 15:37

Acconciature di Stato e hot dog proibiti: la dittatura quotidiana di Kim Jong Un

Nel dibattito internazionale su Kim Jong Un si parla spesso di test nucleari, missili balistici e alleanze inquietanti. Ma pochi raccontano il vero volto della repressione nordcoreana: quello che si manifesta nelle piccole, umilianti regole della vita quotidiana. Una dittatura che non controlla solo il pensiero e la politica, ma perfino le acconciature, i nomi e le preferenze culinarie dei suoi cittadini.

Il nome Ju-ae? Riservato ai reali. Vietato ai comuni mortali


Nel 2023, il regime ha ordinato che tutte le bambine chiamate Ju-ae dovessero cambiare nome. Perché? È il nome della figlia di Kim Jong Un. Nessun altro può portarlo. Una disposizione che non solo rafforza il culto della famiglia Kim, ma trasforma il linguaggio quotidiano in un atto di sottomissione politica, come riferisconoeBusiness Insider e Intelligence Online.

La lista dei tagli di capelli autorizzati. Il parrucchiere come strumento di regime


New York Post spiega come nordcoreani non possono andare dal barbiere e chiedere “taglio libero”. C’è una lista statale di acconciature approvate. Naturalmente, nessuno può copiare la pettinatura del Supremo Leader: quel ciuffo a metà tra l’epoca sovietica e un look da gang anni ’50. È vietato.

Hot dog? Cibo imperialista. Vietato


Nel 2025, Kim ha bandito gli hot dog dal paese. Non solo dalla vendita, ma anche dal consumo privato. Il piatto simbolo dell’“occidente corrotto” è stato dichiarato nemico dello Stato. Chi osa contrabbandarne uno rischia il campo di lavoro. In passato, anche altri piatti importati dalla Corea del Sud sono finiti nel mirino, compreso il popolare tteokbokki, come comunicano The Times UK e New York Post.

Divorzio? Solo con il permesso di Kim


Separarsi è considerato “antisocialista”. Serve l’approvazione del regime. Chi tenta di divorziare di propria iniziativa rischia punizioni severe. Per le donne, le pene sono ancora più dure.
(Fonte: New York Post)

Cinema e musica: censura integrale


I nordcoreani che guardano film sudcoreani o ascoltano K-pop rischiano lavori forzati. Chi distribuisce contenuti culturali stranieri può essere condannato non solo alla prigionia, ma anche alla punizione collettiva della propria famiglia (Fonte: Civicus Monitor).

La legge dei Dieci Principi: religione di Stato laica


Al di sopra della Costituzione, esiste un codice non scritto: i Dieci Principi per l’Estabilimento di un Sistema Ideologico Unificato. Regolano tutto. Cosa credere, come vivere, persino chi frequentare, riferisce PSCORE.

Il controllo è nel quotidiano, non solo nei missili


Le sanzioni internazionali e i proclami militari spesso distolgono l’attenzione dal vero ingranaggio della dittatura: il controllo assoluto sulle vite comuni. Non serve spiare solo le mosse dei generali o i movimenti dei missili. Il regime plasma i cittadini nella routine. Nel nome che puoi dare a tua figlia. Nella piega che puoi dare ai tuoi capelli. In cosa puoi mettere nel panino.

Il totalitarismo in Corea del Nord è microscopico. E proprio per questo, invincibile.

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