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Il programma Mediaset Le Iene ha acceso i riflettori sul criminologo Davide Barzan, volto noto di trasmissioni televisive come Quarto Grado e attualmente coinvolto nell'inchiesta sull’omicidio di Pierina Paganelli. Barzan, insieme alla sorella Nunzia Barzan, assiste infatti la nuora della vittima, Manuela Bianchi. In un servizio firmato da Gaston Zama, Le Iene hanno mosso delle accuse pensanti sulla vera identità del criminologo, partendo da un’intervista a Valeria Bartolucci, moglie del principale indagato per il delitto, Louis Dassilva.
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Nato a Cosenza nel 1988, Davide Barzan è descritto sul sito del suo studio legale come "criminalista, consulente di difesa, noto per la sua assistenza in casi di cronaca nera di grande rilievo, come l’omicidio di Pierina Paganelli e la scomparsa di Greta Spreafico". Viene inoltre citata la sua partecipazione, in qualità di esperto, a casi importanti come quelli di Rosa e Olindo, dell’omicidio di Nada Cella e del caso di Alessia Pifferi.
Ampio spazio viene dedicato anche alla sua presenza in televisione: "Oltre al suo eccezionale lavoro come consulente di difesa, Davide Barzan è una figura di spicco nella sfera mediatica", si legge. Il sito elenca numerosi programmi in cui è apparso, tra cui Quarto Grado, Storie Italiane, Storie di Sera, Mattino 5, Chi l’ha Visto, Ore 14 e Pomeriggio 5.
Infine, viene sottolineata la sua capacità nel lavoro da consulete: "È noto non solo per la sua esperienza e la sua presenza nei media, ma anche per la sua abilità nell’assistere i clienti in momenti di grande stress, con empatia e professionalità. La sua capacità di affrontare situazioni delicate lo rende un consulente apprezzato e affidabile".
Nel servizio andato in onda su Italia 1, Le Iene hanno accusato il criminologo Damiano Barzan di aver mentito sulla propria identità e sulle qualifiche professionali. Le accuse si basano sulle dichiarazioni di Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva, principale indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli.
Bartolucci, che per un breve periodo è stata assistita da Barzan, ha raccontato di averlo successivamente denunciato per esercizio abusivo della professione forense, sostenendo che si sarebbe spacciato per avvocato. Barzan ha respinto le accuse, dichiarando di "non essersi mai qualificato come avvocato". Secondo la donna, inoltre, il criminologo avrebbe cercato di esporre il marito alla stampa contro la sua volontà, arrivando anche a fornire dati sensibili ai media.
Partendo da queste dichiarazioni, il servizio ha cercato di ricostruire il passato di Barzan in Calabria, dove — secondo testimonianze raccolte dal programma — il suo nome sarebbe stato già allora associato a presunti raggiri. In particolare, si fa riferimento al 2010, quando Barzan avrebbe presumibilmente dichiarato di aver vinto 47 milioni di euro al Superenalotto, parte dei quali sarebbero stati destinati all’acquisizione del Cosenza Calcio. Uno stile di vita apparentemente sfarzoso avrebbe convinto amici e conoscenti della veridicità della vincita, i quali — sempre secondo quanto riportato nel servizio — gli avrebbero prestato somme di denaro per progetti e investimenti mai realizzati.
I soggetti intervistati dal programma affermano di non aver mai riavuto quanto prestato e accusano Barzan di truffa. Dal canto suo, Barzan ha denunciato per estorsione gli uomini che gli avrebbero chiesto la restituzione del denaro, denuncia alla quale è poi seguita una querela per calunnia nei suoi confronti.
"Non risulta alcuna iscrizione a mio carico nel registro degli indagati – ha commentato brevemente Barzan, raggiunto dal Resto del Carlino –. Insieme ai miei legali, valuteremo e intraprenderemo le opportune azioni".
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