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Terni, al CAOS performance e archeologia industriale si fondono con "Segni di Memoria" di Silvia Piconi. L'ipnosi diventa forma artistica

04 Maggio 2025, 17:19

Terni, al CAOS performance e archeologia industriale si fondono con "Segni di Memoria" di Silvia Piconi. L'ipnosi diventa forma artistica

Dal 10 maggio 2025, il CAOS - Centro Arti Opificio Siri - di Terni accoglierà la mostra personale di Silvia Piconi intitolata "Segni di Memoria", curata da Olga Strada e patrocinata dal Comune di Terni. Questo progetto artistico e performativo intende riflettere sulla metamorfosi dei siti di archeologia industriale attraverso il linguaggio dell'arte contemporanea e delle performance corporee.

Silvia Piconi utilizza l'arte come mezzo di dialogo con la memoria storica dei siti industriali dismessi, evocando tracce del passato attraverso performance che combinano grafica, simboli e movimenti corporei. L’ipnosi, tecnica che l’artista ha trasferito dalla sfera clinica a quella artistica, diviene lo strumento per valicare i confini della percezione e accedere alla profondità dell’inconscio, sia collettivo che personale.

Il progetto "Segni di Memorie" si è sviluppato attraverso l’arte performativa in emblematici siti di archeologia industriale in stato di abbandono, quali: La Vela di Calatrava (Roma), il vecchio mulino della Cervelletta, il Gazometro (Roma), il Bilancione (Fiumicino), l'Ex Fabbrica di Penicillina LEO (Roma), l'Ex fabbrica Miralanza (Roma), l’Ex oleificio (Roma), il Parco del Labaro (Roma), i Pilastri del ponte Bailey (Roma), l’Ex Fabbrica idroelettrica Penna Rossa (Papigno), l’Elettrocarbonium ex-fabbrica siderurgica (Narni), e la AMG Energia (Palermo). Il progetto troverà la sua conclusione all’Italsider di Napoli e al Porto di Marghera, a Venezia.

L'intento della mostra è di sensibilizzare il pubblico sulla bellezza intrinseca e sull’energia che ancora pervade questi luoghi dimenticati, trasformandoli in spazi contemporanei in grado di accogliere nuove forme di espressione artistica.

Secondo la curatrice Olga Strada: “Nel progetto artistico ospitato negli spazi del Centro Arti Opificio di Siri, l’attenzione dell’artista si sofferma su tredici architetture (numero destinato ad ampliarsi, dato l’interesse che l’originale idea dell’artista ternana sta suscitando) facenti parte della famiglia storico-architettonica dell’archeologia industriale. Da scienza che studia l’origine della civiltà automatizzata e delle strutture che da questa derivano, tale categoria si è arricchita di ulteriori significati, ed è in questo contesto che va letto il progetto di Silvia Piconi. Le strutture architettoniche individuate in Italia, non dissimili da scheletri di esseri fantastici, evocano quella fascinazione che le rovine romane ebbero su Piranesi, la cui estetica decadente amplificò l’interesse verso le maestose vestigia dell’antichità. In un certo senso, è come se i mastodonti di ferro e calcestruzzo, oggetti dell’indagine dell’artista, si ricongiungessero, grazie all’interazione performativa, con il flusso del loro passato storico, arricchendosi della poeticità che la patina del tempo ha loro impresso".

Silvia Piconi sviluppa una metodologia unica che utilizza l'ipnosi come veicolo di introspezione e creatività. La sua ricerca si muove tra arte, psicologia e realtà quantica, creando un linguaggio visivo che esplora i legami tra corpo, memoria e territorio. L’inaugurazione dell’evento, prevista per il 10 maggio 2025 alle ore 18.00, vedrà gli interventi di Michela Bordoni, Assessore alla Cultura, Chiara Ronchini, Coordinatrice CAOS, e della curatrice Olga Strada. Seguirà, alle 18.30, una performance dell’artista, accompagnata al violino da Gustavo Gasperini.

Breve Biografia di Silvia Piconi:

Silvia Piconi è un’artista contemporanea il cui lavoro nasce dall'incontro tra arte performativa, psicologia e realtà quantica. Laureata in psicologia e specializzata in psicoterapia, ha esteso la sua ricerca attraverso l’ipnosi, utilizzata come strumento creativo per esplorare la memoria contestuale, collettiva e personale.

Le sue opere, che fondono movimento corporeo e installazioni visive, hanno dato vita a performance in siti industriali abbandonati e luoghi di forte impatto simbolico. L’approccio della Piconi mira a rendere visibile l’invisibile, indagando le tracce del passato e la loro risonanza nel presente, con una particolare attenzione alla trasformazione e alla rigenerazione degli spazi urbani e naturali.

Questa modalità di lavoro le consente di dare a un “pensiero concreto” la forma di un “pensiero astratto,” permettendo alla mente di acquisire una propria personalità attraverso le sue opere. L’artista ha avviato questo percorso nel 2017, interagendo con alcune delle sculture ospitate nell’affascinante "Parco della Serpara" a Civitella d’Agliano, voluto e abitato dallo scultore svizzero Paul Wiedmer.

Successivamente, nel 2018, è intervenuta al Parco delle sculture di "Aurelio De Felice" a Torreorsina (TR) e in diversi punti del tessuto urbano della città di Terni. Nel 2019, l’artista ha affrontato il compito di rievocare e rielaborare i vissuti di una terra profondamente ferita dal terremoto, la Piana di Castelluccio di Norcia in Umbria, con una performance invernale esibita nella neve, senza protezione, con temperature sotto zero.

Tra le varie performance ricordiamo la residenza d'artista presso il museo di arte contemporanea "MACRO" di Roma nel 2019, e le azioni estetiche tra cui "Azioni" alla Rocca Albornoziana di Narni, "Racconti del 21 Secolo" a Palazzo Vignola di Todi e "L’impeto della Fralezza" a Gualdo Cattaneo, realizzate tra il 2022 e il 2024.

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