STORIA
Il viaggio di Alberto Angela nella nuova puntata di Ulisse, il piacere della scoperta, in onda questa sera lunedì 28 aprile, arriva fino alla Moschea di Solimano il Magnifico, in ricordo del sultano che per primo osò sposare una sua concubina, l’amata Roxelana, restandole fedele per tutta la vita. Una storia d’amore che stravolse le rigide tradizioni dell’impero ottomano.
Sultano e padiscià dell’impero Ottomano fino alla sua morte, nel 1520, Solimano – detto il magnifico – fu uno dei più influenti e potenti monarchi del XVI secolo. Alla morte del padre, Selim I, divenne sultano degli Ottomani e rimase al potere per 46 anni. Appena insediato, avviò la sua politica di espansione conquistando Belgrado nel 1521 e Rodi nel 1522. Le più grandi vittorie, tuttavia, arrivarono in Ungheria – terreno di scontro con gli Asburgo – dove Solimano riuscì nell’impresa di conquistare la parte centro-meridionale del paese (riconquistata poi dagli Asburgo solo a fine Seicento).
Sotto la sua amministrazione, l’Impero Ottomano riuscì a garantirsi il controllo del Mediterraneo per oltre trenta anni, un primato interrotto solo dopo la sua morte, con la battaglia di Lepanto del 1571. I rapporti con i Cristiani non furono, però, solo rapporti di guerra. Il magnifico riuscì a stringere un accordo militare, tra gli scandali, con Francesco I di Francia, uniti dal nemico comune Carlo V – che minacciava i progetti di espansione di Francia e impero osmanico.
Durante il suo regno, Istanbul divenne il centro culturale dell’Islam. Meta di visitatori da tutto il mondo, l’ex capitale dell’impero romano d’oriente era tra le città più grandi e affascinanti del mondo. Con le sue moschee, i suoi palazzi, i circa 400mila abitanti e la vivacità della vita, divenne il punto d’incontro tra Oriente e Occidente.
Schiava originaria dell’allora Regno di Polonia, il vero nome di Roxelana – secondo alcune fonti letterarie – sarebbe Aleksandra, figlia di Hawryło Lisowski, sacerdote di Rohatyn. Fu ceduta inizialmente ai mercati di schiavi genovesi di Caffa dai Tartari di Crimea, per poi essere portata, ancora solo 14enne, al mercato degli schiavi di Costantinopoli, dove fu acquistata dall'élite ottomana e assegnata all'Harem del Sulimano poco prima che ascendesse al potere, o, secondo altre fonti, proprio come dono della sua ascesa al trono. Nell'harem le venne dato un primo nome ottomano di Roxelana.
La donna attirò subito le attenzioni di Solimeno I, che la ribattezzò Hürrem - la gioiosa. Questo interesse manifestato dal Sultano scatenò l'ira delle rivali in amore tanto che, secondo un aneddoto, un giorno la favorita Mahidevran aggredì la donna in modo violento: "Mahidevran insultò Hürrem, le graffiò il viso, le strappò i capelli e anche i vestiti. Dopo poco Hürrem venne invitata nella camera da letto del Sultano e rifiutandosi di apparire davanti agli occhi del suo padrone in quello stato, venne convocata per dare le sue spiegazioni. Solimano chiamò subito Mahidevran, chiedendole se Hürrem avesse detto la verità. Mahidevran sostenne di essere lei la prima donna del sultano, che le altre concubine dovevano ubbidire a lei e che fece poco a Hürrem, doveva sfigurarla ancora di più" - racconta l'ambasciatore il veneziano Bernardo Navagero.
In quel periodo storico, la principale ambizione di una donna nell’harem era generare il futuro sultano. Solo l’ascesa del suo figlio al trono le avrebbe garantito un posto sopra tutte le altre. Secondo la tradizione, il sultano doveva unirsi con ogni concubina finché questa non partoriva un figlio maschio. Una volta raggiunto questo obiettivo, la donna continuava a vivere nell’harem, ma non intratteneva più rapporti intimi. Questa pratica aveva una logica dinastica precisa. Ogni figlio del sultano era considerato legittimo, anche se nato da una schiava, e il titolo di principe ereditario spettava sempre al primo maschio.
In caso di morte prematura del primogenito, la successione proseguiva scivolando tra gli altri figli maschi, seguendo un ordine gerarchico. Tuttavia, ogni figlio doveva essere figlio di una madre diversa, per evitare conflitti tra le donne dell’harem. Inoltre, il nuovo sultano aveva il diritto di eliminare i fratellastri per evitare future guerre di successione. Infrangendo tutte le tradizioni, il Sultano e Hürrem ebbero cinque figli maschi.
Nel 1520 l'unico erede rimasto era Mustafa, un bambino di sei anni, figlio di Mahidevran. In questo contesto, la possibilità per Hürrem di dare alla luce altri figli le garantì un sostegno crescente a corte. Nel 1521 Hürrem partorì il suo primo bambino, Mehmed. L'anno seguente nacque Mihrimah, l'unica figlia sopravvissuta di Solimano e unica femmina avuta da Hürrem. Poco dopo venne alla luce Abdullah, che però visse solo tre anni. Nel 1524 nacque Selim e, un anno più tardi, Bayezid. L’ultimo figlio di Hürrem, Cihangir, nacque nel 1531.
Ad un certo punto, Hürrem ricevette il titolo esclusivo di Haseki Sultan, diventando la seconda figura femminile più importante della dinastia, dopo la madre del Sultano. Nel 1532 Mahidevran lasciò l’harem per seguire il figlio Mustafa nella provincia di Manisa, dove era stato nominato governatore. Due anni dopo, nel 1534, morì Hafsa Sultan, madre di Solimano. Rimasta l’unica donna di spicco della dinastia, Hürrem assunse il massimo potere all'interno dell’harem. Tra il 1533 e il 1536 Solimano ruppe con la tradizione sposandola, rendendola la sua unica moglie legale.
Roxelana riuscì, quindi, a ottenere ciò che nessuna concubina prima di lei aveva mai avuto: diventò la moglie ufficiale di Solimano. Sebbene non esistessero leggi che vietassero il matrimonio tra sultani e concubine, tutta la corte ottomana si oppose a questa unione, poiché Solimano stava infrangendo le tradizioni. Il matrimonio, probabilmente celebrato nel giugno del 1534 (anche se la data esatta rimane sconosciuta), segnò l'inizio di una posizione unica per Hürrem, che assunse il titolo esclusivo di Haseki Sultan.
Solimano trascorreva gran parte del suo tempo in campagne militari, quindi aveva bisogno di qualcuno di fidato che lo tenesse aggiornato sulla situazione a palazzo. Hürrem fu scelta per questo ruolo. Sono conservate alcune lettere scritte da Solimano a Hürrem, nelle quali traspare l'intenso amore che il sultano nutriva per lei e la sua mancanza quando erano separati. All'inizio del suo regno, Solimano si rivolgeva principalmente alla madre per consigli, poiché Hürrem non conosceva ancora bene la lingua. Le prime lettere di Hürrem mostrano un linguaggio burocratico, suggerendo che probabilmente fosse stata assistita da uno scrivano di corte.
Pietro Bragadin, ambasciatore veneziano, racconta di un episodio che dimostra l'influenza che Hürrem aveva su Solimano. Due schiave russe vennero donate a Solimano e a sua madre, ma quando le ragazze arrivarono a palazzo, Hürrem si infuriò. La madre del sultano, inizialmente ignara della reazione di Hürrem, decise di dare la sua schiava al figlio, ma si scusò presto con Hürrem e si riprese la ragazza. La seconda schiava fu data da Solimano in moglie a un altro Sanjak-bey, poiché la presenza di un’altra concubina a palazzo rendeva Hürrem infelice e invidiosa.
Dei sei figli della coppia solo Selim, tra i figli maschi, sopravvisse, mentre gli altri morirono durante la lotta per la successione. Mustafa, uno dei figli di Solimano, fu giustiziato dal padre, alimentando una leggenda secondo la quale sarebbe stata Hürrem a tramare contro di lui, convinta che volesse prendere il trono.
Hürrem morì il 18 aprile 1558 a Costantinopoli, dopo aver trascorso gli ultimi anni della sua vita in condizioni di salute molto precarie. Si racconta che, per non turbare la tranquillità della sua amata, il Sultano ordinò che tutti gli strumenti musicali del palazzo venissero bruciati. Solimano non si separò mai dal letto di Roxelana, stando al suo fianco fino all'ultimo giorno della sua vita. Il Sultano nutriva un profondo amore per Hürrem, un sentimento che emerge chiaramente dalle dediche d'addio scritte da Solimano alla sua Haseki dopo la sua morte.
Roxelana fu inumata nel suo mausoleo (türbe), decorato con ceramiche di İznik che raffigurano scene del paradiso terrestre, probabilmente a simboleggiare la sua natura gioiosa. Il suo mausoleo si trova accanto a quello di Solimano, in una struttura separata e più sobria, adiacente alla Moschea di Solimano (Süleymaniye Camii).
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