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Sharon Stevens, la protagonista del film Il miracolo di Sharon - interpretata dalla celebre attrice Hilary Swank - esiste davvero e, la stessa pellicola è ispirata alla sua vera storia. Ecco tutte le analogie e le differenze tra il film e la vita di Sharon Stevens-Evans.
Louisville, 1994. Sharon Stevens è una parrucchiera di mezza età, abbandonata anni prima dal marito e con un figlio ormai adulto che non le vuole più parlare. Cercando una ragione di vita che la distolga dall'alcolismo in cui è caduta, Sharon prova a rendersi socialmente utile, interessandosi a un caso di cui ha letto sul giornale locale: la piccola Michelle Schmitt, che ha perso da poco la madre e che è affetta da atresia biliare. Sharon organizza una colletta per aiutare finanziariamente Ed, il padre della piccola, e lo sostiene sempre più con nuove idee e iniziative per affrontare le spese e le difficoltà legate alla cura di Michelle, che necessita di un trapianto di fegato.
Gli eventi si sono svolti a Louisville, nel Kentucky, nel gennaio 1994. Sharon Stevens aveva 48 anni (è nata nel 1946) ed era una rinomata parrucchiera del quartiere. Nel film Sharon è rappresentata come una donna alcolizzata, mentre nella realtà non era alcolizzata, anche se aveva avuto genitori con problemi di alcolismo. Il rapporto con il figlio nel film è conflittuale e distante, mentre nella realtà il figlio è sempre stato accanto a Sharon.
La tempesta di neve senza precedenti che ha bloccato la città per quasi una settimana si è verificata davvero nelle ore notturne del 16 e 17 gennaio 1994. Ricoprì Lousville con 40 cm di neve in circa 8 ore, le temperature minime calarono fino a -22 gradi, stabilendo un vero e proprio record storico. La madre di Michelle, Theresa Schmitt, è morta veramente per l'aggravarsi della malattia del morbo di Wegener (granulomatosi). E' venuta a mancare nell'agosto del 1992 quando aveva 29 anni (mentre nel film viene narrato che è morta a 35 anni).
La vera Sharon Stevens ha raccontato a un emittente statunitense che, come nel film, ha scoperto la storia della famiglia attraverso un articolo di giornale. "Ho visto un articolo di giornale, e non sono una che legge il giornale tutti i giorni, mi è capitato per caso", ha ricordato Stevens. "L'ho letto. Un paio di settimane dopo, i bambini che avevano bisogno di aiuto, la loro madre, sono morti, prima che la seconda bambina ricevesse il trapianto, e mi si è spezzato il cuore". Dopo aver letto l'articolo di giornale, ha chiamato Chuck Lee, un ministro della Southeast Christian Church, che frequentava. Gli ha detto che voleva trovare un modo per aiutare la famiglia Schmitt. Come nel film, Sharon incontra per la prima volta Michelle Schmitt al funerale di sua madre Theresa.
Sharon Stevens ha raccolto decine di migliaia di dollari per aiutare la famiglia a coprire le crescenti spese mediche. "Ho trascorso quasi tre anni prima del suo trapianto a raccogliere fondi per i farmaci, le corse in ospedale a Omaha e l'alloggio per la famiglia", ha scritto Sharon in un post su Facebook. "Le sue necessità mi hanno consumato il cuore ed è stata una benedizione per me". Sharon aveva anche organizzato in anticipo il viaggio della famiglia da Louisville a Omaha con un jet privato quando hanno ricevuto la chiamata per il trapianto.
Come nel film, nessuno avrebbe potuto immaginare che la chiamata sarebbe arrivata la mattina dopo una nevicata record che ha seppellito Louisville. Come nel film l'intervento di trapianto di fegato di Michelle Schmitt era previsto a Omaha, in Nebraska, precisamente a 1.113 chilometri in auto di distanza. Ed Schmitt doveva accompagnare sua figlia, Michelle Schmitt, di tre anni, in un aeroporto del sud dell'Indiana, dove un jet privato l'aspettava per portarla a Omaha, in Nebraska. Lì si sarebbe sottoposta all'intervento di trapianto di fegato che avrebbe potuto salvarle la vita. Con l'enorme quantitativo di neve sulle strade di Louisville era pressoché impossibile compiere il viaggio, Stevens chiamò quindi Newsradio 840 WHAS e chiese aiuto.
Dopo aver sentito la richiesta di aiuto via radio, Teresa Amshoff, che viveva a circa tre chilometri dagli Schmitt guardò fuori dalla finestra e notò l'ampio parcheggio di quella che all'epoca era la Southeast Christian Church. Chiamò la stazione radio e le fu detto che il parcheggio avrebbe dovuto essere sgomberato entro 30 minuti. Circa 200 residenti di Louisville sono intervenuti portando le loro pale per aiutare a sgombrare il parcheggio della chiesa (la spalatura avviene di giorno, mentre nel film di notte). L'elicottero ha portato Michelle Schmitt, di 3 anni, allo Standiford Field, dove è stata poi trasportata con un jet privato a Omaha, Nebraska.
Michelle ricevette il fegato di Brian Friesen, un bambino di 7 anni del Kansas morto improvvisamente il giorno prima, il 16 gennaio 1994, a causa di un aneurisma cerebrale. La vera Michelle Schmitt è morta per un aneurisma gastrico nel maggio 2021, all'età di 31 anni. Era a conoscenza del film, le cui riprese si stavano svolgendo quello stesso mese. Il film esce in sala nel 2024.
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