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IL MISTERO

Caso Resinovich, svolta nelle indagini: il marito Sebastiano Visintin è l’unico indagato, ma si rifugia in Austria

Annalisa Ercolani

16 Aprile 2025, 21:00

Caso Resinovich, svolta nelle indagini: il marito Sebastiano Visintin è l’unico indagato, ma si rifugia in Austria

Sebastiano Visintin e Liliana Resinovich

È ancora un mistero il rientro in Italia di Sebastiano Visintin, vedovo di Liliana Resinovich e da pochi giorni unico indagato nell’inchiesta che da oltre tre anni cerca di fare luce sulla tragica morte della donna triestina. Secondo indiscrezioni, l’uomo si sarebbe rifugiato a Villach, in Austria, per sottrarsi alla pressione mediatica seguita alla notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati. I suoi legali, Paolo e Alice Bevilacqua, smentiscono qualsiasi legame tra il viaggio e le indagini: "Si tratta di una consuetudine personale, non di una fuga", precisano.

Una scomparsa inquietante

Liliana Resinovich scompare la mattina del 14 dicembre 2021. Il marito denuncia l’assenza solo in serata, mentre le prime ricerche si muovono a livello locale. A pochi giorni dalla sparizione, la nipote Veronica si rivolge alla trasmissione Chi l’ha visto?, che accende i riflettori nazionali sul caso. Ma della donna non si hanno notizie per tre settimane. Il 5 gennaio 2022 il ritrovamento shock: il cadavere di Liliana viene scoperto in un boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Il corpo è avvolto in sacchi neri, la testa infilata in due sacchetti trasparenti legati con un cordino. Nessuna impronta visibile, neanche della vittima. Solo pochi oggetti personali nella borsa: una bottiglia d’acqua vuota, una mascherina, le chiavi di casa, occhiali da sole. Al polso, un orologio rosa fermo poco dopo le 9.

Sebastiano Visintin

Un caso dai contorni opachi

Le indagini si aprono inizialmente per sequestro di persona. Un primo esame autoptico suggerisce morte per cause naturali, un possibile scompenso cardiaco, avvenuto poche ore prima del ritrovamento. Ma i dubbi sono tanti: dove è stata la donna per tre settimane? È stata forse tenuta nascosta? Un testimone, Fulvio Covalero, parla di un presunto litigio vicino al luogo del ritrovamento il giorno della scomparsa. Alcuni consulenti indicano lesioni sul volto, incompatibili con un decesso spontaneo. Tuttavia, nel 2023 la procura chiede l’archiviazione per suicidio, parlando di un "imbuto emotivo". Ma la famiglia non ci sta. Tre le opposizioni presentate: da Visintin stesso, da Veronica e dal fratello di Liliana, Sergio Resinovich, da sempre scettico sulla versione del suicidio e critico nei confronti del cognato, accusato di un comportamento troppo freddo e passivo.

Un triangolo sentimentale?

Al centro dell’inchiesta anche la figura di Claudio Sterpin, ex bersagliere e vecchio amore di Liliana. Secondo l’uomo, i due avevano ripreso a frequentarsi e progettavano una convivenza. "Saresti la terza signora Sterpin", le avrebbe detto. A sostegno della relazione, centinaia di messaggi criptici, ricerche online su come divorziare senza avvocato, e perfino l’acquisto di lenzuola nuove. Sterpin sostiene che lui e Liliana stessero pianificando una fuga d’amore in Croazia, mentre Visintin racconta di un viaggio in Brasile previsto per febbraio. Entrambe versioni che dipingono una donna con progetti futuri, elemento che stona con l’ipotesi del suicidio.

La svolta: si indaga per omicidio

A seguito delle opposizioni, la procura riapre il caso e ordina una nuova autopsia. La consulenza è affidata all’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che smentisce la prima versione: Liliana sarebbe morta il giorno stesso della scomparsa, entro poche ore dalla colazione a base di panettone. Il corpo, secondo Cattaneo, sarebbe rimasto nel bosco per tre settimane, conservato da un microclima favorevole. Con queste nuove conclusioni, l’inchiesta cambia direzione: l’ipotesi è ora quella di omicidio.

Il ruolo di Visintin

Nel frattempo, Visintin si mostra provato nella trasmissione Quarto Grado, poi scompare dalla scena pubblica. La procura lo iscrive nel registro degli indagati, ma i suoi avvocati parlano di atto dovuto. A casa sua vengono sequestrati oltre 700 coltelli, un maglione giallo e un paio di guanti, elementi potenzialmente compatibili con le tracce trovate sul corpo.

Visintin ha sempre negato tensioni con la moglie, sostenendo che il loro rapporto fosse sereno e che ignorasse la relazione con Sterpin. Ma testimoni e conoscenti raccontano un’altra storia. L’albergatrice Jasmina Zivkovic parla di un litigio violento e di una richiesta della donna di dormire in letti separati. La cugina Silvia Radin riferisce che prima del ritrovamento del cadavere, Visintin avrebbe già parlato di “dichiarazione di morte presunta”, da attendere per legge per dieci anni.

Quel 14 dicembre 2021

La ricostruzione del giorno della scomparsa è ancora frammentaria. Visintin racconta di essere uscito presto per lavoro. Liliana lo avrebbe salutato con due peluche dalla finestra. In seguito avrebbe parlato con Sterpin, disdicendo un appuntamento per una sosta in un negozio di telefonia. Ma lì non arriverà mai. Sterpin, preoccupato, inizia a cercarla. Alcune telecamere di videosorveglianza avrebbero ripreso la donna, ma le immagini non sono state subito acquisite, e restano punti interrogativi sull’identificazione. Nel pomeriggio, Sterpin contatta un amico, Salvatore Nasti, ex poliziotto, e la sua compagna, Gabriella Micheli, ex dipendente della questura. Saranno loro a convincere Visintin a sporgere denuncia.

Un caso ancora aperto

A più di tre anni dalla scomparsa di Liliana Resinovich, il caso è tutt’altro che chiuso. Restano 25 punti oscuri da chiarire, tra cui la data esatta della morte, la scena del crimine, e il movente. L’iscrizione di Visintin come indagato potrebbe segnare una svolta. Oppure, aggiungere solo un altro tassello in un puzzle ancora incompleto.

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