IL CASO
Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro
L'omicidio di Marta Russo al centro della puntata di Linea di Confine, stasera in tv su Rai 2, mercoledì 26 marzo alle 23.35. Il caso è uno dei più famosi e controversi nella storia della cronaca nera italiana. Marta Russo, una giovane studentessa di giurisprudenza di 22 anni, fu colpita da un proiettile alla testa il 9 maggio 1997 all'interno della Città Universitaria della Sapienza di Roma. Il colpo, sparato da una pistola calibro 22, la raggiunse alla nuca, causandole danni irreversibili che la portarono alla morte cinque giorni dopo.
Il caso di Marta Russo è stato al centro di un complesso processo giudiziario, caratterizzato da numerose ipotesi investigative e una copertura mediatica intensa. Inizialmente, le indagini si concentrarono su diverse teorie, tra cui lo scambio di persona, il terrorismo e il "delitto perfetto", ma nessuna di queste trovò conferma. Successivamente, l'attenzione si focalizzò su un incidente accidentale, con l'ipotesi che il colpo fosse stato sparato per errore.
La tomba di Marta Russo al cimitero del Verano
Giovanni Scattone, assistente universitario di filosofia del diritto, e Salvatore Ferraro, suo collega, furono identificati come principali sospettati. Scattone fu condannato in via definitiva per omicidio colposo aggravato nel 2003, mentre Ferraro fu condannato per favoreggiamento personale. Entrambi hanno sempre negato le accuse, sostenendo la loro innocenza.
Salvatore Ferraro e Giovanni Scattone fotografati alla fine dell'udienza nel 1999
Le indagini furono condotte con grande difficoltà, anche a causa della mancanza di prove concrete e di un movente chiaro. La testimonianza di Gabriella Alletto, che accusò Scattone e Ferraro, fu cruciale per le condanne, ma molti aspetti del caso rimangono ancora oscuri. Il processo fu segnato da accuse di colpevolizzazione mediatica e da presunte pressioni sugli imputati.
L'omicidio di Marta Russo ha avuto un impatto significativo sulla società italiana, sia per la sua natura misteriosa sia per le polemiche legate alle indagini e al processo. Il caso è stato oggetto di numerose discussioni e riflessioni sulla giustizia e sulla colpevolizzazione mediatica. Recentemente, il caso è stato riproposto in un programma televisivo, "Linea di confine", su Rai 2, il 26 marzo 2025, mantenendo viva l'attenzione pubblica su questo evento tragico.
Aureliana, la madre di Marta Russo
Marta Russo è sepolta nel Cimitero del Verano di Roma. I suoi funerali furono seguiti da una folla numerosa e da personalità politiche di rilievo. La sua morte ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, simboleggiando un caso giudiziario complesso e controverso che continua a suscitare dibattiti e riflessioni.
Giovanni Scattone oggi
Giovanni Scattone, nato nel 1968, è diventato un nome noto a seguito della sua condanna, conclusa nel 2006, in relazione all'omicidio di Marta Russo. Negli anni successivi, il suo nome è stato al centro di diverse polemiche, tra cui quella del 2011, quando venne assegnato come supplente presso il liceo scientifico di Roma, lo stesso istituto frequentato dalla vittima. Nonostante Scattone non fosse interdetto dai pubblici uffici, poiché condannato per colpa e non per dolo, decise di rinunciare all'incarico a causa delle forti proteste.
Giovanni Scattone
Successivamente, Scattone lavorò come insegnante presso il liceo Primo Levi di Roma e altri istituti, ma le polemiche non cessarono: studenti e genitori della vittima continuarono a esprimere la loro opposizione. Nel 2015, sopraffatto dalla mancanza di serenità necessaria per insegnare, Scattone scelse di abbandonare definitivamente la carriera di docente, nonostante avesse ottenuto una cattedra presso l'Einaudi di Roma. Da allora, si è dedicato alla professione di traduttore e ghost writer, mantenendo un basso profilo. Scattone è sposato dal 2001 con Cinzia Giorgia, scrittrice e sceneggiatrice, che iniziò una relazione epistolare con lui mentre era in carcere e ha sempre sostenuto la sua innocenza. Nella vicenda giudiziaria per la morte di Marta Russo, fu coinvolto anche Salvatore Ferraro, accusato di favoreggiamento nei confronti di Scattone. Oggi le tracce di Giovanni Scattone si sono perse, mentre il ricordo di quell’episodio continua a suscitare reazioni e dibattiti.
Salvatore Ferraro oggi
Dopo aver scontato la sua pena nel 2005, Salvatore Ferraro ha intrapreso una nuova vita all’insegna dell’impegno politico e culturale. Inizialmente ha aderito al partito Radicale, dove si è distinto per la sua fervente attività in difesa dei diritti dei detenuti, collaborando anche con Daniele Capezzone, noto giornalista di Libero. Oltre all'attivismo, Ferraro ha esplorato vari ambiti creativi: è diventato scrittore e ha contribuito con la sua creatività alla band rock I presi per caso.
Salvatore Ferraro
La sua versatilità artistica si è estesa anche al mondo del cinema, dove ha lavorato come consulente per la sceneggiatura di un film controverso, incentrato sulle vicende di un serial killer. Oggi, Ferraro è un affermato giurista e avvocato penalista, pur continuando a coltivare la sua passione per la musica. Insieme a sua moglie Silvia, gestisce la libreria di famiglia, come riportato da Linkiesta, segnando un’ulteriore tappa nella sua riabilitazione sociale. La sua capacità di reinventarsi contrasta con il percorso di Giovanni Scattone, che, segnato dal passato, ha scelto di allontanarsi definitivamente dal mondo accademico dopo la condanna per omicidio colposo.
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