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LE GRANDI MOSTRE

"Da Degas a Boldini", impressionismo tra Francia e Italia nelle 44 opere esposte alla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni

Sculture, dipinti e scritti prestati da rinomati musei nazionali e internazionali, da collezioni d'arte di fondazioni bancarie e istituti di credito

21 Marzo 2025, 22:20

"Da Degas a Boldini", impressionismo tra Francia e Italia nelle 44 opere esposte alla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni

La Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, nel suo costante impegno per la promozione e valorizzazione dell'arte attraverso le "Grandi mostre", organizza a Palazzo Montani Leoni a Terni, dal 16 aprile al 29 giugno 2025, la rassegna "Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull'Impressionismo tra Francia e Italia".

Curata da Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano, l'esposizione intende celebrare l'impressionismo francese, ma soprattutto il movimento impressionista in Italia, in occasione del 150º anniversario della prima mostra impressionista avvenuta il 15 aprile 1874 a Parigi.

La mostra presenterà 44 opere, tra sculture, dipinti e scritti, prestate da rinomati musei nazionali e internazionali, da collezioni d'arte di fondazioni bancarie e istituti di credito. L'intento è di rendere omaggio agli artisti italiani che, dalla metà dell'Ottocento agli anni Venti del Novecento, hanno contribuito a dare prestigio al Paese ma che sono stati spesso trascurati a causa del predominante successo dell'impressionismo francese.

L'impressionismo, uno dei movimenti d'avanguardia più amati nella storia dell'arte moderna, nacque a Parigi negli anni Settanta dell'Ottocento, suscitando immediato scalpore e interesse in Europa. In Italia, questo nuovo linguaggio si diffuse grazie alla creatività di artisti come Federico Zandomeneghi, Giuseppe De Nittis e i Macchiaioli. Nel periodo post-unitario, l'Italia attraversava una fase di sviluppo difficile e lenta rispetto alla nuova corrente artistica francese. Pertanto, molti pittori italiani furono attratti dalla modernità e dall’innovazione del pensiero parigino, elementi non riscontrabili nel proprio Paese.

Tuttavia, il lavoro dei Macchiaioli, parallelo agli albori dell'impressionismo, era comparabile nei metodi, nelle tematiche di attualità e nello stile orientato alla luminosità naturale, tramite l'uso della "macchia", costituendo un movimento parallelo, seppur con le debite differenze di contesto sociale e territoriale.

Dopo l'epoca di Boldini, Zandomeneghi e De Nittis, definibili "impressionisti franco-italiani" per le loro lunghe permanenze a Parigi, l'Italia mantenne una tradizione tardo impressionista che continuò nei primi decenni del Novecento. Questa tradizione, influenzata da Monet, Renoir e Cézanne, si rifletteva nelle opere di pittori come Francesco Filippini, che si trasferì a lungo a Parigi a partire dal 1879, diventando un pioniere dell'impressionismo italiano, e Emilio Gola.

L'esposizione della Fondazione Carit si apre con un'opera di Jean-Baptiste-Camille Corot, figura di spicco della scuola di Barbizon, prosegue con artisti come Berthe Morisot, le cui opere in mostra provengono dal Musée FAMM e The Levett Collection di Mougins, ed Edgar Degas dalla GNAM di Roma.

A seguire, "Les Italiens de Paris", italiani attivi nella Parigi della Belle Époque, includendo nomi come Giuseppe De Nittis (Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo), Vittorio Matteo Corcos (Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno), Giovanni Boldini (BPM), Emilio Gola (Gallerie d'Italia), insieme a Federico Zandomeneghi e Antonio Mancini, provenienti da importanti collezioni private. Non manca la scultura con i bronzi di Degas e un'opera in cera di Medardo Rosso, grazie al prestito del MART di Rovereto.

La mostra si conclude con un "omaggio agli impressionisti francesi" attraverso le opere di due grandi artisti italiani contemporanei, Mario Schifano e Tano Festa.

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