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La farfalla impazzita stasera in tv su Rai 1, mercoledì 29 gennaio: ecco la storia vera di Giulia Spizzichino, ebrea romana segnata dallo sterminio nazista

Annalisa Ercolani

29 Gennaio 2025, 21:15

La farfalla impazzita stasera in tv su Rai 1, mercoledì 29 gennaio: ecco la storia vera di Giulia Spizzichino, ebrea romana segnata dallo sterminio nazista

Giulia Spizzichino, la Farfalla impazzita

Arriva stasera in tv su Rai 1 il film La Farfalla impazzita, mercoledì 29 gennaio alle 21.30. La pellicola diretta da Kiko Rosati, racconta la storia di Giulia Spizzichino, interpretata da Elena Sofia Ricci, un'ebrea romana che visse un trauma indelebile nel 1944, quando perse ventisei familiari, tra cui il nonno, gli zii e il piccolo cugino Marco di appena cinque anni, vittime dei rastrellamenti nazisti e deportati ad Auschwitz o uccisi alle Fosse Ardeatine. Questo strappo crudele segnò profondamente la sua vita, trasformandola in una donna dura e distaccata, incapace di lasciarsi andare all’amore, nemmeno con il marito, il figlio e la nipotina. Come le rimproverava il figlio, Giulia viveva "con i morti", intrappolata nel dolore del passato.

Cinquant’anni dopo, la scoperta di Erich Priebke in Argentina, un ex ufficiale nazista a Roma, considerato responsabile materiale della strage delle Fosse Ardeatine, che riaprì le ferite mai rimarginate. Giulia decise di impegnarsi per sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere l’estradizione del criminale nazista. La scelta di testimoniare al processo contro Priebke la costrinse a confrontarsi con il suo dolore più profondo, abbattendo l’armatura emotiva che aveva costruito negli anni. Pur non potendo dimenticare, Giulia trovò in questo gesto un modo per sentirsi più libera. 

Giulia Spizzichino è madre di un bambino, Marco, un padre amorevole e responsabile con sua figlia Giulietta. Tuttavia, ha sempre sofferto per la freddezza della madre, vivendo indirettamente il peso del trauma che Giulia porta con sé dal passato. Quando si diffonde la notizia del ritrovamento di Erich Priebke in Argentina, Marco spera che la madre non riapra quel capitolo doloroso della sua vita, temendo che possa ricadere in un vortice di ricordi che le causerebbero ulteriore sofferenza. Il dialogo tra madre e figlio è complesso; tuttavia, grazie alla nuova speranza di giustizia, Giulia trova finalmente il coraggio di aprire il suo cuore al figlio. Questo momento di connessione consente a Marco di entrare in contatto con il dolore della madre, comprendendo le ragioni che l'hanno segnata profondamente.

 

Erich Priebke, ex ufficiale nazista a Roma e considerato responsabile materiale della strage delle Fosse Ardeatine, riuscì a rifugiarsi in Argentina dopo la guerra, dove visse indisturbato per quasi cinquant'anni. La sua vita tranquilla fu interrotta quando un giornalista americano lo riconobbe, dando il via a una richiesta di estradizione da parte dell'Italia, che desiderava processarlo. Priebke si dichiarò innocente, sostenendo di aver semplicemente eseguito ordini come soldato. Quando finalmente si trovò sul banco degli imputati, il suo sguardo rimase impassibile, mettendo a dura prova i testimoni costretti a raccontare le loro tragiche esperienze di fronte a lui. La sua difesa si basava sulla giustificazione di aver agito in obbedienza agli ordini ricevuti, ma il suo atteggiamento e la mancanza di pentimento suscitarono indignazione tra le vittime e i loro familiari. Il processo di Priebke divenne un momento cruciale per affrontare le atrocità del passato e per dare voce a coloro che avevano sofferto a causa delle sue azioni.
Un'altra figura importante in questa storia è Umberto il marito di Giulia. Lui è un uomo dal carattere completamente diverso da quello della moglie, chiamata dai familiari la farfalla impazzita, da qui il titolo del film. Pur non essendo ebreo, ha condiviso con Giulia il peso della sua tragedia, rimanendo sempre al suo fianco e rispettando il suo dolore, sopportando la corazza emotiva che lei ha costruito nel tempo. Nel corso della loro storia, diventa un sostegno fondamentale per lei, incoraggiandola ad affrontare il difficile percorso del processo contro Erich PriebkeLa sua presenza si contrappone all'atteggiamento del figlio, con il quale finisce per avere dei contrasti. 
In questa triste vicenda si inserisce anche Elena Sabatini, di origini italiane e attivista dell'associazione Madres Abuelas de Plaza de Mayo, che ha vissuto in prima persona la tragedia dei desaparesidos, avendo perso una figlia. Accoglie Giulia a San Carlos de Bariloche, dove quest'ultima arriva con una delegazione italiana per chiedere l'estradizione di Erich Priebke. Le due donne si sostengono a vicenda, unite da una comune esperienza di dolore e ingiustizia, entrambe vittime di un sistema di potere che protegge i carnefici anziché garantire giustizia. La loro connessione rappresenta un legame profondo, frutto di una lotta condivisa contro l’oblio e l’impunità.
Inoltre è centrale anche Franco Restelli, un avvocato italiano dedicato alla difesa delle vittime delle Fosse Ardeatine, missione che porta avanti grazie a un'associazione fondata dopo la strage. Con un forte senso della giustizia, combatte con passione per le cause che considera giuste. La sua determinazione lo spinge a promuovere l'estradizione di Erich Priebke e a garantire il buon esito del processo a suo carico. È lui a chiedere a Giulia di seguirlo in Argentina e di testimoniare durante il processo, offrendole sostegno e guida in questo difficile percorso. La sua figura rappresenta un faro di speranza e giustizia per coloro che hanno subito ingiustizie nel passato.
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