Se sia stato lui a ripulire il bagno dalle tracce ematiche dopo la morte di Marielle Soethe, le indagini fino ad ora non lo hanno stabilito. Il suo Dna infatti non è stato trovato né suldispenser del sapone per le mani, né sul tappo del flacone di candeggina che, secondo i carabinieri del Ris, sarebbe stata usata per ripulire il bagno dal sangue. La certezza dell'operazione di pulizia è arrivata quando gli esperti della scientifica dell'Arma dei carabinieri hanno utilizzato il luminol. Il killer dunque, dopo aver violentato brutalmente e ammazzato Marielle a botte, ha cancellato tracce che potevano contenere anche il suo profilo genetico. Sul dispenser del sapone per le mani c'era Dna della vittima e un profilo maschile non attribuito. Così come altro Dna maschile non attribuito è stato isolato sulla gamba dei pantaloni della tuta della vittima e sull'asciugamano con cui è stato coperto il volto di Marielle. Ma il Dna, si sa, non è databile. Potrebbe essere lì da chissà quanto tempo.Servizio completo nel Corriere dell'Umbria di martedì 28 novembre. Clicca qui per l'edicola digitale (CORRIERE DELL'UMBRIA)
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