PERUGIA
Era andato nel locale in cui lei lavorava e al suo familiare, stante l’assenza della donna, aveva mostrato un coltello e pure una bottiglia di acido muriatico. L’intento era chiaro: minacciare quella donna che non voleva più avere alcun contatto con lui. Era stato proprio lui a confermarglielo al telefono, perché le aveva telefonato non appena uscito dal ristorante. In quell’occasione per fortuna non l’aveva trovata e tutto si era fermato a delle minacce, ma qualche giorno dopo era andata diversamente e l’aveva aggredita, “tirandole i capelli, lanciandole delle sedie addosso, mentre la vittima tentava di scappare lui la prendeva a calci in più parti del corpo. Quando la donna era caduta a terra le aveva messo un ginocchio sul petto per tenerla ferma”.
Il buttafuori 42enne di origine colombiana, assistito dall’avvocato Luca Valigi, è stato rinviato a giudizio nei giorni scorsi per stalking e lesioni. Il processo per l’uomo prenderà il via il 18 gennaio 2026 dinanzi al giudice Frabotta. Secondo quanto emerso nell’udienza che ha preceduto quella del rinvio a giudizio, all’uomo era stata contestata anche una nuova accusa perché avrebbe continuato a molestare la donna anche dopo che, all’inizio dell’anno, era stato raggiunto dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento con contestuale applicazione del braccialetto elettronico.
Oggetto dell’imputazione per cui va a processo invece è anche quando in un’occasione aveva raggiunto il ristorante della donna e aveva iniziato a lanciare bottiglie di vetro contro l’ingresso del locale.
La donna anche quella volta era stata picchiata.
Alla fine, per timore di quell’uomo, le cui incursioni violente nelle sua vita l’avevano costretta a cambiare abitudini, la donna - parte civile nel procedimento con l’avvocata Maurita Lombardi - si era rifugiata in una struttura protetta.
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