Foligno
L'avvocato Alessio Fiacco
“Il mio assistito è ancora profondamente scioccato e turbato dell’episodio e dalla vicenda”. A parlare è l’avvocato Alessio Fiacco, il legale nominato dal 39enne folignate, accoltellato all’addome dall’ormai ex dirigente comunale Francesco Maria Castellani, al culmine di un diverbio sorto in via Garibaldi nella mattina del 9 novembre.
La vittima è fresca di dimissioni dall’ospedale di Foligno, dove quel martedì era stato trasportato e operato d’urgenza per le ferite penetranti all’addome, provocate dal fendente scagliato dall’ingegnere, 62enne e incensurato, che ora è ai domiciliari con l’accusa di tentato omicidio.
“Oltre alle gravi ferite fisiche riportate - ha spiegato l’avvocato Fiacco al Corriere dell’Umbria - che i medici stanno ancora tenendo sotto controllo, con la massima attenzione, altrettanto preoccupante è il pesante trauma psicologico derivante da un’aggressione che non esitiamo a definire come brutale quanto del tutto immotivata.
A rendere l’episodio ulteriormente intollerabile, - ha aggiunto - oltre alla gravità della ferita inferta, è stata la crudeltà di un atto interamente compiuto sotto gli occhi dell’anziana madre, anch’essa traumatizzata dall’evento, altra vittima incolpevole.
Ripercorrendo i fatti di quella mattina, il 39enne stava passeggiando lungo via Garibaldi in compagnia della madre e di un’altra persona, portando al guinzaglio il suo pitbull, quando è avvenuto l’incontro con l’ex dirigente, che da un primo diverbio legato ai cani - sembrerebbe per quelli dell’ingegnere che in quel momento sarebbero stati invece liberi dal guinzaglio - è sfociato nella coltellata inferta nell’addome del 39enne.
Un gesto che Castellani davanti al gip del Tribunale di Spoleto, Maria Silvia Festa aveva motivato spiegando di essersi spaventato quando, a fronte della discussione, il contendente si sarebbe fatto avanti fisicamente. Così avrebbe estratto il coltello a serramanico che gli era rimasto in tasca, dopo averlo utilizzato giorni prima, per poi affondare la lama nell’addome del 39enne. Ma la tesi della legittima difesa non aveva convinto il gip che, all’indomani dell’udienza di convalida, aveva confermato i domiciliari per il 62enne, accogliendo la richiesta della procura - titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Vincenzo Ferrigno -, disponendo altresì l’applicazione del braccialetto elettronico.
Anche il 39enne è stato sentito dagli inquirenti negli scorsi giorni, fornendo la sua versione dei fatti.
Ma al momento, mentre proseguono gli accertamenti, “non commentiamo i dettagli dell’indagine per non pregiudicarne l’esito” ha spiegato il legale della vittima.
“Abbiamo piena fiducia - ha concluso - nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine, con cui stiamo collaborando attivamente”.
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