SPOLETO
Sono stati assolti con formula piena il medico spoletino e una sua nipote acquisita residente ad Assisi dall’imputazione di falso ideologico in certificazioni relative al periodo della pandemia da Covid 19. La sentenza è del giudice monocratico Federica Fortunati che ha di fatto respinto le richieste del pubblico ministero, decidendo per l’assoluzione di entrambi perché il fatto non sussiste. Al termine della requisitoria, infatti, l’accusa aveva sollecitato la condanna a un anno e sette mesi per il medico e a un anno per la donna, che erano difesi rispettivamente dagli avvocati Domenico Benedetti Valentini del foro cittadino e Fabrizio Schettini del foro di Perugia.
I fatti al centro del processo risalgono alla fine dell’estate del 2021 quando il professionista spoletino aveva certificato l’esenzione dall’obbligo vaccinale per la nipote di Assisi, motivandola con le condizioni cliniche della donna. Un documento, questo, che il camice bianco ha firmato malgrado non fosse il medico curante della donna, il quale, al contrario, non aveva ritenuto di dover emettere la certificazione per sollevare la sua paziente dalla somministrazione del vaccino. Al medico spoletino, poi, è stato anche contestato un altro certificato con cui ha attestato la fine della propria positività al Covid 19 senza però avere preventivamente segnalato nell’apposita piattaforma di aver contratto il virus.
Sui due documenti firmati dal professionista hanno indagato gli uomini del commissariato di Assisi e all’esito degli accertamenti la Procura di Spoleto aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio sia per il medico che per la nipote con l’accusa di falso ideologico in certificazioni. Nell’ambito del dibattimento sono stati sentiti i testimoni citati dall’accusa e accolta nuova documentazione, mentre le difese hanno sottolineato la legittimità della certificazione firmata per la nipote, sottolineando le diverse e particolari patologie di cui la donna era affetta già nel 2021 e che l’avevano costretta a diversi ricoveri.
Sull’altro certificato, invece, oltre a sostenere la veridicità della positività al virus del medico, la difesa ha sostenuto che, per le norme vigenti nella fase di emergenza sanitaria, lo stesso professionista fosse formalmente autorizzato ad auto certificare la propria negatività. Le argomentazioni della difesa hanno evidentemente convinto il giudice a pronunciare la sentenza di assoluzione con formula piena, a cui seguiranno entro 90 giorni le motivazioni.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy