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CRONACA

Criptofonini e auto clonate per spacciare cocaina nel Perugino: scoperto traffico di droga. Quattro misure cautelari

Tagliavano e confezionavano le dosi di stupefacente in stanze d'albergo. Luce su un sodalizio criminale

Andrea Pescari

16 Dicembre 2025, 13:32

Guardia di Finanza

Scoperto sodalizio criminale che trafficava cocaina nei territori di Perugia. Tagliavano e confezionavano la droga in stanze d'albergo per poi utilizzare criptofonini e auto clonate, che hanno reso ancora più difficoltose le indagini coordinate dalla procura di Perugia e condotte dalla guardia di finanza. Sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari misure cautelari nei confronti di quattro persone, tre cittadini di origine albanese residenti in provincia di Perugia e Lecco e un italiano residente nella provincia di Napoli.

Le indagini sono partite nel 2022 da un piccolo episodio di spaccio. In seguito, i servizi di pedinamenti, appostamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali hanno permesso di delineare gravi indizi sull'operatività nell'area perugina e di portare alla luce un sodalizio piramidale al cui vertice si riteneva vi fosse un cittadino di origine albanese. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, coordinava e gestiva le attività di approvvigionamento e smercio di consistenti quantitativi di cocaina, avvalendosi della collaborazione di alcuni suoi connazionali operanti tra Perugia e Grosseto, oltreché in Olanda e Belgio.

Come anticipato, gli individui avrebbero utilizzato criptofonini per contattare tra loro. Ovvero dispositivi telefonici non intercettabili, i cui dati transitano su server allocati in Paesi esteri, controllabili da remoto con possibilità di "resettare" il dispositivo in caso di tentativo di accesso da parte di soggetti non previamente abilitati. Gli indagati utilizzavano stanze di albergo per le fasi di taglio e confezionamento delle dosi di stupefacente, oltre autovetture clonate, quindi rubate e modificate nel telaio. Erano dotate di targhe e documenti di circolazione contraffatti, per essere in tutto riconducibili ad altri veicoli di identica marca, modello e colore di proprietà di soggetti - ignari - circolanti regolarmente sul territorio nazionale.

Elementi che hanno reso particolarmente complesse le indagini. Un importante contributo è stato fornito dalle denunce sporte dai proprietari delle auto originali, destinatari di contravvenzioni per infrazioni al codice della strada commesse in località dove non si erano mai recati. Sono stati documentati oltre 800 episodi di spaccio nel corso dell'indagine. Tanti gli interventi dei finanzieri, che hanno portato all'arresto in flagranza di sei persone e al sequestro complessivo di circa 3 chili di cocaina, oltre a strumenti utilizzati per il taglio e il confezionamento delle singole dosi, nonché di denaro contante per oltre 80 mila euro e di 10 autovetture rubate e con targa clonata, di cui 5 sottoposte a sequestro e restituite ai legittimi proprietari.

Il gip ha accolto la richiesta del pm in considerazione del reato associativo contestato, tra gli altri, ad alcuni degli indagati. Ha disposto le misure cautelari valutando il compendio indiziario raccolto "di pregnante rilievo in ordine all'esistenza di una struttura organizzativa stabile, fondata su una rete di rapporti intersoggettivi protrattisi per un apprezzabile lasso di tempo (...) che, come tali, appaiono in maniera univoca sintomatici di un accordo tra i soggetti a carattere generale e continuativo destinato a permanere anche dopo la consumazione di ciascun delitto programmato". Lo stesso gip si è riservato di valutare, all'esito del previsto interrogatorio preventivo, la posizione di altri soggetti nei cui confronti è stato contestato il reato di spaccio di stupefacenti.

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