L'INDAGINE
Da gennaio a ottobre 2025 in Umbria sono 15 le vittime sul lavoro, 11 in provincia di Perugia e 4 in quella di Terni.
Il dramma delle morti sul lavoro conferma per il Cuore verde il triste primato: è secondo in Italia per indice di incidenza, stando ai dati forniti dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro e ambiente Vega engineering di Mestre.
L’Umbria in Italia, in base all’indice di incidenza è preceduta solo alla Basilicata. “L’incidenza degli infortuni mortali – spiegano dall’Osservatorio – indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente”.
L’indice di incidenza (dato proiettato su ogni milione di occupati) sugli occupati umbro infatti è salito a 41,7: piena zona rossa. Analizzando i dati provinciali Terni è 17esima (89.730 lavoratori, 4 infortuni mortali, incidenza del 44,6) e peggio di quella di Perugia che è 24esima (283.327 lavoratori, 11 infortuni mortali, incidenza del 38,8).
In tutta Italia in dieci mesi si contano 657 infortuni mortali in occasione di lavoro e 239 in itinere. Lombardia, Veneto, Campania ed Emilia-Romagna sono le regioni con il maggior numero di vittime totali, Basilicata, Umbria, Puglia, Campania, Sicilia e Liguria le regioni in zona rossa per incidenza. “Rispetto allo scorso anno si contano 6 vittime in più, con oltre metà del Paese in zona rossa e arancione. In occasione di lavoro si registrano 657 decessi, 119 dei quali nel settore dell’edilizia, che risulta essere sempre il più colpito” spiega l’ingegner Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro e ambiente Vega.
Con l’Umbria a finire in zona rossa a ottobre 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 27,5 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata Puglia, Campania, Sicilia e Liguria. In zona arancione: Marche, Veneto, Trentino-Alto Adige, Piemonte, Calabria, Abruzzo ed Emilia-Romagna. In zona gialla: Toscana e Sardegna. In zona bianca: Lombardia, Lazio, Molise, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia.
L’Osservatorio mestrino elabora anche l’identikit dei lavoratori più a rischio: l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (86,9) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (45,0). Numericamente, invece, la fascia più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (240 vittime su un totale di 657). Altri numeri nazionali: 74 le donne decedute nei primi dieci mesi del 2025 mentre sono 205 gli stranieri vittime di infortuni sul lavoro. Il rischio di morte sul lavoro risulta essere più che doppio rispetto a quello per i lavoratori italiani. Infatti, gli stranieri registrano 57,7 morti ogni milione di occupati, contro i 23,9 italiani.
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