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PERUGIA

Morte Bianzino, chiesta la riapertura: in procura c’è già un fascicolo

Il figlio del falegname deceduto in cella a Capanne: "Voglio che si torni a indagare per omicidio volontario"

Francesca Marruco

21 Novembre 2025, 15:26

bianzino

Una nuova richiesta di riapertura dell’indagine è stata depositata nei giorni scorsi da Rudra Bianzino, il figlio di Aldo, che morì in carcere a Capanne il 14 ottobre del 2007. Secondo quanto si apprende, la procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, ha già aperto un fascicolo (a modello 45) (ovvero non costituente notizia di reato, almeno per il momento) e il titolare del procedimento è il sostituto procuratore, Andrea Claudiani.

Non sono chiari, al momento, quali sarebbero i nuovi elementi - imprescindibili per chiedere la riapertura di un caso chiuso - portati a sostegno della richiesta dall’avvocato del figlio di Bianzino che, come lui stesso spiega in un post sui suoi social, non si è mai arreso in 18 anni, nonostante una prima richiesta di riapertura sia stata già rigettata nel 2018 dall’allora procuratore aggiunto, Giuseppe Petrazzini, recentemente andato in pensione. Per la morte di Aldo Bianzino 10 anni fa, è stato condannato in via definitiva a un anno di reclusione l’agente della polizia penitenziaria, Gianluca Cantoro, con l’accusa di omissione di soccorso.

Ma i familiari di Aldo, forti di due perizie medico-legali, sostenevano che il falegname di Pietralunga morto poche ore dopo essere stato arrestato (perché coltivata alcune piante di marijuana nella sua proprietà) era stato ammazzato. A confermarlo, secondo loro, una perizia che sosteneva come la lesione al fegato fosse contemporanea alla morte e non successiva (ovvero causata da manovre rianimatorie nel provvedimento di rigetto). Della morte di Aldo Bianzino ha recentemente parlato anche un podcast di Umbria 24, in cui lo stesso Rudra ha ripercorso i momenti drammatici dell’arresto traumatico dei genitori, del trattamento disumano della mamma Roberta, morta qualche anno dopo Aldo, e della sua volontà di non smettere di cercare la verità. Nel post con cui annuncia la seconda richiesta di riapertura, Rudra scrive:

Questa settimana, dopo ben 18 anni e per la seconda volta, ho depositato la richiesta di riapertura delle indagini per omicidio volontario presso la Procura della Repubblica di Perugia, riguardo alla vicenda di mio padre, Aldo Bianzino.
Già nel 2018 tentai di presentare la medesima istanza, ma senza successo, a seguito di esami medico-legali che, già nel corso del procedimento per omissione di soccorso (2007–2015), vennero considerati di fondamentale importanza da un collegio di giudici e da un GIP per verificare eventuali condotte violente su mio padre. Tuttavia il pm, Giuseppe Petrazzini, incaricato della questione, non li ritenne di sufficiente rilevanza e rigettò la richiesta. È stato un percorso lungo e impegnativo, pieno di imprevisti, dubbi e timori. Ma non ho mai demorso, convinto di seguire la strada giusta. Non si può, e non si deve morire così! Ed è per questo che considero la mia storia una questione che riguarda la società tutta. Troppi sono gli aspetti oscuri di questa vicenda - conclude - che chiama in causa le istituzioni stesse, per poter ritenere che abbia avuto una fine giusta e dignitosa”.

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