Città di Castello
Ieri di prima mattina il magistrato Giampaolo Mocetti, che conduce le indagini sulla morte della 44enne Sara Scarabicchi, ha rimesso ai carabinieri della Compagnia di Città di Castello il nulla osta per la riconsegna della salma della donna che è deceduta lunedì della scorsa settimana per la disseccazione dell’arteria aortica prossimale, come è stato accertato dall’autopsia svolta nella mattinata di sabato da parte del medico legale Donatella Fedeli, che ha altri sessanta giorni di tempo per il deposito delle risultanze dell’esame autoptico.
Avuto il nulla osta, la famiglia ha subito organizzato le esequie che avranno luogo oggi alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Pio X, e già fin dalla tarda mattinata di ieri la salma è stata esposta per l’ultimo saluto nella camera mortuaria dell’ospedale sino alle 12 odierne visto che poi la salma sarà trasferita come detto nella chiesa parrocchiale dove alle 15 avranno luogo le esequie.
L’annuncio è stato fatto dalla mamma Dina, dal piccolo bambino Giacomo con suo padre Matia e dal fratello Sauro. Il saluto pubblico a Sara Scarabicchi nella camera mortuaria terminerà attorno alle 11 di stamattina visto che poi la salma alle 12 verrà trasferita come deciso dalla famiglia nella sua chiesa parrocchiale che potrà essere salutata sino alle 15 quando avrà inizio la messa di commiato, al termine della quale sarà quindi trasferita al cimitero monumentale di via delle Terme.
Oggi sarà il giorno del massimo dolore per i familiari per il distacco da Sara, ma poi saranno lunghi i giorni dell’attesa visto che il perito del tribunale ha già comunicato che il risultato dell’esame autoptico definitivo sulle cause della morte, che vede indagati i due medici ospedalieri tifernati, verrà depositato tra sessanta giorni ed una volta che arriverà nelle mani del pm Mocetti, quest’ultimo deciderà sulle responsabilità o meno di chi ha avuto in cura la donna sino al momento del decesso. Come è noto la Usl Umbria 1 ha già fatto i propri passi ed ha inviato una relazione al ministero della Salute e non si può escludere che ci sia pure una ispezione da parte degli uffici romani, oltre che di quella dell’assessorato alla sanità di Perugia.
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