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Omicidio Hekuran, ricerche sul Tevere senza risultati: nessuna traccia del cellulare e del coltello

Alessandro Antonini

08 Novembre 2025, 11:22

Omicidio Hekuran, ricerche sul Tevere senza risultati: nessuna traccia del cellulare e del coltello

Sono andate avanti per tutta la giornata di ieri le ricerche nel Tevere a Ponte San Giovanni per trovare conferme alle dichiarazioni rese in interrogatorio da Yassin Amri, in carcere con l'accusa di aver ucciso il 23enne di Fabriano Hekuran Cumani. Ma dalle acque del biondo fiume non è riemerso nulla. Se non i sommozzatori dei vigili del fuoco, a mani vuote. Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Perugia e affidate alla squadra mobile di Perugia, puntano anche all'arma del delitto, il coltello che è stato conficcato nel petto del giovane di origini albanesi.

Come è riportato negli atti della misura cautelare, pur mancando racconti diretti del colpo mortale e dell'autore, sono stati acquisiti elementi che hanno consentito agli inquirenti - in via deduttiva, di riferire con altissima probabilità l'aggressione ad Amri. Sono otto i soggetti presenti che riferiscono delle parole pronunciate dall'indagato dopo la rissa nel parcheggio della facoltà di Medicina. Uno dei presenti afferma di essere stato sollecitato dall'arrestato ad andare via in quanto aveva “bucato uno”.

E, ancora, in auto avrebbe mostrato ad altri due (stando a quanto riferito da uno dei presenti) la punta di un coltello insanguinata dicendo: “L'ho bucato, probabilmente è morto”. La ragazza da cui è andato a dormire alle 5 di notte ha dichiarato che poco dopo essersi addormentati lui ha ricevuto una telefonata e si è messo a piangere e a pregare. Era la notizia della morta di Cumani. E' proprio quella mattina che Amri per paura va lungo il Tevere a Ponte San Giovanni e lancia via il cellulare in acqua. Quel coltello, tuttavia, non è stato ancora trovato. Lui, Yassin, ha sempre negato di aver avuto mai coltelli e soprattutto ha negato di aver ucciso. Per gli inquirenti tuttavia conferme delle frasi pronunciate si trovano anche nelle intercettazioni scattate sui cellulari dei ragazzi coinvolti. E ancora: avrebbe cercato di “nascondere le tracce del reato”, liberandosi del pantalone della tuta messa quella sera e consegnando alle forze dell'ordine un cellulare diverso da quello che aveva con sé quella notte. Ma l'arma del reato ancora manca. E non c'è stata confessione.

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