CRONACA
È ricoverato in ospedale perché è stato operato ai legamenti del ginocchio, lesionati a causa delle botte prese durante la rissa nel corso della quale suo fratello Hekuran Cumani è stato accoltellato e ucciso. È ancora sconquassato dal dolore indicibile per la perdita di Heku, ma intanto affida ai suoi avvocati — Claudio Alianello e Daniele Carmenati — una prima riflessione.
“La tematica della vendetta, argomentazione suggestiva, facilmente riconducibile a luoghi comuni — dichiarano i legali — è assolutamente distante dalle intenzioni del nostro assistito il quale, nel proprio gruppo di amici, vanta ragazzi di ogni nazionalità compresi quelli nordafricani. Difficile, forse impossibile pensare che in questo momento si possa parlare di perdono, i cui confini del termine stesso perdono di consistenza alla luce dell’uccisione di un fratello per futili motivi. Ma il non poter perdonare non può e non deve essere assimilato al desiderio di vendetta; la speranza di Samuele è che il perdono venga sostituito da una pena certa inflitta dallo Stato. Samuele si discosta con forza da ogni azione delittuosa possa essere stata commessa o che potrebbe essere commessa in futuro, in quanto lo stesso, si ribadisce, non nutre alcun sentimento di vendetta. Al contrario egli ha piena fiducia nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura che ringrazia per tutto quanto fatto finora. Naturalmente - concludono - Samuele sarà in prima linea al processo per tutelare la memoria del fratello e far assicurare tutti i colpevoli alla giustizia”.
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